Aggiornato al 22/12/2024

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Voltaire

Adam Nieman (United Kingdom) - Global Co2 Emission Rate Art Print

 

Quale futuro per l’auto elettrica?

di Bruno Lamborghini

 

Lo straordinario successo di Elon Musk e della sua Tesla, che ha raggiunto livelli inimmaginabili di borsa, ha posto al centro dell’attenzione mondiale l’automobile elettrica come principale obiettivo dell’industria automobilistica ed anche come possibile risposta alla eliminazione delle emissioni di gas serra che stanno moltiplicando il riscaldamento globale e la perdita delle biodiversità.

Quindi, tutta l’industria automobilistica mondiale sta orientando le proprie scelte verso l’auto elettrica, in particolare il governo cinese ne ha fatto un obiettivo nazionale, iniziando in modo intelligente a produrre batterie che rappresentano il vero fattore determinante, mentre altre case e paesi sono spesso senza una produzione diretta di batterie, il che rappresenta un forte handicap.

Le auto a motore a scoppio con uso di carburanti fossili, sin dal primo ‘900 con la Ford T, hanno costituito il principale driver dello sviluppo industriale, procedendo nel tempo senza fondamentali cambiamenti tecnologici. Si è trattato del maggiore processo industriale che ha influito direttamente sulla crescita economica e sociale e sui consumi di massa, mentre ora l’auto viene considerata una causa della crisi ambientale. La diffusione delle autovetture è cresciuta assieme alla crescita straordinaria della popolazione mondiale, che è triplicata nel corso degli ultimi settanta anni, portando la circolazione delle auto in molti paesi a livelli vicini alla saturazione.

Ora c’è da chiedersi quale scenario si prospetta con la sfida dell’auto elettrica, un cambiamento radicale od il proseguimento di un trend? Proviamo a partire dall’obiettivo che appare come primario nello sviluppo delle auto elettriche e cioè la eliminazione delle emissioni di C02 con la diffusione di “auto pulite”.

Dai dati che suddividono le emissioni di gas serra per fonti a livello mondiale risulta che i trasporti rappresentano il 16%, di cui le autovetture sono l’8%, a fronte del 24% prodotto dall’industria, il 18% dalle attività agricole, in particolare gli allevamenti con il 10%, gli edifici con il 18%. Da cui risulta che le emissioni prodotte dalle auto non sono la causa primaria, mentre le politiche mondiali per la riduzione delle emissioni dovranno soprattutto porsi l’obiettivo di affrontare le trasformazioni non semplici e costose delle due cause maggiori e cioè l’industria e l’agricoltura.

Se analizziamo i principali paesi causa di emissioni, vediamo in testa la Cina con il 28%, gli USA con il 16%, l’Europa con il 6%. Per continenti, l’Asia è fonte di emissioni per la metà delle emissioni mondiali. Quindi una prima conclusione, l’auto a combustibili fossili produce certamente emissioni ed anche particelle inquinanti, ma vi sono attività più preoccupanti.

Tuttavia, l’auto è vista come grande fattore di inquinamento perché tutti noi lo possiamo direttamente percepire ed anche perché è l’area sociale più sensibile da parte dei media e della politica. 

Procedendo nell’analisi, non vi è dubbio che l’auto “elettrica pura” non produce emissioni, ma ne produce l’energia elettrica da cui è alimentata, qualora questa non venga prodotta da fonti alternative ed invece da carburanti fossili. L’energia elettrica nel mondo è ancora principalmente prodotta con carburanti fossili, ad esempio con il carbone per il 46%, cioè il fattore più ricco di CO2 (la Cina il 70%, la Polonia il 90%, gli USA il 31%, l’Europa il 26%).

Quindi, se a valle l’auto elettrica ha zero emissioni, a monte l’energia elettrica che utilizza produce emissioni con effetto cumulato complessivo senza determinare alcun miglioramento. Ci si augura che tra qualche tempo l’energia elettrica, almeno in qualche paese e forse non in tutto il mondo, venga prodotta con fonti alternative e allora si potrà parlare di “auto pulita”. La Cina punta ad essere leader mondiale nelle auto elettriche, grazie al controllo delle batterie e ha previsto un ambizioso piano per la produzione e diffusione in Cina di auto elettriche senza più auto a carburanti fossili.

Nel mondo attualmente la quasi totalità delle batterie sono prodotte in Cina, Corea e Giappone, mentre altrove si sta iniziando. L’Unione Europea nell’ambito del programma di riduzione delle emissioni al 55% nel 2030 ed al 100% nel 2050, pone come obiettivo al 2030 una produzione europea di 30 milioni di auto elettriche, di cui elettriche pure 55%, semi ibride 23%, full ibryd 11%, plug in 10%, idrogeno 0,5%. Quindi, metà elettriche pure e metà ibride, cioè con motore a combustibile più motore elettrico.

Attualmente (II trimestre 2021), le nuove immatricolazioni in Europa registrano: 7,5% elettriche pure, 19,3% ibride, 8,4% plug in, 41,8% benzina, 20,4% diesel, cioè 62,2% a combustibili e se sommiamo a queste il 27,7% di ibride, arriviamo ad un 90% di auto a combustibili fossili. 

Quindi, nell’arco di 9 anni al 2030 le immatricolazioni di auto a combustibili passerebbero dal 90% al 50% con una riduzione parziale delle emissioni. E’vero che le ibride possono operare con motori elettrici, ma è da chiedersi in che misura gli utenti si avvarranno dell’elettrico, forse solo in città e sarebbe certamente un vantaggio.

E’auspicabile anche che si accresca la ancora limitata diffusione di stazioni di ricarica che sono fattore determinate per la diffusione di elettriche. Inoltre non appare ancora chiaramente l’effettiva durata delle batterie ed il ricambio. Il tema delle batterie è il più critico, sia per quanto riguarda il loro possibile riciclo, ma in particolare per le materie prime di cui sono costituite: il litio si trova principalmente in Cile, Argentina e Bolivia e viene estratto con grandi quantitativi di acqua che determinano gravi inquinamenti nelle falde acquifere, tenuto conto che il mercato ne moltiplicherà  la richiesta con probabili difficoltà e carenze di forniture; l’altro minerale è il cobalto, prodotto in Congo ed in altre aree africane, con effetti tossici nella sua estrazione in cui viene impiegato anche  lavoro minorile ed anche qui con possibili ritardi di fornitura, conseguenti a forte crescita della domanda, oltreché per rischi geopolitici.

Sono allo studio ricerche di altri componenti meno dannosi, ma con ancora incerte prospettive, così come si cerca di ridurre le emissioni dei combustibili fossili. L’evoluzione verso le auto elettriche richiede significative riorganizzazioni produttive, essendo l’auto elettrica di fatto una carrozzeria con grandi batterie e a differenza della tradizionale auto a combustibili, richiede minori tempi di produzione e assemblaggio con possibili effetti occupazionali, in particolare per chi non produce anche le batterie. 

La promozione delle auto elettriche è oggetto di rilevanti sussidi pubblici da parte di molti paesi, estesi anche ai modelli ibridi che in parte del loro uso non riducono le emissioni. Lo scenario 2030 e anni seguenti per l’auto si presenta complesso, come è complesso il quadro delle iniziative rivolte a raggiungere zero emissioni nel mondo.

Le conclusioni del Cop26 di Glasgow non hanno raggiunto risultati significativi, forse il messaggio più naturale senza dover ricorrere a costose e  complesse riduzioni dell’attività industriale, che  Cina e  India non intendono attuare nei prossimi decenni, è la proposta di piantare mille miliardi di alberi nel mondo e interrompere la deforestazione in Amazzonia per riassorbire il CO2 prodotto (nella terra sarebbero rimasti sinora solo tre mila miliardi di alberi con rischi di ulteriore riduzione). Con riferimento all’auto elettrica, questa si prospetta ancora relativamente poco significativa in termini di riduzione delle emissioni, mentre rappresenta la via per cercare di rinnovare gradualmente il parco auto con un passaggio meno problematico via auto ibride in particolare per i modelli medio alti. Occorre tenere presente anche quale potrà essere il ruolo della Cina nel mercato mondiale attraverso le batterie e la produzione di auto elettriche a basso costo. Probabilmente, l’auto elettrica rappresenta una tappa intermedia verso l’auto a idrogeno che presenta interessanti opportunità, assieme ancora ad elevati costi energetici di produzione e comunque sempre in funzione della produzione dell’energia elettrica, analogamente all’auto elettrica, per mezzo di fonti alternative, invece che con carburanti fossili, al fine di eliminare le emissioni di gas serra.   

     

 

Inserito il:16/11/2021 10:51:24
Ultimo aggiornamento:16/11/2021 11:06:20
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