Aggiornato al 20/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Leon Zernitsky (Moscow, 1949 - Thornhill, Ontario, Canada) - Evaluation

 

Toh!  chi si rivede? .... l’inflazione!

di Bruno Lamborghini

 

Negli USA la nuova Amministrazione Biden ha introdotto e fatto approvare dal Congresso uno stimolo fiscale di 1.900 miliardi $ che si aggiunge agli interventi di Trump nel 2020 per 1.200 miliardi $ per affrontare la crisi Covid. 

Il nuovo pacchetto (in parte una helicopter money!)  è rivolto a contribuire alla ripresa dei consumi e dell’economia, ma soprattutto ad affrontare una povertà ormai su scala nazionale ed a promuovere una lotta alle disuguaglianze economico sociali ormai divenute, ad opera della crisi pandemica in tutti i paesi, un grave fattore di mancato sviluppo e di forti tensioni sociali.

Lo stimolo fiscale di Biden, comparabile agli interventi durante il new deal degli anni 30, porterà lo sviluppo del PIL USA nel 2021 ad una crescita tra il 6 ed il 7%, non distante dalla crescita prevista in Cina, ma distante dalla crescita attesa in Europa (attorno al 4%).

L’intervento massiccio di 1.900 miliardi $ ha portato ad un repentino aumento dei tassi di interesse a lungo dei bond USA. Le grandi emissioni di titoli di debito pubblico per finanziare queste misure implicano un effetto di spiazzamento nei confronti della finanza privata. Gli indici azionari ne hanno risentito così come i tassi a lunga anche in Europa, mentre si manifestano effetti svalutativi in alcuni paesi emergenti. Ma ciò che appare preoccupare è la possibile ripresa dell’inflazione dopo una lunga assenza.

Come è noto, la politica di quantative easing (acquisto titoli con generazione di massicce quantità di liquidità) da parte della Federal Reserve e della Banca Europea in atto da diversi anni per affrontare le diverse fasi recessive ha un limite ufficiale nell’impedire il superamento del tasso inflazionistico del 2%. Ora, se lo shock di domanda innescato dal piano Biden potrà rischiare di determinare un aumento dei prezzi oltre il 2%, le politiche espansive delle banche centrali potrebbero rallentare o fermarsi.

Occorre considerare anche che i prezzi delle materie prime stanno mostrando una tendenza alla crescita, grazie alla forte ripresa USA e cinese.  Si ritiene comunque che i rischi di crescita inflazionistica siano contenuti, così come un sensibile aumento dei tassi di interesse. Va peraltro considerato che gli stimoli fiscali introdotti per affrontare la grave crisi pandemica in USA, in Europa ed in Cina potranno rimettere in campo tassi di interesse positivi dopo i tassi negativi degli ultimi anni ed anche fattori inflazionistici indotti dalla crescita della domanda. L’inflazione appare quindi un nuovo elemento da considerare nei bilanci delle famiglie e delle imprese. Occorre ricordare che vi è una “”inflazione buona” quale segnale di una economia in ripresa trainata da una crescente domanda di consumi e di investimenti rispetto ad una “inflazione cattiva” indotta da fattori speculativi o da rendite monopolistiche.

Vi è poi l’inflazione pesante che caratterizza alcuni paesi, in America Latina o altrove, con drammatici effetti sulle economie. Infine, va ricordato che l’inflazione agisce con effetti di “ristrutturazione silenziosa” sul rapporto debito pubblico/PIL e sulla riduzione del “rimborso reale” dei titoli.

La trasformazione digitale ci ha abituati ad una continua riduzione dei prezzi delle tecnologie e dei servizi relativi, ma occorre ricordare che la “data economy” si è sviluppata con modalità anomale senza una effettiva corrispondenza tra gli input di dati a costo zero ed i prezzi dei servizi, generando così anomali rendite monopolistiche da parte delle tech companies, una condizione squilibrata che rischia di creare bolle finanziarie e mostruosi profitti e deve quindi ritrovare elementi di riequilibrio economico in cui si possano ridefinire nuove condizioni di valori di mercato tra input ed output della value chain.

Concludendo, la ricomparsa dell’inflazione va controllata, ma può anche rappresentare un segnale positivo verso un sano riequilibrio economico tra domanda ed offerta in un contesto di sviluppo reale.

 

Inserito il:16/03/2021 11:56:40
Ultimo aggiornamento:21/12/2021 18:56:58
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