ASSOCIAZIONE CULTURALE NEL FUTURO
Nasce su iniziativa di un gruppo di professionisti come Associazione culturale senza fini di lucro con l’intento di costituire una comunità di persone che, apportando conoscenze dal proprio campo professionale ed esperienziale, possa contribuire ad una migliore comprensione di fatti e realtà attuali che in qualche modo avranno riflessi significativi sugli avvenimenti nel futuro.
Senza ovviamente avere la pretesa di riuscire a predirlo, risultato per definizione impossibile, vorremmo invece stimolare pensieri e riflessioni sui trend che possiamo aspettarci nelle diverse aree di indagine per un futuro perlomeno probabile e di conseguenza possibilmente meglio affrontabile.
E questo vale per tecnologia, economia, realtà sociali, aziende e organizzazioni, formazione, rapporti internazionali.
Auspichiamo una multidisciplinarità ed un vasto panorama affinché il confronto di idee scaturisca proprio da visioni culturali diversificate, nel senso più ampio del termine, senza peraltro rinunciare al rigore scientifico degli interventi più tecnici e specifici.
L’Associazione culturale Nel Futuro, nel perseguimento degli obiettivi indicati nelle sue linee guida statutarie, esplica la sua attività avvalendosi fondamentalmente di uno strumento decisamente innovativo basato sul web ossia nelfuturo.com: strumento che è allo stesso tempo rivista, bollettino, blog, luogo di incontri e discussioni via internet di una community di iscritti.
In qualità di comunità non solo virtuale di Soci e Partner, l’Associazione si impegna poi nello sviluppo di ogni forma di azione per la diffusione della cultura nelle aree più diversificate organizzando incontri, convegni, conferenze e seminari.
Elenco Soci e Sostenitori
Statuto
Una Associazione per fare cose.
Cose che riguardano tecnologie, mercati, comunicazione, cultura, bellezza, fantasia. Con la rete e creando nella rete un network di collegamenti, di segnalazioni, di scambi di idee, di notizie e di riflessioni.
Ma non solo con la rete, perché nel futuro pensiamo che è bello, interessante e utile promuovere incontri e momenti di confronto.
Cose che forse ci sono anche ma non in modo collegato e cioè con la stessa visione del futuro e del modo di vivere. Soprattutto cose indipendenti, sciolte da qualsiasi vincolo ideologico, partitico, strumentalmente commerciale. E senza condizionamenti culturali pure.
L’Associazione è, quindi, un contenitore promosso da due amici, ma aperto per principio ad altri amici disponibili a fare lo stesso percorso e convinti che questo possa essere utile, divertente, interessante.
Due amici che sono uniti certamente da un pezzo di storia professionale vissuta vicino e nella stessa azienda, ma che soprattutto condividono un po’ di valori che gestiscono la nostra vita e il nostro modo di essere.
In questo momento di grande cambiamento della società e di molte sue strutture, pensiamo che i sentimenti come l’amicizia, le emozioni, le speranze, la solidarietà, la cultura e la voglia di futuro sono le cose che ci consentiranno di andare oltre.
Ecco cosa vogliamo fare tutti insieme.
Gianni Di Quattro e Pietro Bordoli
Per crescere.
Vorrei innanzi tutto manifestare la mia gratitudine a tutti voi, nuovi e vecchi amici che mi avete coinvolto in questo nuovo ed affascinante progetto.
Un grazie speciale va anche a chiunque abbia deciso di seguirci e di collaborare con noi nella nascita e nella costante crescita di questa iniziativa.
Ed è proprio a loro a cui voglio sottolineare l’importanza del futuro di cui tanto si parla. Esso non si riferisce infatti ad un epoca lontana od al prossimo decennio, bensì ad un periodo di tempo molto più ravvicinato, al domani.
Ogni giorno ognuno di noi assume una serie di decisioni che avranno dirette ripercussioni su ciò che avverrà subito dopo. Il titolo del progetto “Nel futuro” è dunque un monito a fare attenzione alle decisioni che prendiamo ed al ragionare sulle conseguenze che ne scaturiranno in seguito.
Affidarsi quindi alla propria intelligenza, risultato più evidente della cultura di cui ogni uomo dispone, è l’unica soluzione per sopravvivere al domani.
La cultura per l’appunto, più preziosa di ogni valuta, più utile di qualsiasi petrolio, è la vera forza che muove questo mondo e che ha permesso a noi uomini di essere quelli che siamo ora.
La cultura, derivante dal latino colere, “coltivare”, è il risultato di tutte le esperienze e le conoscenze che l’uomo ‘coltiva’ dentro di se e che è poi in grado di trasmettere ad altri, un interminabile catena di fatti, idee, pensieri che lega tutti noi e ci permette di crescere interiormente.
Ed è proprio a questo che mira quest’associazione ed il suo progetto, a far sì che, organizzando eventi, scrivendo personali opinioni su ciò che accade attorno a noi e interloquendo con ogni persona che necessiti d’ aiuto, siano essi donne o uomini, manager od operai, giovani od anziani, chiunque possa venire a conoscenza di ciò che ancora non sa e che grazie alle nuove nozioni apprese possa maturare e sviluppare nuove idee che lo possano portare lontano sulla strada del futuro.
Come disse il filosofo Francesco Bacone “Sapere è potere” e noi vogliamo far si che ognuno, nel proprio piccolo, possa avere abbastanza potere per farcela con le proprie forze a raggiungere una serenità non solo economica ma soprattutto spirituale, per essere in pace con se stesso e con gli altri.
Ovviamente non sarà facile e non sarà un processo immediato, ma io, e soprattutto tutti noi che lavoriamo e crediamo in questa iniziativa ci impegneremo per far si che ciò avvenga nel miglior modo e nel più breve tempo possibile .
E con questo concludo il mio piccolo contributo, nella speranza di avervi chiarito le idee e di avervi dato nuovi stimoli a seguirci assiduamente anche in un futuro che mi auguro sia per tutti sempre migliore.
Gianluca Arcidiacono
Fumo di futuro
Il futuro non è più come una volta. Le palle di cristallo per le previsioni sono ora più costose, hanno dimensioni maggiori e devono essere più trasparenti, perché devono visionare uno scenario più vasto e complesso.
Le innovazioni tecnologiche ora hanno un effetto più dirompente in quanto non impattano solo nell’area di business a cui appartengono, ma pervadono anche altre aree non contigue. Cambiano i business model, i protagonisti non sono più gli stessi, scompaiono interi segmenti industriali e se ne generano di nuovi.
Innovazioni di progetto possono generare innovazioni di sistema: è il caso dell’iPod per il sistema dei media musicali.
Ad esempio la fotografia analogica, quella su pellicola, è sparita, sostituita dalla fotografia digitale. Ma i nuovi leader elettronici del digitale non hanno alcuna relazione con i vecchi leader della fotografia analogica, basata sulle pellicole e cioè sulla chimica. Non solo, ma la fotografia non è più un segmento autonomo di business in quanto, per grande parte, incorporato nei telefonini portatili intelligenti.
Lo scenario dei media musicali è radicalmente cambiato, in quanto ridisegnato dalla pervasività di Internet. Anche qui sono nati nuovi protagonisti e sono cambiate le basi economiche. In particolare un protagonista, Apple, ha utilizzato un prodotto, l’iPod, non gestendolo come tale (esistevano già prodotti aventi le stesse funzioni), ma utilizzandolo per creare un nuovo business model dei media musicali.
Internet ha cambiato lo scenario operativo della editoria libraria, agendo sia sulla stampa di libri (eBook) sia sulla distribuzione (Amazon.com).
Anche le informazioni su carta stampata, i giornali, stanno ristrutturandosi sui nuovi modelli di business, cercano formule per gestire al meglio l’informazione sui diversi media, affrontando serie problematiche, con le proprietà di diritti di autore, il pagamento delle informazioni gestite on-line, ecc.
I telefonini intelligenti sono diventati contenitori e promotori di applicazioni, creando un nuovo mercato per nuovi imprenditori innovativi. Nuovi operatori di comunicazioni, definiti OTT (Over The Top), tra cui Google, Facebok, Skype, Amazon, e altri, stanno mettendo in discussione il modello tradizionale degli operatori telefonici, che ancora non hanno trovato un modo per difendersi dalla pervasività degli OTT. Si tende a chiedere alle aziende telefoniche di fare investimenti sulla rete, ma lasciando agli OTT grande parte dei ricavi e dei profitti.
Pochi segmenti industriali riescono a resistere alla pressione che li porta verso nuovi business model. Sembra resistere, ad esempio, l’industria automobilistica, ma fino a quando?
I segnali per nuovi scenari si stanno già presentando. Ma nella sfera di cristallo appaiono altri indicatori e segnali che richiedono una grande attenzione.
La globalizzazione, di cui si è tanto parlato, è ora una realtà, ma diversa da come prevista. La diffusione degli operatori globali (cioè non più nazionali e neanche multinazionali), di cui l’esempio più significativo è Google, sta cambiando lo scenario mondiale ponendo domande su come e dove localizzare i profitti, come i governi possono interfacciare con tali operatori che sono diventati o stanno per diventare OTN o OTG e comunque OTX (cioè Over the Nation, o Over the Government o comunque Over the Taxes).
Vi sono aree in cui ci si domanda cosa e come privilegiare nel definire nuove regole di comportamento. Un esempio, per tutti, quello della privacy. L’invasione della privacy da parte della NSA (National Security Agency) fa riflettere: la protezione dal terrorismo giustifica l’invasione della privacy, ed in quale misura?
Ma il problema della privacy è presente ovunque, non solo nell’editoria ma anche nel commercio elettronico. Ci si domanda in quale misura possono essere utilizzati strumenti (quali i cookies) per conoscere le abitudini e i desideri dei consumatori. Le risposte e le regole che vanno decise possono condizionare seriamente lo sviluppo del commercio elettronico.
Ma la conoscenza dei nostri comportamenti da parte della rete fa si che la rete non sia più imparziale: data questa conoscenza è molto probabile che un cittadino di sinistra riceva prevalentemente messaggi di “sinistra” e il contrario un cittadino di destra.
Ho citato solo alcuni esempi di aree in cui il presente anticipa un futuro che richiede approfondimenti significativi, ma questo è solo l’inizio di un futuro ancora più complicato.
Le idee, più o meno aberranti, non mancano.
Pensate all’ intelligenza digitale incorporata nel corpo umano. I pace-makers sono una realtà e già forniscono informazioni significative sul comportamento cardiaco di un individuo. Ma vi sono già molte idee su come incorporare l’intelligenza digitale nel nostro corpo. Si parte da applicazioni semplici, ad esempio con la identificazione dell’individuo associandogli tutte le sue password. Ma non vi è dubbio che qualcuno penserà di incorporare qualcosa di simile al GPS per il posizionamento (è già applicato agli animali domestici: la tecnologia esiste).
Pensate, in questo scenario, ai problemi etici e di privacy nonché di controllo: chi decide e autorizza l’incorporazione di tali dispositivi?
E poi non sfugga il fatto che tali sistemi digitali intelligenti possono essere controllati dall’esterno. Nascono nuove categorie di hackers? Vi è la possibilità di essere etero controllati o etero-diretti?
Asimov nel definire le leggi dei robot non aveva pensato alla possibile robotizzazione dell’uomo sapiens.
Queste sono problematiche che ci auguriamo vengano affrontate prima che diventino realtà evitando di fissare regole a valle di scenari già consolidati: sarebbe troppo tardi. Purtroppo la storia della innovazione indica che le regole hanno sempre seguito l’innovazione, ma ora la pervasività delle innovazioni, grazie anche a Internet e ai social network, richiede la capacità di anticiparle.
La conclusione è che il futuro deve essere osservato con cura, non solo per le opportunità che offre, ma soprattutto perché ci consente di prevedere emergenti minacce. Non è un segnale pessimistico, ma siamo stati e siamo talmente entusiasti delle innovazioni e del loro impatto sociale ed economico che non sempre diamo il giusto peso alle problematiche che tali innovazioni generano.
Mi auguro che “nel futuro” trovi spazio un osservatorio e vivaci dibattiti su questi temi, aiutando la palla di cristallo delle innovazioni a non perdere visibilità.
E, citando Massimo Bucchi, speriamo di non sentire il fumo di un futuro andato a male.
Elserino Piol