Aggiornato al 18/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

News - COME DIFENDERSI ‘IN PRATICA’ DALL’INFLUENZA

L’influenza quest’anno è arrivata in anticipo e con ascesa precoce, ma - buona notizia - il picco massimo è già stato raggiunto ed ora l’epidemia sta calando. Si stima, infatti, che nell’arco delle prossime settimane i nuovi influenzati saranno (solo) 1 milione che si vanno ad aggiungere ai 2 milioni e 500 mila italiani già messi ko dal virus. Che l’influenza si associ ai periodi di maggior freddo con temperature sotto o prossime allo zero è cosa nota, tuttavia oggi sembra possibile conoscere il momento in cui i virus saranno più aggressivi: all’incirca una settimana dopo il primo ‘vero’ freddo. Lo asserirebbe uno studio dell’Università di Goteborg, in Svezia, che ha esaminato il comportamento di 20 mila campioni di virus in corrispondenza di varie condizioni meteorologiche e temperature nel corso delle diverse stagioni. «Secondo i nostri calcoli - spiega Nicklas Sundell, specialista in malattie infettive al Sahlgrenska University Hospital - una settimana fredda con temperature sotto lo zero, precede l’inizio dell’epidemia influenzale». Ma il freddo non arresta i virus cattivi, perché possono continuare a propagarsi indisturbati da persona a persona anche quando le temperature cominciano a risalire, tanto più se al freddo si associa un clima secco.  

Il bilancio di metà stagione influenzale resta, comunque, tranquillo, nonostante la recente emergenza sangue che ha un po’ allarmato. «La situazione è sotto controllo – ha dichiarato Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) – infatti quest’anno il virus è di media intensità. Stiamo valutando le complicanze causate dalla malattia e le sindromi virali non influenzali quali le sindromi respiratorie acute, che colpiscono soprattutto le prime vie aeree e che includono anche i raffreddori o forme simili sono, come sempre, più numerose di quelle determinate dall’influenza».

La vaccinazione resta la forma preventiva più efficace contro l’influenza, raccomandata a chi ha oltre i 65 anni, a chi soffre di malattie croniche (respiratorie, cardiocircolatorie, renali, del sangue, tumori ecc.), alle donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza e a chi è abitualmente a contatto con persone che potrebbero essere a rischio. Ora è un po’ tardi per ricorrere a questo ‘strumento’ cautelativo, tuttavia si può ricorrere ad altre misure preventive comunque valide, come lavarsi le mani spesso, evitare luoghi affollati, specie se umidi, vestirsi a strati per limitare gli sbalzi termici. «In caso di influenza  – precisa il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano - devono utilizzare farmaci antivirali i soggetti a rischio anche per complicanze importanti, mentre in tutti gli altri casi sono indicati farmaci di automedicazione, quali i Fans o il paracetamolo, poiché i classici sintomi influenzali, in primo luogo la febbre che è utile per combattere la malattia, non devono essere totalmente azzerati». Prezioso è il contributo dell’alimentazione che deve previlegiare alimenti ricchi di vitamine B (presente in ortaggi e verdure fresche, riso e grano integrale, legumi e soia, patate) e vitamina C (contenuta soprattutto negli agrumi, nei kiwi e nei broccoli, ma che va assunta senza esagerare perché se da un lato rafforza il sistema immunitario, dall’altro in quantità eccessive potrebbe causare problemi gastrointestinali) e un’integrazione con batteri probiotici. Il recupero della vita piena e normale va attuato solo a completa guarigione: per evitare il contagio, sfatando il mito che non si è più ‘epidemici’ dopo 3 giorni, e per salvaguardarsi dalle ricadute e dalle sue ripercussioni, talvolta anche più importanti dell’influenza stessa.

 

Inserito il:17/01/2017 11:28:47
Ultimo aggiornamento:17/01/2017 11:31:46
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