Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Ercole Aiani (Como, 1947 -   ) - Lune-3 (2015) - Dipinto a mano su velluto

 

Arte e creatività nella stampa dei tessuti

di Pietro Bordoli

 

Intervista a Ercole Aiani, titolare della S.T.P. s.r.l.

Ercole Aiani si occupa di stampa su tessuti da oltre cinquanta anni. E’ stato titolare negli anni 1970-2000 della stamperia MAR, da lui fatta crescere fino ad un organico di una sessantina di persone e poi messa in liquidazione per il pesante calo del fatturato nel 1999. Oggi gestisce una piccola realtà imprenditoriale che si è specializzata nella stampa di tessuti destinati all’alta moda con ricerca continua di soluzioni innovative e inimitabili con le normali tecniche di stampa sia tradizionale che digitale.

Nel Futuro lo interroga sull’attuale stato dell’arte del settore.

 

Ci troviamo in un momento di crisi importante dell’intero settore tessile e anche la stampa tradizionale su tessuto non ne è esente. Prima di parlarne potrebbe sintetizzarci, nei limiti del possibile, un accenno alla sua storia?

La stampa dei tessuti viene da molto lontano, basti pensare alle citazioni di Plinio il vecchio riferite a tessuti variopinti provenienti da Cina, India, Persia; un tampone da stampa è stato rinvenuto in uno scavo archeologico in Egitto ed è databile intorno al V secolo d.C., ma le prime stampe risalgono a parecchi secoli prima di Cristo.

I metodi di stampa si sono evoluti nel tempo anche in Europa (Olanda, Francia, Germania) a partire dalla metà del ‘600, tanto che, grazie a nuove tecniche e nuovi tipi di colori, già alla fine del secolo erano in piena attività stamperie anche in Inghilterra e Svizzera.

Nel XIX secolo il primato del settore spetta al distretto di Lione in Francia, primato mantenuto fino ai primi anni del secolo scorso per essere poi ceduto alle aziende del Comasco.

A Como, divenuta in particolare “capitale della seta”, tessiture, tintorie e stamperie hanno rappresentato la parte preminente dell’economia del territorio con realtà industriali di dimensioni di tutto rispetto che hanno impiegato tra diretti e indotto decine di migliaia di persone.

I grandi volumi di stampa della seconda metà del secolo scorso sono stati determinati, oltre che dalle fluttuazioni positive della moda, essenzialmente dall’introduzione del quadro di stampa (brevetto inglese del 1907), dall’invenzione americana di una macchina (la mano-macchina del 1921) per l’ottimizzazione dell’uso dei quadri ed infine dalla rotativa a cilindro del 1962.

 

Negli ultimi venti anni hanno fatto irruzione sul mercato le stampanti digitali (ink-jet) che permettono di trasferire direttamente il disegno sul tessuto bypassando quadri e cilindri. Può essere questa la ragione della crisi delle stamperie tradizionali?

La stampa a getto di inchiostro semplifica oggettivamente molte delle fasi di preparazione ed esecuzione richieste dalla stampa tradizionale riducendone di molto i costi ammortizzabili solo in presenza di ordini di migliaia di metri di tessuto da stampare con lo stesso disegno.

La stampa digitale vede la sua applicazione ottimale per piccole tirature, campionature, ricerca di varianti, benché ormai le prestazioni delle stampanti a getto d’inchiostro abbiano raggiunto livelli di piena soddisfazione anche per tirature più consistenti.

Sul piano qualitativo i risultati sono eccellenti, peraltro possiamo fare un paragone tra la musica ascoltata da un disco 33 giri (purché nuovo) con il migliore dei CD. I veri amatori restano affezionati al vinile, analogico vs digitale!

La crisi del settore comunque non viene da motivi tecnologici, ma dalla concorrenza di paesi come Cina, India e Turchia, in grado di stampare per i grandi clienti volumi imponenti a costi decisamente ridotti. Sui quantitativi medi e piccoli il digitale fa il resto penalizzando così le stamperie tradizionali.

 

Come riesce la sua STP a reggere il confronto con le poche stamperie tradizionali di grandi dimensioni ancora in attività e con le molte realtà digitali?

La nostra azienda si è concentrata su una nicchia di mercato che è quella della realizzazione di stampe per le griffe dell’alta moda (Louis Vuitton, Dolce & Gabbana, Prada, Dior, Armani, Gucci, Yves Saint Laurent) rispondendo alla richiesta dei loro designer sempre alla ricerca di idee nuove sia per i tessuti d’abbigliamento che per i diversi accessori (borse, foulard, pochette, cravatte).

Spesso siamo noi stessi che proponiamo soluzioni e varianti assolutamente originali rese possibili dall’aver implementato alcune tecniche di stampa tradizionale mediante sovrapposizioni ed arricchimenti con più passaggi ed aggiunta di elementi decorativi (paillettes, glitter, floccaggio, perline).

Meglio delle parole, che scivolerebbero in un eccesso di tecnicismi, lascerei alle foto l’illustrazione di questo aspetto.

 

Una realtà quindi che coniuga esperienza, creatività, ricerca di soluzioni innovative, personale specializzato e tanto amore per l’arte e la bellezza. La crisi del settore è profonda e non è sicuramente il lavoro di nicchia che può risolverla, ma questa nicchia, se utilizzata sapientemente dai grandi gruppi tessili, permetterà al pubblico di godere anche di prodotti unici e affascinanti. Complimenti.

 

  

 

 

(mail to: pietro.bordoli@nelfuturo.com)

 

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Inserito il:30/10/2020 19:00:39
Ultimo aggiornamento:20/12/2020 17:34:33
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