RIFLESSIONI
3 marzo 2023 Gianni Di Quattro
La giustizia
Un complesso di leggi semplice e chiaro è un requisito importante per consentire ad ogni cittadino di percepire lo Stato non come un sistema vessatorio a disposizione dei potenti. In altri termini, un complesso di leggi che ogni cittadino può capire ed a cui può ubbidire senza bisogno di azzeccagarbugli. Un sistema giudiziario efficiente, equo, indipendente davvero, privo di protagonismi personali pubblici, è un requisito fondamentale per avere una vera democrazia.
Nel nostro paese in merito non possiamo negare che abbiamo dei problemi.
Le leggi sono fatte da un Parlamento dominato da lotte feroci tra i partiti che cercano non le migliori soluzioni legislative, ma quelle soluzioni che possono favorire i propri elettori, che possono giustificare le proprie teorie politiche. Il sistema giudiziario è complesso come funzionamento, troppo articolato, scarsamente e male automatizzato, lento e soprattutto, malauguratamente, in parte politicizzato attraverso associazioni parasindacali.
Inoltre, non esiste un sistema, come per esempio in Francia, in cui non è possibile varare una nuova legge senza indicare nello stesso tempo la o le leggi sostituite in tutto o in parte. Non si vuole dividere la magistratura inquirente da quella giudicante che sono due professioni e culture diverse per paura che se diventeremo una dittatura questa possa avocare a se quella inquirente. Ci sono istituti che vanno rivisti come la prescrizione, non si può perseguire un reato, forse con eccezione di quelli molto gravi, dopo quaranta anni.
Sono solo esempi, ma tanto altro ci sarebbe da dire. Il nostro paese è riuscito a distruggere una cultura giuridica che avevamo dai tempi del diritto romano, siamo riusciti a lacerare un valore come quello della equità e del prestigio dell’apparato giudiziario, non siamo riusciti a far evolvere il sistema e non siamo riusciti a creare delle regole per fare le leggi e per promulgarle, possibilmente senza coinvolgere la burocrazia attraverso i famigerati decreti attuativi, che possono rendere inutile il lavoro parlamentare e che rappresentano un potere forte del sistema.
3 marzo 2023 Ruggero Cerizza
Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza
Il precedente governo, nella “Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza” del Settembre 2022, indicava con malcelata soddisfazione, un deficit di bilancio 2022 di “solo” il 5,6 % del PIL, mentre a Febbraio 2023, il nostro Istituto di Statistica, fornitore ufficiale dei numeri sulla cui base si dovrebbero prendere le decisioni, corregge quel dato all’8%, con una revisione peggiorativa di più del 40%.
Credo di non peccare di lesa maestà se manifesto qualche serio dubbio sulla competenza contabile, se non sull’onestà intellettuale dei nostri governanti, almeno quando si fanno belli di risultati non ancora conseguiti e “correttamente” contabilizzati.
3 marzo 2023 Gianni Di Quattro
I migranti
Una cosa impressiona nella organizzazione italiana che è responsabile dei controlli delle barche che arrivano e, soprattutto, dei salvataggi. Il Ministero responsabile dell’immigrazione è il Ministero degli interni, il responsabile della Guardia di Finanza quello dell’Economia, il responsabile della Guardia Costiera quello delle Infrastrutture, il responsabile delle Capitanerie di Porto quello del Mare. Queste forze dovrebbero essere tra loro coordinate e spesso in tempo reale. Naturalmente può capitare che ciascun ministero dia ordini ai propri collaboratori che magari non sono in sintonia con gli ordini dati da altri ministeri ai propri collaboratori che dovrebbero operare in comune.
Ho l’impressione che nei corsi ad Harvard non raccomandano simili approcci organizzativi.
2 marzo 2023 Ruggero Cerizza
“Migranti, bufera sulle parole di Piantedosi”.
Questo è il tenore dei titoli odierni della stragrande maggioranza dei media e dei talk-show.
“Migranti, la UE ha trovato la soluzione”.
Questo è il tenore del titolo che aspetto da più di dieci anni. Con il seguente catenaccio: ” la UE ha deciso che ogni anno saranno accolti un “tot” di migranti economici e che istituirà un linea di traghetti – denominati “navi della speranza” – per trasportarli in condizioni umane e in sicurezza nel territorio europeo suddividendoli equamente nei vari stati”.
In un sol colpo, basta tragedie in mare, basta scafisti, basta ONG, basta utilizzo improprio della guardia costiera, basta centri di accoglienza, basta cooperative farlocche, basta irregolari allo sbando, ….ma, soprattutto, basta lacrime di coccodrillo!
1 marzo 2023 Ruggero Cerizza
Una veloce considerazione su Stoltenberg
Ogni volta che mi capita di sentire un intervento del segretario generale della Nato Stoltenberg (nomen omen?), nel quale detta la nostra - italiana ed europea - politica estera, mi sorge sempre spontanea una semplice domanda: ma questo signore chi lo ha eletto e a chi risponde? ai primi ministri europei?, al parlamento europeo?, alla commissione europea o alla sua presidentessa?, all’alto rappresentante dell'unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ?, al pentagono?, al presidente degli Stati Uniti? o direttamente al complesso militare-industriale-politico anglosassone?
Credo che noi europei una risposta chiara, non rileva quale, dovremmo prima o poi darcela.
20 gennaio 2023 Davide Torrielli
Leggo lo slancio di Boschetti nel difendere gli abitanti della steppa o meglio Vladimir.
Non entro nelle ragioni storiche di tanta veemenza né sulle ragioni di Putin nel tirare su tutto questo macello. Preciso inoltre che i russi e gli ucraini non mi stavano a genio prima e neanche ora.
Contesto invece fortemente quanto manicheamente affermi, Boschetti, sul fatto che ci siano motivazioni valide per invadere un’altra nazione sulla base di angherie e torti subiti.
Se questo metodo fosse corretto avremmo l’esercito israeliano che invade la Germania, l’India che invade l’Inghilterra, mezza Africa che impala i francesi, e tanti sarebbero gli esempi.
Le proprie ragioni non si fanno valere sparando missili sulla popolazione inerme ma sedendosi al tavolo e possibilmente, se ci si riesce, parlando, a meno che si sia governati da un pazzo furioso come è in effetti Putin che è talmente fuori di testa che l’unica speranza che abbiamo è che se ne accorgano i russi stessi e lo accoppino prima che ci faccia saltare in aria.
Per il resto credo che tu sia più adatto all’analisi delle icone che non a pareri di geopolitica.
Con affetto.
DT
10 gennaio 2023 Gianni Di Quattro
Si sono incartati tutti.
La guerra in Ucraina continua con le sue distruzioni, le sue vittime umane, con il problema delle forniture del gas e dei rapporti commerciali tra Europa e Russia, con gli effetti economici che si riscontrano in tanti paesi.
La situazione ad oggi è che la Russia ha fallito questa operazione speciale come pensava di chiamare la guerra per non spaventare i suoi cittadini, la Ucraina ha un paese distrutto, tanti morti e non può arrendersi dopo un anno rinunciando a territori e sovranità. La Cina appoggia la Russia ma non si muove, il suo leader si limita a sorridere quando incontra Putin, gli USA aiutano e anche pesantemente l’Ucraina ma la sua opinione pubblica comincia a rumoreggiare ed inoltre fra un anno inizierà la campagna elettorale per l’elezione presidenziale e i democratici non vorrebbero affrontarla con una guerra che supportano. La Unione Europea sostiene l’Ucraina, ma nei vari paesi si allargano i movimenti che spingono per azioni più decise per fare terminare la guerra. Il timore di recessioni e delle forniture energetiche per l’inverno 23/24 spaventa.
Le diplomazie certamente sono al lavoro, probabilmente tutti stanno parlando con tutti, Russia e Ucraina compresi. Ma finora non si è trovata la soluzione che consente ai contendenti di salvare la faccia e di non perdere, ma anche a chi li supporta di poter dire che non hanno affrontato sacrifici per niente.
La situazione in conclusione è in perfetto stallo e si può dire che tutti si sono incartati e non riescono a trovare, a pensare quale può essere il bandolo di questa matassa brutale e molto complicata.
Nel frattempo, le situazioni si appesantiscono e la necessità di chiudere questa operazione sta diventando più urgente e necessaria per tutti. Per questo motivo forse si può continuare a sperare che entro breve tempo qualcuno inventi l’algoritmo giusto per tutti. Comunque, potrebbe essere sufficiente che qualche genio della comunicazione progetti un sistema che vada bene a tutti e che consenta a tutti di dire che è finita bene. Naturalmente non può finire bene per nessuno e questa guerra ha evidenziato un sacco di problemi che adesso ballano sul tavolo di tutte le comunità. Ma questo è un altro problema.
6 gennaio 2023 Gianni Di Quattro
Una meraviglia fuori luogo.
In occasione della scomparsa del papa emerito Benedetto, i media del nostro paese si sono scatenati per cercare di raccontare come era stata la convivenza tra i due papi, tra quello emerito in pensione e quello vero ed operativo e cioè Francesco. Soprattutto per dirci che i due papi erano rappresentanti di due correnti diverse in Vaticano, i progressisti e quelli anticonciliari, conservatori. A questa seconda categoria apparteneva Benedetto che voleva la messa in latino, era contrario a qualsiasi apertura, predicava la tradizione. Al contrario Francesco continua da quando è stato nominato, seppur con attenzione e prudenza, a fare aperture, a cambiare. Il primo metteva la teologia davanti a tutto e il secondo invece la misericordia. Naturalmente dietro a queste correnti i media raccontano tutto quello che succede in una grande corte imperiale. Dove, dietro ai riti, alle vesti preziose, ai sacramenti ci sono speculazioni finanziarie, lotte intestine violente tra fazioni, una diffusa pedofilia che non si riesce ad estirpare perché diffusa a qualsiasi livello, strane voci su vecchi delitti, imbrogli insomma di qualsiasi tipo. Di questi temi si riempiono pagine di giornali, si organizzano trasmissioni televisive, esperti chiamati vaticanisti si confrontano. Bisogna dire con sincerità che lo spettacolo non è dei migliori. Però la domanda più importante è la seguente: tutto questo deve destare meraviglia? Dovremmo essere sorpresi o addirittura sbalorditi? O forse concretamente dovremmo prendere atto che tutto questo è la conferma, se si vuole ulteriore, che questa è la storia della Chiesa da un paio di millenni a questa parte.
3 gennaio 2023 Gianni Di Quattro
Provo a palare di PD.
Ho capito quello che tutti dicono e cioè che il PD sconta un difetto di formazione all’origine, è nato da correnti politiche diverse che non erano mai state assieme e che avevano priorità sociali ed economiche diverse. Si può dire culture politiche diverse. Per questo ha continuato a cambiare segretario, ciascuno dei quali ha fallito nel tentativo di guidarlo e per questo al suo interno vivono delle correnti che si combattono tra di loro. Queste correnti sino ad ora sono riusciti a convivere pur combattendosi, perché si distribuivano il potere che il partito ha potuto avere in tanti anni anche senza mai vincere le elezioni, ma grazie a capacità politiche di alcuni suoi leader ed a circostanze occasionali.
La situazione attuale è rappresentata da una sconfitta elettorale con un forte significato politico, una direzione, compreso il segretario, come d’abitudine, dimissionaria, un congresso fissato a lunga scadenza, e non si capisce il perché, diversi candidati che ambiscono a diventare segretari del partito. Questi candidati sono politici che la pensano in modo diverso l’uno dall’altro, ciascuno dei quali ha i suoi sostenitori e che, quindi, rappresentano le varie anime del partito. Varie anime che sono tanto distanti tra di loro che, malgrado dichiarazioni di fedeltà al partito anche nella sconfitta, pare difficile che essi riescano a collaborare per una nuova identità del partito. Ognuno di loro, almeno pare, che ne proponga una diversa dalle altre. Diversa negli obiettivi e negli approcci e nelle strutture
Dunque? Io penso che il PD subirà una o più probabilmente due scissioni, nel congresso o dopo il congresso. Forse la situazione costringerà il partito a ricominciare, a combattere per avviarsi verso un percorso che possa portarlo ad avere voce, una voce importante, nel futuro di questo nostro paese. Questa ipotesi non piacerà a molti, ma bisogna considerare, per chi è di sinistra, che è meglio un partito più piccolo, più coeso, che possa produrre idee e giocare un ruolo importante nella società non solo da un punto di vista politico, ma anche culturale e sociale. Cosa che l’attuale versione del partito non consente assolutamente.
3 gennaio 2023 Annalisa Rabagliati
Prima riflessione pubblica dell’anno
A inizio anno tutti facciamo propositi e riflessioni. I miei propositi sono rigorosamente privati e le mie riflessioni, con tutto quello che è successo nel 22 e tutti i lutti di dicembre, sono comuni a molti. Ma oggi, guardando il telegiornale, me ne è venuta una che ho scritto di getto e intendo condividere con voi ed è una serie di domande: ma questi idioti che imbrattano quadri famosi e ora anche il Senato, dicendo che ci preoccupiamo per così poco danno e non per il disastro ambientale, non capiscono che così facendo allontanano da una giusta causa la gente? Davvero credono di essere gli unici preoccupati per l'ambiente?
Credono che le persone civili non facciano, nel loro piccolo, quanto possono per l'ambiente? Imbrattare le opere di artisti che, come Van Gogh, hanno condotto una vita molto povera, mostra che non rispettano nulla e nessuno. E le vernici, sono ecologiche? Con che cosa sono prodotte? Come si smaltiscono? Se volevano "épater le bourgeois" ci sono riusciti. Però chissà perché lo fanno solo in Paesi democratici. Andassero in uno a caso dei Paesi totalitari, non penso che se la caverebbero con una ramanzina. La risposta giusta per far capire loro che sbagliano, sarebbe la completa indifferenza. Però sporcando una sede istituzionale rischiano di trascinare a destra tanti indecisi. È questo che vogliono? Un'altra risposta ci sarebbe: andare a casa loro, riempirla di deiezioni e chieder loro perché si preoccupano tanto di fronte a una simile inezia a confronto del problema ambientale.
Con molti auguri di un felice anno nuovo a tutti noi e all'ambiente.
RIFLESSIONI 2022