News: NEL SANGUE LA ‘DIAGNOSI’ DI CARCINOMA OVARICO SIEROSO DI ALTO GRADO
Forse si è compiuto un passo in avanti nella diagnosi del carcinoma ovarico sieroso di alto grado (Hgsoc) che, tra i tumori ginecologici, è quello con il più elevato tasso di mortalità e una sopravvivenza a 5 anni inferiore al 30%, specie se il tumore è scoperto in fase avanzata di malattia. Fondamentale è dunque arrivare a diagnosticarlo prima, precocemente, e questa speranza pare oggi legata a tre possibili microRna (miRna) - miR-1246, miR-595 e miR-2278 -, ovvero piccole molecole, presenti nel sangue, che vengono usate sia dal tumore che dai tessuti sani per trasmettere messaggi di processi neoplastici o infiammatori all'interno della cellula o dopo il rilascio nel sangue. I 3 microRna, di cui il più prezioso sembra essere soprattutto il miR-1246, perché associato a un maggior grado di sensibilità, specificità e accuratezza, sono stati identificati dal lavoro di squadra di ricercatori italiani eterogenei, biologi, bioinformatici e statistici dell'università di Padova e di Ferrara, dell’Università del Sacro Cuore di Roma e degli Ospedali civili di Brescia, finanziati dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) e coordinati dall'Istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri" di Milano. Analizzando i profili sierici di 168 pazienti con Hgsoc e di 65 donne di età simile ma sane, è stato possibile rilevare la diversa espressione dei miRna, di cui i più presenti erano i 3 biomarcatori citati in stati di malattia. «La nostra ricerca, sebbene richieda ulteriori sviluppi - ha spiegato Maurizio D'Incalci, capo dipartimento di Oncologia dell'Istituto "Mario Negri" - ipotizza che i miRna possano essere uno ‘strumento’ efficace per la diagnosi più precoce del carcinoma ovarico sieroso, invitando anche a valutare se questi biomarcatori possano dare indicazioni più sensibili e precocie anche dell'efficacia della terapia rispetto alle tradizionali rilevazioni di tipo radiologico».