L’ignoranza di un paese.
Un articolo di Alessandra Dal Monte sul settimanale “sette” riporta una inchiesta sondaggio fatta lo scorso Agosto da “Global advisor”, strumento di ricerca che monitora mensilmente fino a 24 territori, sullo stato di ignoranza dei paesi oggetto di indagine, tra cui l’Italia. E appunto il nostro paese risulta primo nella graduatoria che classifica le popolazioni che meno sanno del mondo e al mondo.
Per esempio gli italiani sovrastimano la presenza degli immigrati, di musulmani, la disoccupazione, la quantità di persone anziane, il numero di cristiani, la percentuale dei votanti, non sanno quale è l’aspettativa di vita di un bambino e quante sono le adolescenti già diventate madri.
Se a questi risultati aggiungiamo alcuni dati ufficiali come il fatto che la metà della popolazione non legge nemmeno un libro, i giornali vendono meno copie oggi di quante ne vendessero nel dopoguerra e che neanche internet ci salva perché la maggior parte degli utenti non sanno usare le fonti, il numero dei laureati e dei diplomati è il più basso d’Europa, il quadro appare chiaro e tragico.
L’indagine sinteticamente conferma l’immagine di un paese arretrato e in difficoltà a capire le dinamiche di quello che succede e dell’evolversi della società.
Non ci si può dimenticare di questa fotografia quando si pensa a come il paese può evolvere e quale giudizio si può dare di uomini, partiti e situazioni. Il problema vero è il futuro.