Aggiornato al 16/09/2024

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Voltaire

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“Radici di rinascita”: un progetto di orticoltura, terapia del verde in un contesto urbano

A cura di:

Dr.ssa Anna Maria Pacilli, Responsabile Aziendale per i percorsi Territoriali, Centro di II Livello per la Cura dei Disturbi della Nutrizione e della Alimentazione, ASL CN1

Dr. ssa Vilma Barbero, Educatrice Professionale

Veronica Balbo, Infermiera

Introduzione

Questa nostra esperienza condotta già da qualche anno presso il Centro dei Disturbi della Nutrizione e della Alimentazione di Cuneo, è nata da profonde riflessioni condotte nell’ambito della équipe multidisciplinare, sul senso primario che il cibo assume nel corso della vita, nelle sue varie declinazioni, come desiderio, relazione, dipendenza e crescita.

Il nostro lavoro ci impone la riflessione sulla problematicità che i pazienti affetti da disturbi della nutrizione e della alimentazione, esperiscono nel gestire i livelli emozionali più profondi tramite le forme corporee.

Il sintomo alimentare sicuramente denota la patologia ma il tentativo che le attività riabilitative mirano a compiere è quello di avviare, in una prospettiva terapeutica, mutamenti della percezione delle forme del corpo, ma anche di quanto concerne il mondo affettivo e relazionale dei nostri ragazzi, proiettando la disarmonia percepita in una dimensione armonica o, quanto meno, psichicamente sostenibile.

Le attività riabilitative condotte presso il nostro Centro e, in particolare, l’ortoterapia, aiutano a gestire il tempo, che è tempo di relazione, ma che comporta spesso una asimmetria che crea una discrepanza nel “campo” della cura tra tempo di una possibile urgenza clinica e tempo necessario per la costruzione di una relazione.

I Disturbi della Nutrizione e Alimentazione, nello loro diverse manifestazioni sintomatologiche (Anoressia nervosa, Bulimia nervosa e Disturbo da alimentazione incontrollata) sono forme di disagio in continua crescita e che rivestono carattere di sanità pubblica, poiché protagonisti non sono solo i giovani (sempre più giovani di età, ma anche meno giovani), ma anche le loro famiglie ed i contesti di riferimento in cui essi vivono.

In una condizione al limite, molto spesso, tra il vivere ed il morire, la nascita di una nuova pianta può costituire un punto di rinascita.

Le anoressiche, di fatto, in particolare, non negano il corpo, non lo rifiutano, ma ambiscono ad “un corpo portato all’essenza in quella zona dove corpo e mente si incontrano per costruirsi insieme intessendo la relazione tra l’uno e l’altro” (Sul cibo, sul corpo e sul divenire della forma: Anoressia bulimia e molto altro) di Lucio Rinaldi, 2021 book.google.com).

Di fatto, come vediamo nel nostro lavoro quotidiano, i corpi possono essere consumati, scavati, consunti, ma c’è sempre, insito in loro, un germe di vita. L’esperienza di clinici ci insegna a cercarlo.

 “Madre terra”, in quest’ottica, continua sempre a fornire nutrimento.

 

Il progetto del Centro Disturbi Alimentari dell’ASL CN1

L’Ortoterapia (Horticultural Therapy) è il termine con il quale si indica “la metodologia base che vede l’utilizzo dell’orticoltura come supporto in processi terapeutici di riabilitazione fisica e psichica di persone che presentano determinati handicap, particolari disturbi o forme di disagio sociale”. (Matsu E., 1998. Present Status of Horticultural Therapy – Looking for healing and humanity. Green Joho Co. Ltd., Tokyo).

Il nostro progetto è nato sul modello di uno studio pilota condotto da un gruppo di esperti del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa, degli Istituti di Fisiologia Clinica e di Scienza e Tecnologie dell’Informazione “A. Faedo” del Consiglio Nazionale delle Ricerche, della Fondazione IRCCS Stella Maris e della Clinica Riabilitativa dell’Infanzia e dell’Adolescenza “Gli orti di Ada” di Calambrone (Pisa).

La ricerca pubblicata sulla rivista “Nutrients” ha coinvolto un campione di ragazze adolescenti con una diagnosi di anoressia nervosa di tipo restrittivo e con un indice di massa corporea (BMI) minore di 16.

Per un arco temporale di dodici settimane, le pazienti hanno seguito, ad integrazione di un trattamento clinico tradizionale con psicoterapia e farmacoterapia, un percorso riabilitativo di ortoterapia che prevedeva la coltivazione di ortaggi, piante ornamentali e officinali e di caratterizzarne forme, colori e odori, con lo scopo di stimolare le loro esperienze sensoriali.

Alle ragazze è stato somministrato un test di identificazione olfattiva per valutare la sensorialità relativa agli odori e lo stress indotto.

In quello studio sono stati inoltre valutati: la misurazione dei parametri di frequenza cardiaca e della sua variabilità tramite una fascia cardiaca, della conduttanza cutanea, attraverso la mappatura termica del volto.

I risultati ottenuti sono stati, poi, messi a confronto con quelli ottenuti da un gruppo di pazienti sottoposti al solo trattamento terapeutico convenzionale.

I risultati delle analisi condotte hanno evidenziato che i livelli di risposta allo stress sono migliorati nel tempo nel campione di utenti gruppo che ha svolto ortoterapia, rimanendo, invece, pressocché invariati nell’altro gruppo.

Di fatto è stato evidenziato, come stiamo riscontrando noi a Cuneo anche tramite il dosaggio ematico della cortisolemia, quanto i livelli di stress possano ridimensionarsi al termine di una attività di questo tipo condotta almeno per tre mesi.

Impegnarsi nella pratica di accudire le piante porta a rilassare la mente e il corpo e ad acquisire responsabilità verso gli esseri viventi di cui ci si sta prendendo cura, oltre che imparare nozioni sui cicli colturali, la stagionalità dei prodotti e tempi di attesa spesso diversificati e non sempre prevedibili.

Il nostro progetto ha previsto il coinvolgimento di tutta l’équipe territoriale, della quale ogni singolo membro ha portato il suo contributo.

Analizzando il contesto dove l’ambulatorio intensivo è ubicato e facendo tesoro delle relazioni costruite e cucite durante il percorso di nascita e crescita del Centro, abbiamo potuto costruire setting terapeutici del verde, lavorando su più livelli e contesti.

Si parte da contesti “adiacenti”, con i pasti assistiti in giardino, i laboratori di cucina con i prodotti dell'orto e le erbe aromatiche della Food Forest.

Si lavora in contesti “di prossimità”, presso la Casa del Quartiere Donatello, con lo sviluppo dell’orto terapeutico dentro un contesto di Food Forest, ovvero all’interno degli spazi messi a disposizione dall’Associazione di Quartiere che, in collaborazione con “Zeta di Zappa”, permette a chi ne fa richiesta di coltivare il proprio orto ed usufruire delle piante da frutto e delle erbe aromatiche che fanno parte delle zone “comuni”.

Infine, si lavora “sul territorio”, con uscite che implicano esposizioni a contatto con la natura ed esposizioni a varie tipologie di pranzo (al sacco, merende con gelato, creperie, panini con prodotti locali, ecc.).

La frequenza regolare almeno di due/tre volte la settimana all’orto terapeutico crea la possibilità di intrecciare relazioni con gli altri titolari degli orti, i volontari dell’Associazione “Zeta di Zappa” che ci aiutano con le loro conoscenze in campo agrario, gli operatori/frequentatori della Casa del Quartiere Donatello e non per ultimo i bambini della scuola materna.

Questo luogo ha aiutato anche a riscoprire le doti artistiche di alcune delle nostre ragazze e ha fornito il palcoscenico per poterle esporre con orgoglio, migliorando l’autostima, la capacità di cooperazione e di aiuto all’interno di un gruppo. In questo modo ha preso vita il murale “Radici di rinascita” che ha portato colore e positività nelle nostre artiste, negli operatori e alla Casa del Quartiere. Altra attività creativa che sta prendendo forma è il laboratorio con la creta, per la realizzazione di nuovi cartelli con le indicazioni delle piante presenti nella Food Forest che andranno a sostituire quelli usurati o mancanti.

La Food Forest, ovvero la “foresta - giardino commestibile” quale contesto che permette di entrare in contatto con la natura ed i suoi ritmi, di conoscere come le piante presenti sono state scelte per la funzione specifica di ognuna, in relazione alle altre, ha permesso di collegare il presente progetto anche al laboratorio di “corporeità”, attraverso lo svolgimento di alcuni incontri nel contesto dell’orto urbano, ritualizzando la messa a dimora dei primi frutti ed ortaggi, ed in seguito di una pianta che è stata individuata in base alle necessità nutritive delle altre già presenti.

Tutti gli incontri e le attività proposte negli spazi “verdi” vengono documentati con la collaborazione della fotografa Veruska Verista che da anni collabora con l’ambulatorio dei Disturbi dell’Alimentazione e, in questa occasione, realizzerà con le pazienti un video-documentario che racconterà il percorso fatto anche all’esterno.

In seguito, vengono evidenziati nel dettaglio le problematiche, gli obiettivi e gli interventi previsti per la realizzazione del presente progetto.

I bisogni e le problematiche individuate sono stati:

-  Bassa autostima;

-  Ridotta socializzazione/difficoltà relazionali;

-  Difficoltà a gestire il momento del dopo-pasto;

-  Ridotte occasioni di stare all’aria aperta e/o utilizzo problematico dell’ambiente esterno (come l’iperattività fisica).

Le risorse disponibili:

  • Presenza degli Orti urbani/Food forest nel quartiere “Donatello” in cui è inserito l’ambulatorio DAN dell’Asl Cn1;
  • Collaborazione con i volontari dell’Associazione “Z di Zappa”;
  • Collaborazione con l’Associazione “Casa del Quartiere” e operatori dedicati della Cooperativa Momo;
  • Fotografa libera professionista che collabora col centro DAN di Cuneo;
  • Operatori dell’ambulatorio DAN (1 Infermiera Professionale, 1 O.S.S., 1 Dietista, 1 Educatrice Professionale, 2 Psicologhe psicoterapeute, 1 Psichiatra).

Gli obiettivi:

di tipo GENERALE: Favorire il benessere psicofisico di pazienti affetti da Disturbi dell’Alimentazione e Nutrizione attraverso attività all’aria aperta e a contatto con la natura.

Obiettivi SPECIFICI:

  1. Organizzare attività riabilitative e creative nello spazio del dopo-pasto per favorire il superamento delle difficoltà che tale momento genera nelle pazienti con disturbi dell’alimentazione;
  2. Far sì che le pazienti migliorino la loro autostima attraverso il “prendersi cura” di uno spazio di orto urbano;
  3. Favorire il miglioramento del rapporto con il cibo e l’alimentazione attraverso il coinvolgimento attivo delle pazienti in tutte le fasi (semina, coltivazione, raccolto, preparazione degli alimenti in attività di cucina…);
  4. Favorire occasioni di socialità/incontro con gli altri gestori degli orti urbani, con gli operatori e volontari della Casa del Quartiere e di Z di Zappa;
  5. Favorire l’espressione della creatività individuale.

I tempi in itinere dell’attività vanno da giugno a settembre 2024

Le Attività previste:

  • Organizzazione dei pasti assistiti in giardino;
  • Realizzazione e cura dell’orto all’interno degli spazi messi a disposizione dell’Associazione Casa del Quartiere;
  • Organizzazione di laboratori di cucina con i prodotti dell’orto e le erbe aromatiche della Food Forest;
  • Incontri “formativi” e collaborazione per la cura dell’orto con i volontari dell’Associazione “Z di ZAPPA”;
  • Organizzazione di un laboratorio di lavorazione della creta per realizzare le targhe delle piante presenti nella Food Forest;
  • Organizzazione di un laboratorio per la realizzazione di un murale a tema “ambiente” sul muro messo a disposizione dall’Associazione Casa del Quartiere;
  • Realizzazione di eventi/incontri in collaborazione con la psicologa del centro DAN che si occupa del laboratorio di corporeità;
  • Organizzazione di uscite sul territorio che implicano il contatto con la natura ed esposizioni a varie tipologie di pranzo (al sacco, merende con gelato, creperie, panini con prodotti locali ecc…);
  • Realizzazione di un video-documentario in collaborazione con la fotografa professionista su tutte le attività realizzate;
  • Organizzazione di eventi aperti agli abitanti del quartiere e alla cittadinanza, in collaborazione con l’Associazione Casa del Quartiere.

Si prevedono momenti di verifica in itinere, attraverso le riunioni d’equipe settimanali ed una verifica finale a settembre 2024 con l’elaborazione di un report conclusivo.

Si ringraziano per il loro contributo alla attività tutti gli altri membri dell’équipe:

la Operatice Sanitaria Silvia Dalmasso, la dietista dott.ssa Sara Mattalia, le psicologhe psicoterapeute, dott.ssa Daniela Massimo, dott.ssa Mara Olocco, l’amministrativa dott.ssa Elena Delbono (la nostra “Pianta sempreverde”) ed in particolare il nostro Direttore di Dipartimento Dott. Francesco Risso, che rende possibile tutto questo.

 

Inserito il:30/07/2024 15:18:32
Ultimo aggiornamento:30/07/2024 18:20:27
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