Aggiornato al 20/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Brandy Magill (Fort Lauderdale, FL, United States) - Hydrogen

 

Commento all'incontro sul tema della mobilità ad idrogeno

di Ruggero Cerizza

 

Lo scorso venerdì 10 dicembre, ho partecipato all’incontro di “Nel Futuro” sul tema della mobilità ad idrogeno; anche in questa seconda occasione ho molto apprezzato gli interventi dei relatori e l’interessante e vivace dibattito che ne è seguito. Trovo questa nuova iniziativa della nostra Associazione davvero interessante e molto coinvolgente e per questo il mio plauso va a Pietro e Gianni per la sua ideazione e conduzione e, naturalmente, a tutti i relatori per la chiarezza e per i notevoli contenuti informativi.

Sul tema specifico dell’ultimo incontro: la mobilità ad idrogeno mi sono rimasti due dubbi che vorrei brevemente illustrare.

Non ho colto, sicuramente per mia disattenzione, dalla esposizione di Vincenzo Rampolla (*) quali sono i parametri di efficienza e di economicità di scala degli attuali processi di estrazione/produzione dell’idrogeno.

Non ho una preparazione scientifica e quindi le mie considerazioni sono affette da questo limite di base.

Fatta questa doverosa premessa, le mie conoscenze sono ferme al fatto che, essendo l’idrogeno non un carburante naturale bensì un vettore energetico, il suo processo produttivo richiede la somministrazione di energia elettrica.

Quindi, se fosse vera l’affermazione precedente, ricadremmo nella stessa contraddizione, già emersa durante l’incontro precedente nei riguardi delle auto elettriche: la mobilità ad idrogeno così come quella elettrica non riduce le emissioni di CO2 ma le sposta solo dalle strade alle aree dove insistono gli impianti di produzione dell’energia elettrica.

Quindi le modalità di sostituzione della mobilità a idrocarburi possono essere definite “green” o a “zero emissioni” se e solo se l’energia elettrica necessaria alla fabbricazione di idrogeno e al caricamento delle batterie è generata da impianti fotovoltaici, eolici o idroelettrici e se i relativi processi di conversione a cascata abbiano un accettabile grado di efficienza e di economicità di larga scala.

Il secondo dubbio è di natura più generale.

Negli ultimi anni sul tema dell’origine antropomorfa del surriscaldamento globale abbiamo assistito oltre al proliferare di studi e ricerche scientifiche ed accademiche sull’entità e sulle origini delle mutazioni climatiche, spesso in aperta contraddizione tra loro, anche ad ondate di comunicazione generate dai governi nazionali e sovranazionali, spesso sensazionalistiche e sostenute dalle potenti lobbies coinvolte, da una parte sui metodi e sui processi di produzione di energia elettrica che dovremmo adottare per ridurre questo fenomeno e, dall’altra, focalizzandosi, quasi esclusivamente, sulla riduzione delle emissioni generate dalla mobilità privata e dai trasporti, come se ne fossero la causa più rilevante.

Da qui l’abbraccio quasi fideistico della “mobilità elettrica” come panacea di tutti i mali, tuttavia, non appena si passa da pochi autoveicoli elettrici usati in città all’estensione su larga scala, ci si rende conto delle questioni connesse, tra le quali principalmente: adeguamento del sistema di distribuzione dell’energia elettrica per sostenere il maggior carico derivante dal caricamento delle batterie, la scarsa efficienza del processo di conversione ed accumulo, il dimensionamento dei punti di ricarica per accogliere contemporaneamente (pensiamo agli esodi estivi) un numero rilevante di autoveicoli elettrici ed il relativo sovraccarico sulla rete primaria. (senza voler entrare in questa sede sulle tematiche occupazionali nell’industria automobilistica, sulla attuale concentrazione della produzione di batterie in Asia e sul loro processo di smaltimento)

Sebbene non mi pare che sia stata ancora compiutamente valutata e pianificata la soluzione di queste tematiche, ci vengono comunicati, in maniera perentoria ed apodittica, obbiettivi e tempi di sostituzione del motore endotermico con quello elettrico di tutto il parco viaggiante e, nel contempo, sovvenzioniamo l’acquisto privato di mega SUV elettrici mentre non abbiamo ancora sostituito tutti gli autobus del servizio pubblico.

Non contenti, in questa situazione di indeterminatezza, ci dicono che la nuova frontiera è la “mobilità ad idrogeno”.

Ho l’impressione che per inseguire narrazioni ad effetto stiamo perdendo il lume della ragione.

 

(*) Qui sotto il link per accedere alla presentazione Power Point di Vincenzo Rampolla, redatta in occasione dell'incontro citato:

Clicca qui per la versione Power Point
 

oppure

Clicca qui per la versione PDF

 

Inserito il:13/12/2021 12:30:06
Ultimo aggiornamento:14/12/2021 10:47:33
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