Facebook e il sogno di Diderot.
27/12/2013
Il progetto di Denis Diderot e Jan Baptiste D’Alambert fu quello di redigere nella metà del Settecento l’Enciclopedia, con l’obiettivo di diffondere e condividere la conoscenza per la formazione e l‘educazione del popolo.
La realizzazione del sogno di Diderot, si è trasformato col tempo nel bellissimo e umano progetto del sapere condiviso on line, soprattutto da parte Wikipedia, che ne è stato il principale modello, che però è in crisi, non solo perchè più volte è stata messa in discussione l’attendibilità delle sue voci (Wikipedia ribadisce di usare tutti gli strumenti per le procedure di controllo e convalida, nonchè la correzione di errori e l’abolizione di affermazioni di parte), ma anche perché ormai la condivisione di contenuti avviene principalmente per il tramite dei social network, soprattutto Facebook.
Facebook infatti, permette di interagire virtualmente con chiunque, diffondere e condividere qualsiasi tipo di informazione. Ma è diventato anche un efficace mezzo di comunicazione mediatica
Tutti i maggiori giornali hanno pagine FB per divulgare notizie ai propri lettori ed aggiungerne altri; ma anche radio, tv; piccoli e grandi negozi ed imprese pubblicizzano i propri prodotti per acquisire nuovi clienti; associazioni culturali di vario tipo invitano a partecipare alle proprie iniziative per aumentare la propria visibilità; partiti politici in cerca di adesioni…
Su Facebook si trova tutto… c’è di più…
Non solo. Spesso Facebook viene citato come fonte a garanzia della veridicità delle informazioni che vengono condivise, non considerando che lo stesso ne è solo il mezzo di divulgazione e condivisione, non l’origine. Perché?
Diciamo prima di tutto, che le varie funzioni di FB rendono possibile il reperimento di fatti, opinioni ed idee da diverse fonti, più o meno attendibili e più o meno ufficiali e le stesse possono essere facilmente e velocemente condivise.
Inoltre, se una informazione o un’opinione viene approvata e quindi condivisa da più persone, si tende a pensare che sia vera, o quantomeno che sia plausibile. Questo perché si crea tra i contatti virtuali di Facebook una sorta di fiducia. E degli amici, di solito, ci si fida. Un po’ come quando nella realtà si dà credito ad una notizia solo perché a è stata data da un familiare o un amico e quindi non si ha motivo di dubitare della sua veridicibilità.
Nel valutare una certa notizia poi, a volte si segue il cosiddetto “ ragionamento motivato”, per il quale una credenza, vera o falsa, è difficile da smentire, nonostante prove contrarie. La condivisione e i “ mi piace” possono avallare la credenza stessa.
Infine, la sfiducia nei governanti, soprattutto delle grandi democrazie, ha aumentato la distanza tra cittadini ed istituzioni che, spesso confusi e senza più modelli di riferimento sociali e politici, tendono a cercare e trovare risposte, appoggiando opinioni di altri e informazioni, anche non ufficiali, che in qualche modo rispecchiano o confermano le proprie.
E’ possibile allora, Facebook, indiscusso medium virtuale, trasformatosi anche in un’enorme scatola, mai piena, di contenuti, possa diffondere e condividere la conoscenza, contribuendo alla formazione e l’educazione di tutti? Possa cioè, in qualche modo sostituirsi a Wikipedia e realizzare il sogno di Diderot?
Tutti siamo più o meno consapevoli che l’informazione fine a se stessa non è sinonimo di sapere ed istruzione, che invece presuppongono, una conoscenza di base, una chiave di lettura ed interpretazione, nonché capacità di giudizio critico.
I sistemi di controllo di Facebook non hanno lo scopo di verificare i contenuti delle pubblicazioni, se non nei limiti della tutela e del rispetto della privacy degli amici, agendo con la rimozione di spam, post offensivi o inappropriati. Del resto, non si può delegare ad altri la facoltà di scegliere e decidere per noi, cosa sia giusto o meno, vero, falso o semplicemente condivisibile.
Di conseguenza, ciò che spesso viene condiviso, non è necessariamente valido o certo: la condivisione non è criterio di validità oggettiva. E non è quindi vero che se tutti dicono la stessa cosa o condividono la stessa opinione, essa debba corrispondere a verità. E vero invece, che mettendo in moto una sorta di tam tam virtuale, le informazioni circolano, potendo essere confrontate, confermate o smentite, ripulite da eventuali errori. Oppure no: la concorrenza delle idee e la quantità di opinioni, piuttosto che avvicinare la notizia alla verità, potrebbe, al contrario, allontanarla.
Le informazioni trasmesse dal passaparola tra i contatti di FB possono a volte distorcere la verità, se condivise senza la padronanza della conoscenza e il confronto con fonti attendibili ed ufficiali, soprattutto perché spesso fanno leva sulle emozioni o vanno a confermare pregiudizi e luoghi comuni.
Così, può capitare che venga tacciata per verità ciò che invece è “doxa”, semplice opinione comune.
E’ ovvio comunque, che nella maggior parte dei casi, non si crede a tutto ciò che si legge: alcune notizie sono delle vere e proprie hoaxes, comunemente dette“bufale”, riconoscibili dal buon senso di chi legge; dalla mancanza di coerenza tra i contenuti della notizia ed i fatti reali; dal criterio di discriminazione pratico; il cosiddetto rasoio di Ockam, che porta a riflettere se ad una determinata notizia straordinaria non ci sia una spiegazione più semplice di una che invece implicherebbe eventi improbabili.
Se è vero dunque, che Wikipedia non sia riuscita a realizzare completamente il suo progetto di condivisone del sapere attraverso la rete, è pur vero che neanche Facebook può rappresentare il sogno di Diderot.
Ogni tanto tra gli amici di FB circola la seguente citazione:
“Il problema di Facebook è che non puoi mai essere sicuro della veridicità delle citazioni.” (A. Lincoln)
Se oggi Abraham Lincoln fosse vivo, probabilmente sottoscriverebbe questa citazione…ma non lo é.
Giovanna Casertano
Comments
o Eugenia Bitsani
27/12/2013 at 22:07
Bellissimo articolo e molto interessante il suo approccio. Facebook ha ormai ampiamente attirato l’interesse di sociologi, psicologi, e dei media in generale, rivelandosi come il fenomeno del momento.Negli ultimi anni si è assistito a una rapida crescita degli utenti di Facebook e attualmente questa piattaforma comunicativa è disponibile in 35 lingue. Ora credo nel mondo ha superato i 800.milioni di iscritti, dei quali oltre il 70% fuori degli Stati Uniti.(non sono sicura per i numeri forse sono molto di piu’). Tuttavia ,secondo un’analisi officiale della rivista “The economist” anche online le relazioni più attive e continuative e la fiducia si svolgono un un piccolo numero di persone, e le donne hanno la capacità di ottenere questi risultati con un numero maggiore di persone rispetto agli uomini. I numeri confermano una media di circa 120 connessioni totali per ogni utente di cui solo 5-10 assiduamente in contatto e frequentati online. allora non c’e’ tanto pericolo per gli informazioni cche girano nel Fcb ne penso..pero’ e’ un problema che dobbiamo risolvere.http://www.downloadblog.it/post/9178/facebook-e-le-relazioni-interpersonali (la fonte dei numeri e dei risultati del analisi)
Complimenti di nuovo e buon anno
Eugenia
- Giovanna Casertano
28/12/2013 at 13:37
Grazie per aver apprezzato l’articolo. Per quanto riguarda il possibile pericolo della diffusione delle informazioni che circolano per il tramite della piattaforma FB, al di là dei numeri statistici relativi alle connessioni, credo che cmq. non sia da sottovalutare la eco che possano avere certe informazioni, in quanto, se non interpretate con la giusta chiave di lettura, potrebbero condizionare negativamente il modo di pensare ed agire delle persone anche nella realtà. Sì, è un problema da risolvere…
Grazie ancora e Buon Anno nuovo
Giovanna
o Alex
02/02/2014 at 06:55
articolo ben strutturato, chiaro ed interessante
Complimenti