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Voltaire

#OKOA16 Open Knowledge Open Arts Workshop 2016
 

Venerdì 26 Febbraio 2016 presso l’Aula Magna del Dipartimento di Matematica e Informatica (DMI) dell’Università di Catania si terrà la seconda edizione di Open Knowledge Open Arts (http://www.dmi.unict.it/~longo/okoa16) (OKOA16).

La prima edizione (http://www.dmi.unict.it/~longo/okoa2015) nel 2015 si è svolta in occasione dell’Open Data Day.

La conferenza è principalmente dedicata all’analisi e a presentazioni di casi studio ed esperienze concrete che illustrino come il rapporto tra open data e beni culturali e artistici sia fondamentale non solo la condivisione di dati e conoscenza, ma anche per la loro gestione e valorizzazione.

I principali argomenti trattati sono i seguenti:

-            open data riguardanti i beni culturali;

-            applicativi che usano gli open data sui beni culturali;

-            possibilità e prospettive che sarebbero aperte da open data in merito ai beni culturali.

La partecipazione è gratuita, comprende anche un tour archeologico, ma è necessario registrarsi (http://www.dmi.unict.it/~longo/okoa16/).

Se fossi un alieno che orbita intorno alla terra cercherei informazioni preliminari su questo mondo, per poter costruire alcune relazioni con gli spazi, i tempi, e gli aborigeni del pianeta. Sul mio browser spaziale, in grado di intercettare qualsiasi modulazione di frequenza mi compare una strana parola OKOA. Il mio traduttore interstellare mi dà delle risposte immediate:

okoa vuol dire “acqua” in un dialetto (Tanimuca-Retuarã) di una antica tribù della Colombia;

e vuol dire anche “salva” in una declinazione dello Swahili  Africano.

Questi due concetti rappresentano pienamente il senso dell’iniziativa Open Knowledge Open Arts (acronimo: OKOA) che si svolge a Catania dal 26 al 27 febbraio 2016.

Okoa nasce dall’esigenza principale di mettere in relazione la tribù degli umanisti con quella dei tecnici informatici per trovare soluzioni efficaci per la divulgazione e la valorizzazione delle culture e dei loro prodotti materiali ed immateriali.

I concetti “salva” e “acqua” disegnano prospettive semantiche che si associano perfettamente alla vision dell’iniziativa.

L’esigenza di OKOA infatti è quella di aprire una riflessione sul contemporaneo “salvando”  un patrimonio di memoria fondamentale per lo sviluppo della comunicazione e della rappresentazione dei saperi. Salvare la memoria generazionale che ha visto impegnati gli esseri umani nella conservazione e nella divulgazione attraverso l’evoluzione dei sistemi. Da quelli arcaici come il museo, l’archivio, la biblioteca, lo scavo archeologico, a quelli più moderni, la carta stampata, la fotografia, il disegno, il ciclostile, la fotocopia, il telefono, la televisione, il computer, la rete.

Questi prodotti per la conservazione e la divulgazione hanno conosciuto negli ultimi anni processi di trasformazione radicali, e al momento presente ci troviamo di fronte ad una ondata di mutamento che investe l’intera società in una maniera mai vista in precedenza. Questo mutamento porta in sé complesse contraddizioni tra opposti dialettici, da un lato le trasformazioni profonde nel senso della coscienza e dell’identità, dall’altro grandi potenzialità di arricchimento e socializzazione. Questo mutamento avrà effetti rivoluzionari sul piano della percezione e della elaborazione del pensiero nelle generazioni future, e sul piano materiale ha già determinato fenomeni importanti in campo economico (NASDAC), con una certa inclinazione a vantaggio di chi ha più controllo nel dominio internet, software, devices e soprattutto banche dati. Inutile dilungarsi sulle cause di alcune derive provocate dall’avvento delle TIC come la ricerca del profitto a tutti i costi, o degli effetti come la declinazione di un eterno presente nella sfera cognitiva degli utenti a detrimento di una certa consapevolezza della storia e di un certo “Buonsenso” di matrice vernacolare.

L’interesse di OKOA sta nell’integrazione di percorsi tecnologici con strategie intelligenti di organizzazione sul piano sociale, pedagogico e culturale. Infatti, esaurita la sfida tecnologica, cioè quel complesso di iniziative dedicate al perfezionamento delle tecnologie, rimane aperta la sfida per fare in modo che sia il medium (il software e l’hardware) sia il contenuto del messaggio (formalmente i dati) siano raggiungibili, riusabili, leggibili, da tutti. Alla base vi è la convinzione che le TIC possano contribuire, attraverso la creatività e la responsabilità, ad uno sviluppo concreto della società.

OKOA vuol dire “salva” e anche “acqua”.

Tra gli obbiettivi di questa iniziativa c’è quello di creare un flusso, un flusso diretto nel sociale.

La prima edizione di OKOA si è svolta con una appendice formativa nei licei dove partecipanti al workshop hanno impostato una giornata formativa teorico pratica sul tema della comunicazione sull’arte in ambiente “augmented reality”.  I saperi condivisi in OKOA cercano uno sbocco applicativo immediato, un flusso a contatto con le agenzie di socializzazione presenti sul territorio. Non è un caso che tutto il lavoro avviene su base di volontariato e che il comitato organizzatore accetti contributi di sostegno in forma di piccoli gettoni e solo da piccole imprese di settore.

Gli obbiettivi dell’edizione 2016 sono quelli di aprire una riflessione internazionale sui temi open source, open data per la valorizzazione dei beni culturali. Contestualmente di creare una comunità in grado di esprimere sul campo buone pratiche attraverso la sperimentazione. L’organizzazione è frutto di una sinergia tra piccole imprese, associazioni culturali, archivi, e il Dipartimento di Matematica Informatica dell’Università di Catania che ha indetto contestualmente una call for papers europea. Dunque le nuove tecnologie diventano uno strumento per l’esplosione di tutti i contenuti e le loro estensioni semantiche. L’opera d’arte, il bene culturale sono inquadrati come manufatti di sintesi in grado di documentare dati storici, sociali, nel complesso quella visione etnografica e binoculare, alla base della concreta comprensione di tutti gli aspetti che concorrono alla definizione di una società, del suo grado di civilizzazione, del suo sviluppo, e dei suoi problemi.

Questa metodologia è efficace sia per lo studio del passato che per una analisi del presente intelligente.

 

Open Knowledge Open Arts 2016 è organizzata dall’Università degli studi di Catania in collaborazione con le associazioni YouCultures (http://www.youcultures.com/), Hackspace Catania (http://hackspacecatania.it) , Palestra per la mente (http://palestraperlamente.org) e Wikimedia Italia (http://www.wikimedia.it).

 

Articolo redatto da

Carlo Condarelli

 

Inserito il:22/01/2016 10:54:32
Ultimo aggiornamento:01/04/2016 20:13:48
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