Aggiornato al 19/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire
Gianni Giacchi

Gianni Giacchi

Nato a Ragusa nel 1954, trascorre la sua infanzia, insieme ai suoi genitori, in Provenza (Francia) nella terra di Van Gogh.
Ritorna in Sicilia, proseguendo gli studi e diplomandosi all’Istituto d’Arte di Comiso come Maestro d’Arte e ottenendo poi la Maturità d’Arte applicata.
Appassionato di pittura e di teatro si trasferisce a Roma, dove svolge l’attività di aiuto sceno-tecnico nella compagnia di Carla Fracci, presso il Teatro dell’Opera, e, contemporaneamente, alla Dear Film.
Dopo sei anni ritorna al suo paese di origine, dove continua a dipingere, esponendo le sue opere in alcune mostre collettive a livello provinciale.
Entra come disegnatore archeologico presso il Museo di Camarina dove attualmente lavora. Partecipa dal 1994 al 2000, con una equipe Archeologica Ragusana a delle campagne di scavo in Francia (Oise) e in Tunisia (Cartagine). I suoi elaborati grafici saranno pubblicati in ben 54 testi archeologici.
Nel 2000 espone alcuni elaborati presso l’“Auditorium” del Museo del Louvre a Parigi, in occasione di una conferenza sull’archeologia subacquea, relativa alle scoperte antistanti il mare di Camarina.
Citato come pittore, ritrattista ed eccellente grafico, nell’ultimo libro del Prof. Miccichè “S.Croce Camerina nei secoli”, ed. 2003, in questo ultimo periodo cerca di avvicinarsi all’arte informale e sopratutto alla fotografia come supporto ai propri dipinti.

Un uomo che ama la cultura.

Lo spunto di riflessione viene dal libro “Viaggiatori moderni a Camarina” di Carlo Belli  curato  da Giovanni  Di Stefano. Tra le altre cose il libro contiene squarci fotografici del territorio camarinense dentro a quello ibleo che è unico al mondo. Per i colori, per i contrasti, per il senso di eternità, per la dolcezza.

E allora è facile, automatico pensare a Gianni Giacchi, un uomo che ama la cultura in generale e  in particolare  quella delle sue origini, della sua vita, del suo ambiente con i  suoi interessi umani, professionali, estetici.

Gianni Giacchi, infatti, fotografa, dipinge, scrive, si informa, collabora, partecipa, promuove iniziative e ne crea di originali per valorizzare, attirare, coinvolgere. Quindi, ama la bellezza in ogni sua forma e la cultura come strumento per avere una qualità di vita diversa dalla mediocrità, per capire, interpretare, sensibilizzare.

Sono le persone come Gianni Giacchi che oggi, in una spaventosa e terribile disattenzione delle istituzioni di questo paese verso i suoi  grandi  patrimoni culturali, cercano ancora di tenere alto questo valore fondamentale facendo di tutto anche per non far dimenticare le origini. Le origini per Gianni sono importanti, quali che siano, vicine o lontane perché si capisce che pensa all’uomo e ai legami con la terra, la natura, la vita.
All’uomo non come un essere che nasce, trascorre del tempo e scompare, ma come una cosa della vita, la sua vera rappresentazione di fronte all’intelligenza della natura e al mistero dell’eternità.

E ogni volta di fronte ad una immagine, ad una storia, ad una creatura, ad un colore, a un mistero, Gianni lo intuisce, lo vede, lo prende, lo comunica in tutti i modi possibili.

Il coinvolgimento di Gianni in un progetto, in una iniziativa significa arricchimento, idee, bellezza, originalità e per esempio anche su Nel Futuro che utilizza la tecnologia web per dire e per scavare nelle cose che accadono, la partecipazione di Gianni è un valore aggiunto.

Gianni Di Quattro

Gianni Giacchi , un cuore che pulsa dietro gli stimoli dell’incantamento: trova nella natura la sua linfa e se ne nutre per far vedere agli altri quello che i loro occhi non vedono, percepisce i suoni che agli altri non arrivano, riesce a far sentire ai suoi estimatori i profumi inebrianti della terra, del cielo e del mare che, imprigionati dal suo obiettivo, si liberano nell’aria nel momento in cui si resta estasiati dalle sue immagini. 

Peppula Salvo

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