Serge Alain Nitegeka (Burundi, 1983 - ) – Colour & Forms LXXII, 2018
Mo Ibrahim il pioniere etico delle telecomunicazioni in Africa
di Achille De Tommaso
Mo Ibrahim è pressoché sconosciuto in Italia, e in gran parte dell’Europa. Chi lo conosce al massimo lo conosce per essere un buon tecnologo, oppure uno che con la tecnologia ha fatto tanti soldi.
Eppure, per molti versi, non solo Ibrahim, come pioniere/visionario, può stare alla pari di Gates, Zuckemberg e Jobs, ma, anche come benefattore si è dimostrato un innovatore; infatti non ha solo introdotto gli africani nel mondo delle comunicazioni mobili; ma ora sta investendo le sue risorse per sviluppare una rete di leader africani professionali ed etici, per le generazioni future.
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Fu nei primi anni '70 che Mo Ibrahim si imbatté nell'idea rivoluzionaria che diede vita a una rivoluzione globale nelle comunicazioni mobili. Ibrahim, un giovane ingegnere all'epoca, stava frequentando un programma di formazione dell'International Telecommunications Union (ITU) presso la sede di questa organizzazione a Ginevra. Durante un viaggio in taxi attraverso il centro città, Ibrahim scoprì che il suo tassista stava usando un sistema radio nella sua auto; in un'area edificata, ossia senza essere in vista diretta di un satellite.
Per l’Africa, in cui, per vari motivi, ha sempre prosperato l’industria delle comunicazioni satellitari, questo fenomeno era abbastanza nuovo; in realtà era abbastanza nuovo anche per l’Europa. Non lo era, per ovvi motivi che vedremo poi, per Imo: egli si rese conto di poter applicare ciò che aveva appena visto in un audace progetto di comunicazione mobile.
Nato in Sudan nel 1946, Mo Ibrahim trascorse gran parte della sua infanzia nel suo paese d'origine, prima di recarsi in Egitto dove conseguì la laurea in scienze all'Università di Alessandria . Tornò in Sudan all'età di 22 anni e prese un lavoro come ingegnere presso l'operatore di telefonia fissa del Sudan.
Desideroso di sviluppare la sua carriera di ingegnere, nel 1974 si trasferisce nel Regno Unito per conseguire la laurea in ingegneria elettrica alla Bradford University, e successivamente persegue un dottorato in comunicazioni mobili a Birmingham. Dopo i suoi studi, BT lo assunse come direttore tecnico. Volevano che lavorasse con loro per costruire la prima rete veramente globale della Gran Bretagna.
Nel gennaio 1985, Ibrahim inventò quindi la vera prima vera rete di telefonia mobile al mondo. La rete che aiutò a costruire si presentava infatti come l'unica rete al mondo che progettata fin dall'inizio per supportare i "portatili veramente portatili", ossia telefoni che si potevano tenere agevolmente nel palmo di mano, e non pesanti scatole progettate principalmente per essere utilizzate in auto. La rete di telefonia mobile di Ibrahim pose le basi per la comunicazione mobile come la conosciamo oggi.
Per Mo questo si presentava come il lavoro che aveva sempre sognato: un progetto altamente qualificante e innovativo, con uno stipendio piuttosto elevato , con sostanziosi bonus e altri vantaggi correlati al suo lavoro di alto profilo. Ma non era felice.
Ibrahim era eccezionalmente appassionato di comunicazioni mobili; e cercò di convincere il management di BT a investire più risorse in questa straordinaria nuova tecnologia, ma l'organizzazione non prevedeva un particolare futuro nelle comunicazioni mobili (ricorderete anche voi che all’inizio queste comunicazioni erano viste più che altro come “gadget” per manager esibizionisti…). BT stessa lo considerava poco più di una specie di esperimento.
Da questo atteggiamento Ibrahim rimase sconvolto: lui era chiaramente convinto che il futuro delle comunicazioni fosse nei dispositivi portatili. E fu frustrato dal supporto poco brillante di BT per la sua visione; nel 1989, lasciò quindi l'azienda e partì per lanciare la sua impresa, la Mobile Systems International (MSI) nella sua patria. (1)
La MSI si sviluppò per fornire consulenza, software applicativo di gestione e pianificazione della rete al settore wireless. Ovviamente, l’irrequieto Ibrahim stava facendo qualcosa di giusto, perché si dice che già dopo quattro settimane dal suo avvio, MSI era diventata redditizia. Ebbe così tanto successo che nel secondo mese Ibrahim stava già guadagnando molto di più rispetto ai suoi precedenti capi alla British Telecoms.
Intanto un numero crescente di società di telecomunicazioni in tutto il mondo stava acquisendo licenze GSM (Global Systems for Mobile), ma pochissime di loro avevano un'idea di base su come sviluppare e progettare reti per supportarle; e fare ciò si rivolgevano a MSI.
Il servizio di MSI era molto richiesto da tutte le principali società di telecomunicazioni di tutto il mondo; e la società prosperò.
Nel suo primo anno di attività, MSI realizzò un profitto lordo di oltre 300.000 $, e i ricavi aumentarono in seguito costantemente con una media dell'80% all'anno. MSI divenne leader globale nella progettazione di reti. Nel 2000, Ibrahim vendette la società a Marconi per 914 milioni di $.
Con il nuovo capitale derivato dalla vendita di MSI, iniziò a perseguire l'ambizione che aveva curato per diversi anni: costruire la propria compagnia di telefonia mobile panafricana.
All'epoca, i paesi di tutta l'Africa stavano liberalizzando le loro normative in materia di telecomunicazioni , e i governi offrivano licenze operative per telefoni cellulari a prezzi convenienti. Questa era un'opportunità che Ibrahim non era disposto a ignorare. La maggior parte delle compagnie di telefonia mobile straniere avevano paura di avventurarsi in Africa a causa delle sue peculiarità socio-economiche e ai governi mancava il know-how tecnico per costruire sistemi di telefonia mobile. Tuttavia, c'era una crescente domanda di impianti di telecomunicazione in Africa.
Ibrahim intraprese una serie di cicli di finanziamento del debito e del capitale per finanziare l'acquisto di licenze di telefonia mobile in tutta l'Africa. Nel suo primo round di raccolta fondi, raccolse circa 16 milioni di $ e successivamente acquisì licenze in Uganda, Zambia, Malawi, Sierra Leone e Congo Brazzaville.
L'anno seguente, raccolse 35 milioni di $ e prese ulteriori licenze in Gabon, Ciad, Repubblica Democratica del Congo e Guinea. Due anni dopo, alzò ancora la posta, raccogliendo $ 216 milioni, che usò per ottenere licenze in Niger, Burkina Faso, Sudan e Tanzania. Presto, la compagnia di telefonia mobile di Ibrahim, la CELTEL divenne l’operatore dominante nelle telecomunicazioni africane .
Quando Ibrahim vendette Celtel nel 2005 a Mobile Telecommunications Company (MTC), un operatore con sede in Kuwait, per 3,4 miliardi di dollari, l'azienda vantava operazioni di telefonia mobile in circa 15 paesi, con oltre 8000 dipendenti e oltre 20 milioni di abbonati. La vendita lo rese immediatamente uno degli uomini più ricchi del mondo, con una fortuna stimata di circa 3 miliardi di $.
Nel frattempo, i numerosi viaggi di Ibrahim in Africa gli avevano mostrato l'estrema povertà nel continente. E voleva fare qualcosa al riguardo.
Fu tentato di seguire l'approccio tradizionale per alleviare la povertà africana: inviare coperte in Darfur, riso in Niger. Ma durante un volo sul Kenya, la realtà della necessità di un approccio diverso lo colpì. “Ho guardato fuori dal finestrino. Il paese era così rigoglioso, così verde. Mi chiedevo come mai le persone lì potessero avere fame”. “Guardando gli spazi, enormi, infiniti, animali, acqua…sono giunto alla conclusione che se non sei governato correttamente, non puoi andare avanti. Tutto il resto è secondario”; pensò Ibrahim.
Nel tentativo di offrire una soluzione per risolvere la crisi della leadership in Africa, Ibrahim fondò la Fondazione Mo Ibrahim, che supporta una governance migliore ed etica in Africa, e l' indice Mo Ibrahim (2), per valutare le prestazioni delle nazioni nel senso etico. Nel 2007 avviò poi il Premio Mo Ibrahim (3) per il conseguimento della leadership africana , che assegna un pagamento iniziale di 5 milioni di $, e un vitalizio annuale di 200.000 $ ai capi di stato africani che conseguano obbiettivi di buon governo e trasferiscano democraticamente il potere ai loro successori. È stato descritto come il premio più prezioso al mondo e ha spinto i media internazionali a riferirsi a Ibrahim come "il Nobel africano".
Finora ci sono stati un certo numero di destinatari del premio. Il primo destinatario fu l'ex presidente del Mozambico, fu Joaquim Chissano . Nel 2008, il premio è stato assegnato a Festus Mogae , ex presidente del Botswana, mentre l'ex presidente di Capo Verde, Pedro Pires, è stato il destinatario nel 2011. A Ellen Johnson Sirleaf è stato assegnato nel 2017 .
Oltre a distribuire ricompense finanziarie a leader africani esemplari, la fondazione pubblica anche l'indice Ibrahim di governance africana, (2) che classifica i 53 paesi africani in base allo sviluppo umano ed economico, ai diritti politici, alla sicurezza personale e allo stato di diritto. Fin dalla sua istituzione nel 2005, questo indice ha fornito agli africani gli strumenti per misurare accuratamente le prestazioni dei loro leader e per renderli responsabili.
Ibrahim è diventato una delle autorità più rispettate dell'Africa in materia di affari e di buon governo. Sebbene i critici abbiano a lungo sostenuto che i suoi 5 milioni di dollari non sono incentivi sufficienti per attirare i leader africani a respingere la corruzione, l'avidità e l'interesse personale; nessuno può negare il fatto di essere lui all'avanguardia del cambiamento in Africa, e uno dei principali attori del rinascimento contemporaneo del continente
- http://www.whartoncapetown08.com/bio-ibrahim.html
- https://mo.ibrahim.foundation/
- https://mo.ibrahim.foundation/prize
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