Aggiornato al 21/12/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

George Tooker (New York,1920 - Hartland, Vermont, 2011) - Government Bureau - 1956

 

#Sostenibilità 3.0: Anas risponde positivamente

di Michela Salvaderi

 

In un periodo storico gravato da crisi ambientali e “bombe ecologiche”, sempre più spesso si sente parlare di progetti green basati su innovazione, consapevolezza e tecnologia, termini essenziali che acquistano sempre più importanza in vista delle sfide future ed ecologiche che l’intero pianeta si appresta ad affrontare.

Si tratta di un vero e proprio periodo di rivoluzioni, in qualsiasi ambito: scientifico, tecnologico e culturale. Forse per la prima volta, dopo decenni di abnegazione, si pensa a quali saranno le conseguenze delle azioni di oggi per la gente ed il pianeta di domani.

E così, su questa scia eco-sostenibile, troviamo che tutti, ma proprio tutti, si stanno adeguando alla nuova forma mentis. Anche istituzioni come l’ANAS (acronimo di “Ente nazionale per le strade” e società per azioni italiana, integrata da gennaio 2018 nel Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane), simbolo per eccellenza della mobilità nazionale su ruote, in quanto realizzatrice pratica di strade, ponti e colate di cemento, si sta evolvendo verso qualcosa di nuovo.

Attraverso lo studio e la ricerca di materie e tecnologie innovative stanno, infatti, aprendo nuovi orizzonti in materia di realizzazione di strade e assi viari, oltre che a sistemi di monitoraggio, sicurezza (con soluzioni in grado di implementare sistemi utili a ridurre il tasso di incidentalità e mortalità), utilizzo della rete (monitoraggio del traffico, segnalazioni agli utenti di eventuali difficoltà viarie e inoltro di informazioni) e sostenibilità ambientale (materiali ecologici e meno impattanti per l’atmosfera).

Ma non ci troviamo solo di fronte a buone idee, ANAS ha “in gioco” due progetti molto validi che approfondiscono aspetti di eco-sostenibilità, visione futura e innovazione.

Il primo progetto si chiama #greenlight e ha l’obiettivo di ridurre i consumi energetici per l’illuminazione nelle gallerie e dei lampioni della rete stradale italiana ed incrementare una migliore gestione degli impianti di illuminazione, ma anche l’innalzamento dei livelli di sicurezza all’interno delle stesse gallerie, potenziando la visibilità e la qualità di diffusione delle luci artificiali.

Un progetto con una portata enorme, basti pensare che, secondo dati statistici, c’è un lampione ogni 6 abitanti. Circa, quindi, 10 milioni di lampioni distribuiti negli 8.100 Comuni italiani. L’obiettivo è quello di ridurre i consumi e ottimizzare gli impianti, attraverso la sostituzione dei vecchi corpi illuminanti con sistemi a LED di ultima generazione provvisti di un sistema di controllo puntuale per permetterne la regolazione. ANAS ha già individuato, su un numero complessivo di 1.953 gallerie in gestione, 708 gallerie su cui intervenire prioritariamente.

E’ possibile consultare l’infografica del progetto #greenlight dal sito di ANAS e anche un video esplicativo di un primo progetto avviato.

L’obiettivo, oltre a quello di ridurre l’impatto ambientale, è quello di evolvere il “vecchio” lampione in un palo tecnologico in grado di erogare servizi. Infatti, attraverso l’Internet of Things (Internet of Things o IoT è un neologismo utilizzato in telecomunicazioni, un termine di nuovo conio nato dall’esigenza di dare un nome agli oggetti reali connessi ad internet. ), i lampioni diventano, così, intelligenti e connessi: possono dialogare tra loro e con altri smart objects, scambiandosi informazioni e dati. Possono ad esempio inviare informazioni direttamente agli smartphone dei cittadini o ai veicoli in transito, diventando, quindi, dei veri e propri piccoli hub.

I “nuovi” lampioni, dunque, sono progettati per essere al centro della vita cittadina e della società del futuro, questo perché rappresentano i punti di una rete già esistente e strutturata sulla quale poter integrare nuove tecnologie.

Saranno tutti rigorosamente a LED (attraverso un sistema di illuminazione intelligente che possa garantire l’illuminazione dove e quando serve, in grado di autoregolarsi in base al passaggio lungo la strada di veicoli o pedoni e soprattutto ad efficiente e basso consumo energetico), proprio per una questione di eco-sostenibilità, e saranno in grado di svolgere attività di videosorveglianza urbana e sicurezza pubblica, ma non solo: potranno avere al proprio interno dei dispositivi per il controllo della qualità dell’aria e per il monitoraggio ambientale, oltre che a sistemi di controllo del traffico e della gestione dei parcheggi. Le idee intorno a questo progetto hanno ripensato ai lampioni anche come colonnine per la ricarica elettrica, come già sperimentato a Verona, e in centraline di comunicazione per parlare con i veicoli in transito.

Ovviamente non saremmo i primi ad attuare una rivoluzione del genere, il nord Europa (Norvegia e Danimarca ad esempio), infatti, ha già passato da un pezzo la fase di sperimentazione e tali accortezze sono ormai a pieno regime.

Il secondo progetto ambizioso di ANAS si chiama invece #smartroad (letteralmente “strada intelligente”) e ambisce a realizzare una rete infrastrutturale connessa e interattiva grazie agli impianti tecnologici, pensata su oltre 3000 km di rete ANAS.

Il focus centrale del progetto riguarda la figura dell’automobilista e la sua sicurezza, l’obiettivo cardine rimane infatti la possibilità di fornire agli utenti della strada tutte le informazioni necessarie sulle condizioni ambientali e di traffico, grazie a tecnologie avanzate che consentiranno una migliore connessione tra i clienti e l’infrastruttura stradale.

Chiunque si metterà in viaggio, sarà, dunque, informato in tempo reale sulle condizione dell’arteria che deve percorrere e sugli eventuali percorsi alternativi che dovessero rendersi necessari in caso di incidenti o di chiusure improvvise di tratte. Garantendo una strada a misura d’uomo, sempre più sicura, multimediale ed accessibile.

Tutto ciò sarà possibile grazie a sistemi di connessione radio, come il wi-fi in motion che permetterà una continuità del segnale ai veicoli in movimento anche a velocità massime consentite sulla arteria autostradale. Il progetto prevede, inoltre, la realizzazione di sistemi di comunicazione a lunga distanza attraverso la posa di fibra ottica.

Ecco le prime tratte individuate per la progettazione e l'implementazione delle smart road:

  • l’Autostrada del Mediterraneo da Salerno a Reggio Calabria
  • il Grande Raccordo Anulare di Roma
  • l’autostrada A91 Roma-Fiumicino
  • l’itinerario Orte-Mestre della E45 ed E55
  • l’autostrada A19 Palermo-Catania
  • la Tangenziale di Catania.

E’ possibile visionare un video esplicativo del progetto al seguente link.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, a tale proposito, ha emanato con DECRETO 28 febbraio 2018, le modalità attuative e gli strumenti operativi della sperimentazione su strada delle soluzioni di Smart Road e di guida connessa e automatica.

Siamo, dunque, ancora lontani da un perfetto modello ideale del sistema dei trasporti o di completa mobilità sostenibile. Per realizzarla servono, infatti, nuove auto, nuove tecnologie, nuovi progetti e forse anche nuove persone, in Italia, in Europa e nel resto del mondo. E’ fondamentale, infatti, insegnare alle generazioni future il valore indispensabile dell’ambiente e il rispetto verso il genere umano, loro forse potranno efficacemente cambiare le cose. Come? Attraverso una maggiore alfabetizzazione informatica, un miglioramento tecnologico, automobili connesse, sharing economy, smart city, infrastrutture più moderne, progressiva elettrificazione dei mezzi di trasporto, ma soprattutto una nuova curiosità e una disponibilità personale a cambiare un po’, o del tutto, le proprie abitudini.

Tutto comincia da noi, un passo alla volta.

“Per prepararti al futuro devi lasciarti alle spalle il passato.” cit. SETH ROGEN

 

Inserito il:17/09/2019 11:40:42
Ultimo aggiornamento:17/09/2019 11:48:40
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