Aggiornato al 28/04/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Aldo Iacobelli (Napoli, 1950 - pittore e scultore) - Pleiadi

 

Rendez-vous nel cielo d’aprile tra Venere e Pleiadi

di Vincenzo Rampolla

 

 

Chi conosce le Pleiadi? Chi le ha mai viste? Telescopio o a occhio nudo? Dove sono?

Omero le cita nell'Odissea come Le Sette Sorelle e ne parla Giobbe nella Bibbia. Ricevono il battesimo da Arato poeta greco del III sec. a.C.: Elettra, Celeno, Maia, Alcione, Taigete, Asterope e Merope e sono le mitiche figlie di Atlante e Peione, costretto dal padre Zeus a tenersi sul groppone la volta celeste. Punizione per una sporca trama con i Titani contro gli Dei dell'Olimpo.

Secondo Igino, I sec. d.C. e poi Pindaro, Esiodo e altri, un giorno le Pleiadi e la madre vengono braccate da Orione che vuole possederle e addirittura sedurre Peione.

Scampano al cacciatore e con la madre vagano per cinque anni in fuga dalla bramosia del gigante finché Zeus, preso a pietà le muta in colombe (peléiades in greco), poi in stelle.

Stessa sorte per Orione, più che mai determinato a stanarle nei cieli invernali.

Diversamente Eschilo narra l’ascesa delle sorelle fra le stelle nel dolore per le sventure del padre o per la morte del fratello Iante, vitttima di un serpente.

Un ultimo mito di Apollodoro del II sec. a.C. che narra che le Pleiadi si maritarono con altrettante divinità generando altri dei ed eroi, tutte tranne Merope che sposò un mortale. Mutarle in stelle fu la medaglia per la loro scaltrezza.

Astronomicamente le Pleiadi salgono alla ribalta intorno al 2.500 a.C. Il loro sorgere era atteso all’equinozio di primavera, inizio dell’anno presso i popoli della Mesopotamia.

Nel I millennio l’apparire nei cieli primaverili del mattino indicava ai naviganti l’inizio della stagione idonea alla navigazione (pléin, navigare) e la loro scomparsa nei cieli autunnali segnalava il momento di ormeggiare le navi.

Nel gruppo, le principali sono grandi e molto luminose e giovani, con età fra 60 e 80 milioni di anni, bazzecola rispetto ai 5 miliardi del Sole; più grande e luminosa è una stella, più rapido è il consumo di energia nucleare per equilibrare la gravità che tende a comprimerla. Stelle medio-piccole come il Sole vivono fino a 10 miliardi di anni, stelle massicce come le Pleiadi vivono un centinaio di milioni di anni, esplodono alla fine come supernovae e si riducono a stelle di neutroni o buchi neri.

 

È nelle vicende delle Pleiadi che fonda le radici la storia mitologica dell’antica Grecia.

La primogenita è Maia, la più bella che da Zeus ha generato Ermes. Cicerone, la chiama sanctissima, adorata in Roma come la Grande e Feconda Madre Cibele, che dà il nome a maggio, il mese romano maius.

Alcione, la più luminosa, secondo Plinio il Vecchio del I sec. d.C., ha origine dal martin pescatore, uccelletto dai colori vivaci che nidifica presso le rive, costruisce il nido sette giorni prima del solstizio d’inverno e depone le uova sette giorni dopo. In un’antica leggenda è figlia di Egiale, colei che tiene a bada l’uragano e di Eolo, principe dei venti e ha sposato Ceice, il gabbiano, figlio della Stella del Mattino: Venere. Da Poseidone, dio del mare, ha due figli.

Elettra da Zeus ha partorito Dardano, fondatore di Troia. Nascono poi Iasione, amante della dea Demetra e Armonia, andata sposa a Cadmo, re di Tebe, nelle più famose nozze della mitologia greca. Ovidio la chiama l'Atlanti­de, simbolo dell'intera famiglia.

Taigete, concupita da Zeus per l’incomparabile bellezza, Artemide la sottrae a stento dalle brame del dio trasformandola in cerbiatta. Svanito l'incantesimo, non può resistergli e si concede pur priva di sensi per la passione. Dall'unione nasce Lacedemone che divenuto re della Laconia sposa Sparta. In suo onore alla morte la capitale del regno è denominata Sparta e gli abitanti Lacedemoni. Meno importanti Celeno e Sterope. Celeno, da Posidone genera Euripilo, Tritone e Lico; quest'ultimo dà il nome alla regione della Licia (Turchia sudoccidentale) e al liceo di Atene. Sterope, fecondata da Ares, partorisce Enomao, re dell'Elide. Merope, infine, è l'unica sorella unitasi a Sisifo, figlio di Eolo, fondatore di Corinto e re di Lidia; da lui ha generato Glauco. Prova onta per quell’unione, un mortale infido e astuto, punito dagli Dei per le sue colpe e condannato al supplizio del masso da spingere in cima a un’altura del Tartaro per poi lasciarlo piombare a valle e riprendere senza sosta. Abbandona le sorelle nel cielo notturno e scompare alla vista. E nasce la leggenda della Pleiade perduta, peraltro non esclusiva del mito greco, perché viva anche nella tradizione giapponese, tra gli aborigeni australiani, gli indigeni africani del Ghana e i Daiachi del Borneo. In or­dine di luminosità le 7 stelle, visibili a occhio nudo, sono quelle che nei carteggi del Sidereus nuncius Galileo definisce le più brillanti. Sono ammassate in una zona di ampiezza 7 anni luce, mentre l'intero sciame che aggrega le più esterne, ha diametro 12 anni luce (1 anno luce equivale a 9.460 miliardi di km). Il gruppo conta più di 1.000 oggetti.

L’apparire in cielo delle Pleiadi avviene nell’equinozio di primavera, alla fine di marzo con buona visibilità al mattino in agosto, al tramonto in maggio e in prima serata in inverno. Non sono gli unici corpi luminosi visibili durante il giorno, dopo Sole e Luna un terzo oggetto del cielo più luminoso di loro è in agguato: Venere, il pianeta. Il suo aspetto lucentissimo di colore giallo-biancastro lo rende a volte luminoso a tal punto da apparire una stella all'alba e al tramonto, unici momenti del giorno in cui è possibile vederlo.

Fu Pitagora nel 500 a.C. a calcolare che era un unico oggetto celeste che accompagnava sia la notte che il giorno; prima di lui, pensando che i corpi celesti fossero due, uno detto Stella della sera (Vespero) dopo il tramonto e l’altro Stella del mattino (Lucifero) all’alba. Pitagora comprese che si trattava dello stesso astro, Venere e 2.000 anni dopo Galileo per primo studiò le fasi di Venere e notò essere simili a quelle della Luna. Analizzò i rapporti tra Venere, Terra e Sole e confermò la teoria copernicana: Sole al centro del Sistema solare e pianeti orbitanti attorno, teoria che lo portò all’abiura e al carcere domiciliare. Condannato dall’Inquisizione nel 1633, riabilitato dalla Chiesa nel 1983…

E tutto questo per il pianeta detto gemello della Terra? Favole… sì, massa, dimensioni e densità del tutto paragonabili, ma inospitale per l’uomo. Totalmente. Basti pensare che la temperatura al suolo è 464°C, giusto quella per fondere il piombo e che i venti a 720 km/h in 4 giorni circumnavigano il pianeta. Sulla superficie la pressione supera 90 atmosfere terrestri, pari a quella a 1.000 km di profondità nell'oceano, per non parlare dell’atmosfera, miscela caustica di anidride carbonica, acido solforico, anidride solforosa e altri composti che creano nubi di gas, barriera per i raggi solari e gli infrarossi che origina la grande luminosità del pianeta, riflettendo la quasi totalità dei raggi solari. Impossibile osservarne la superficie dalla Terra. Interessante la durata del giorno, un'intera rotazione sul proprio asse, pari a 243 giorni terrestri! A conti fatti, su Venere un giorno dura più di un anno terrestre.

Venere trae il nome dalla dea romana della pace e dell’amore, per i greci è Afrodite, per gli egizi Iside e Astrate per i Fenici. Secondo i Sassoni è Fria, dea della fertilità da cui Friday, il giorno a lei dedicato. In astrologia governa il segno del Toro e della Bilancia, il possesso emotivo e le relazioni, è archetipo della vita e dell’amore e nel suo moto attorno a Terra e Sole disegna all’infinito continue traiettorie curve, raccordabili in perfetti pentagoni scoperti dai Pitagorici. Fanatici dei numeri, li vedevano riflessi nelle forme vegetali della natura calcolando la sezione aurea, incisa nei numeri e nelle geometrie delle piante.

Esiodo narra che Venere nacque prima degli altri Dei dell’Olimpo, quando il Titano Crono, per salvare sé e il fratello Zeus, recise i genitali del padre Urano, divoratore dei propri figli e li buttò a mare. Sangue e seme si addensarono in schiuma (aphros) sulle coste di Cipro ove Afrodite emerse, giovane e formata, donna venuta al mondo senza infanzia né fanciullezza. Secondo Omero è figlia di Zeus e Dione, ninfa degli Oceani.

Libertina e senza pudore, viene castigata per la sciatteria domestica e coniugale e per gli amori con altri dei e mortali. La dà in sposa a Efesto dio goffo e sgraziato, il più brutto dell’Olimpo, fabbro degli dei che sguazza tra i carboni ardenti. Mossa perdente. Inappagata, moltissimi sono gli amanti e i figli, tra questi Enea, da Anchise cugino di Priamo, re di Troia, che fondò poi Roma e da Marte oltre a Eros, (passione sessuale) e Anteros (l’amore ricambiato) ha Deimos (Spavento) e Phobos (Paura), i due nomi che curiosamente Galileo ha assegnato ai satelliti di Marte, da lui scoperti al cannocchiale.

 

In cielo, ribelle e volitiva, all'inizio di aprile Venere continua la spavalda rivoluzione intorno al Sole con una curiosa rotazione retrograda intorno all’asse, in senso orario, tanto per marcare la sua diversità dagli Dei e dagli altri pianeti. Gira nel senso contrario della Terra!

Le Pleiadi frattanto, macchia luminosa sospesa sulla spalla della costellazione del Toro, Sette Sorelle, le sette figlie risplendenti di Atlante, da 8 anni sono in attesa dell’arrivo di Venere. È questione di giorni. Una visita celeste sopra l'orizzonte occidentale. Grande quanto la Terra Venere viaggia intorno al Sole a distanza pari a 3/4 di quella Terra-Sole, in un tempo pari a 225 giorni terrestri: 13 anni venusiani corrispondono a 8 anni terrestri. Rara congiunzione. Appuntamento suggestivo. Solo ad aprile 2028 si potrà rivedere il pianeta che abbraccia le Pleiadi. Nel momento migliore, ai primi di aprile, Venere è visibile la sera tra Merope e Alcione, la più brillante del gruppo. Non solo Venere dà spettacolo ma anche il trio Giove, Saturno e Marte è ancora visibile alle prime luci del mattino, visione da non perdere e talvolta con la comparsa di una cometa, ospite frequente dell’incontro.

C:\Users\utente\Desktop\2020-04-10 (4).pngNon solo Venere, ma anche la Luna arriva sulla scena esibendosi in un’altra superluna, più suggestiva di quella di marzo. Il perigeo, la minima distanza Luna - Terra, 356.908 km, quest’anno è stato raggiunto verso le 19 del 7 aprile, 8 ore circa prima della Luna piena. Nella notte tra il 7 e l’8 aprile, alle 4:35 anche la Luna piena ha preso parte all’incontro. Ancora presente alle prime luci del mattino sono restati Saturno, Marte e Giove, il più luminoso di tutti e ultimo a sorgere dopo essersi separato da Saturno. Eccezionali le congiunzioni tra la falce di Luna calante e i pianeti visibili prima dell’alba, come quella prevista il 15 aprile tra Luna, Giove e Saturno o ancora quella del 16, tra la Luna e Marte.

Appuntamento tutto da scoprire e contemplare.

L’incontro tra Venere e le Pleiadi è stato ammirato dall’uomo all'alba dei tempi. Le Pleiadi appaiono sul disco di Nebra (Sassonia,1.800 a.C.) e sono sopra a un toro tra i graffiti della Grotta di Lascaux (Francia,17.000 anni fa). In Cina già nel 2357 a.C. le Pleiadi erano Maou, le 7 sorelle dell’operosità; in Gran Bretagna, le Sette figlie atlantiche; in Oriente le Stelle dell’abbondanza e della stagione dei fiori; nelle isole Salomone, Le vergini e in ogni Paese del mondo nei secoli hanno ricevuto un nome da uomini che conoscevano il cielo. Per il Carducci, Le gallinelle.

A occhio nudo, nelle notti di aprile, si può scovare una manciata di queste giovanissime stelle, le più lucenti, nate da un centinaio di milioni di anni.

 

 

Inserito il:14/04/2020 10:47:20
Ultimo aggiornamento:14/04/2020 11:01:19
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