Aggiornato al 27/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Nieve Andrea Sadaba (Truro, Cornwall, United Kingdom) - Falling down the stairs

 

Guarisce chi vuole (6)

di Cesare Verlucca

(seguito)

 

Le cadute dalle scale

 

Io sono nato fortunato, ma non so quanto merito possa essermene attribuito: convengo che, se cadere non è stato colpa mia, l’uscirne vivo anche se malandato, non è certamente stato un merito.

Una citatissima locuzione latina, che Sallustio accredita ad Appio Claudio Cieco, afferma che faber est suae quisque fortunae. Il detto intende affermare che nella vita dell’uomo conta di più la sua volontà o la sua azione che l’intervento della sorte.

Quel giorno (25 maggio 2014) ero tornato a Ivrea dalla riunione Lions con il club gemello di Albertville Olympique. Un po’ stanco, forse, ma perfettamente in forma, ero rapidamente andato a votare e, rientrato a casa, ero salito in ufficio al primo piano per prendermi un libro e poi prontamente sceso per cenare con la famiglia.

Al penultimo scalino m’era mancato il piede ed ero atterrato sul pavimento con le ginocchia, sbattendo non so come anche la testa. Un funambolo da circo si sarebbe alzato, avrebbe fatto un inchino torno torno agli astanti, e sarebbe uscito dalla pista tra gli applausi dei presenti; io sono rimasto inchiodato a terra e, per parecchi giorni, ho visto i sorci verdi.

Fatta una lastra al Pronto Soccorso e acclarato che non c’erano fratture, sono rimasto per alcuni giorni con le ginocchia gonfie, e poi mia figlia ha deciso di portarmi all’Ospedale di Chivasso per una risonanza magnetica. Mi ha sempre entusiasmato l’accoppiata dei due lemmi, che hanno un suono gradevole il quale richiama musica e magia, e ciò indipendentemente dall’azione che realizzano: un esame diagnostico che vede l’interno del corpo umano senza doverlo tagliare. E qui da tagliare non c’era alcunché, al massimo da ricucire qualcosa.

Incaricato dell’opera era un carissimo amico, il dottor Claudio Salvato, radiologo ecografista, che si era divertito a impaurirmi, con una frase che ho citato ne La mia storia di carta. Vita di un editore e che qui riporto papale papale.

«Cesare, non ti preoccupare; prima di mandarti a casa ti confeziono un pacco dono con qualche frammento di rotula e di menisco, legando il tutto con i legamenti crociati. Tu ti fai comprare da Helena una carrozzella e ti fai scorrazzare per la città: cosa voi di più dalla vita?».

Da quella persona educata che tutti ritengono io sia, non l’ho mandato a spanar meliga, anche perché avrei ancora avuto bisogno di lui. In occasione di un suo compleanno, gli ho inviato gli auguri con un testo che riportava in acrostico i suoi anni. Lui ha risposto seduta stante con un testo simile, ma sottraendosi sei anni.

Quando gliel’ho fatto notare, s’è fatto una risata, dicendomi: «Anche tu inverti i tuoi 94 anni dicendo che ne hai 49…».

Aveva ragione!

C’è un altro caso piuttosto stravagante, tra i tanti che potrei mettere sul banco, taluni dei quali così impensabili che ho perplessità a esporre, avendo difficoltà a ricordarne lo svolgimento. Per cui facciamo così, io provo a descrivere il caso e la sua evoluzione e lascio a voi di immaginarne la fine.

Era un’estate con il termometro al massimo.

Essendo solo in casa, e volendo rinfrescarmi prima di salire in camera, avevo deciso di usare il tubo con il quale si innaffia il giardino, estraendolo dal suo ripostiglio, proprio di fronte alla porta di ingresso. Gli avevo prontamente inserito il beccuccio che consentiva di variare il getto, ottenendo sia una caduta a pioggia, sia un getto violento e lontano.

Con la caduta a goccia mi ero quindi rinfrescato q.b. e il patio intorno era zuppo del pari, il che aveva reso l’aria molto più respirabile. Chiuso il rubinetto e riposta la pompa, avevo solo avvicinato la porta d’ingresso perché contavo di salire in camera per cambiarmi e scendere poi per sedermi al fresco. M’ero perciò portato al primo piano, apprestandomi a salire al secondo (dove a quei tempi c’era la mia camera da letto) per prendermi qualche capo di vestiario asciutto, ma – prima di mettere un piede sulla seconda scala – un frastuono m’era giunto da basso, per cui mi ero precipitato a scendere per vedere cosa diavolo stesse succedendo.

A terra ci arrivai, oh quanto! ma in volo, perché – giunto a metà della scala – scivolai su una sorta di torrente che scendeva dall’alto, o almeno così mi pareva, e piombai a pianterreno in mezzo a un laghetto, restando tramortito a terra senza capire di dove provenisse quella specie di tsunami.

La porta era aperta a metà, e un getto violento veniva dal ripostiglio dove avevo sistemato la pompa dopo aver chiuso il rubinetto: mi resi conto più tardi che il rubinetto non era stato chiuso a fondo e l’acqua, continuando a scorrere con violenza lungo il tubo di gomma, aveva fatto saltare il beccuccio puntando il suo getto violento dritto sulla porta d’ingresso socchiusa, e invadendo la casa come dopo la rottura di una diga. Il getto violento, cozzando contro la porta a 90°, proiettava l’acqua direttamente sulla scala.

Mezzo svenuto per la saccagnata presa, riuscii ad alzarmi e a uscire per chiudere a fondo il rubinetto.

La parte finale dell’evento non mi è totalmente chiara: cosa feci dopo essermi alzato; se abbia perso o meno i sensi, se sia andato al pronto soccorso; se le botte variamente prese avessero provocato ematomi. Forse, vergognandomi per la quantità industriale di sciocchezze fatte, le avevo volutamente cancellate dalla memoria.

Comunque, anche quella volta ne venni fuori praticamente incolume.

Qualche volte mi chiedo, a mente riposata, come abbia fatto a superare indenne la quantità industriale di capitomboli, battendo sempre a pochi centimetri da zone che avrebbero potuto mandarmi in paradiso (o più probabilmente in purgatorio, se non addirittura nell’inferno) con un biglietto di sola andata, o comunque mettermi in condizione di utilizzare, a vita, la carrozzella ipotizzata per scherzo dal mio amico dottore.

(Continua) 

 

Inserito il:19/05/2021 16:19:00
Ultimo aggiornamento:19/05/2021 16:25:56
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