Aggiornato al 21/12/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Gustav Klimt (1862-1918) - Le Tre Età della Donna (1905)

 

La cultura della Valutazione: 5 - Il Fertility Day

di Giuseppe Aquino

 

Negli ultimi giorni il web e i telegiornali sono stati letteralmente invasi dalla rabbia e dalle polemiche legate al Fertility Day. Sui social network il popolo della rete si è scatenato contro questa immagine che dovrebbe rappresentare l’intero intervento:

Essendo abbastanza giovane ed esperto di demografia (diversi anni fa scrissi una tesi di laurea triennale intitolata  “Gli effetti della recessione sulle dinamiche demografiche”), anche io mi sono sentito indignato ed offeso da questa iniziativa del Ministero della Salute, incarnata dall’immagine riportata sopra.

Dopo  qualche giorno a mente fredda e lucida, ho invece deciso di analizzare l’intervento nell’ottica della valutazione delle politiche pubbliche chiedendomi che cosa fosse effettivamente questo Fertility Day e se ci fosse altro oltre quell’immagine.

La prima fase della valutazione riguarda l’individuazione e la definizione dell’evaluando. Ci si chiede quindi che cosa è il Fertility Day? Il sito ufficiale dell’intervento riporta il programma completo dell’iniziativa.

In particolare si legge che: “Il 22 settembre 2016 si celebra il primo “Fertility Day”, Giornata nazionale annuale che rappresenta il punto centrale delle iniziative previste dal Piano Nazionale della Fertilità.

La Giornata è l’occasione per richiamare l’attenzione di tutta l’opinione pubblica sul tema della fertilità e della sua protezione, in particolare attraverso il coinvolgimento dei giovani, degli insegnanti, delle famiglie, dei medici, delle farmacie, degli ordini professionali, delle associazioni e società scientifiche e delle istituzioni locali (Comuni e Scuole, innanzitutto), che sono coinvolte nella realizzazione di incontri formativi/informativi realizzati sul territorio.

Per una più ampia diffusione dei messaggi e delle informazioni sono utilizzate modalità di comunicazione mediatica che sfruttano tutti i canali di informazione, in particolare quelli preferiti dai giovani. [...]Tutte le attività sono promosse dal Ministero attraverso una grande campagna di comunicazione sui social network, la realizzazione di un sito tematico www.fertilityday2016.it dedicato all’iniziativa e la produzione materiale di editoriale ad hoc diffuso nei Villaggi della Fertilità, pubblicato in formato scaricabile sul sito nel Ministero www.salute.gov.it e inviato a tutti i Sindaci che hanno aderito al Fertility Day.”

Grazie a quanto riportato dal programma, possiamo facilmente individuare e comprendere gli obiettivi dell’intervento come previsto nella seconda fase della valutazione. L’obiettivo principale di breve periodo del Fertility Day è quindi quello di sensibilizzare e informare l’intera popolazione, ma soprattutto i giovani di età compresa tra i 15 e i 35 anni (nel sito si parla anche di prevenzione della malattie sessualmente trasmissibili e di contraccezione), sul tema della fertilità. L’Italia infatti ha il Tasso di Fecondità Totale (Total Fertility Rate, TFT) tra i più bassi al mondo, nel 2014 era di circa 1,39: ogni donna in età fertile (solitamente si considera la popolazione femminile di età compresa tra i 15 e i 45 anni) nel 2014 aveva in media 1,39 figli. La soglia di rimpiazzo è un TFT uguale o superiore a 2,05. Questo indicatore ci dice che la popolazione italiana sta lentamente morendo, ogni coppia in età fertile ha meno di due figli. Se il trend non si inverte, nel lungo periodo ci saranno gravi problemi di stabilità e sostenibilità del sistema pensionistico e del welfare in generale. Si può quindi asserire che l’obiettivo di lungo periodo di questa iniziativa sia quello di invertire il trend del TFT e assicurare la stabilità dell’intero sistema nei prossimi decenni (si spera però che vengano implementate ulteriori e più incisive azioni strutturali).

La terza fase riguarda lo stadio di vita del progetto/intervento. Il Fertility Day è il prossimo 22 settembre, tuttavia la campagna è già stata lanciata ed il sito è live. La valutazione sarà quindi In Itinere.

La quarta fase, lo studio del contesto, è abbastanza semplice. La situazione demografica italiana è già stata descritta, ovviamente in maniera semplicistica visto che ci sono altri indicatori che potrebbero essere considerati: età della donna al primo parto, soglia di rimpiazzo, saldo demografico. Tuttavia il TFT (calcolato sulla popolazione residente, quindi compresi gli stranieri) è molto indicativo e sufficiente per avere un’idea del contesto demografico italiano senza dover analizzare ulteriori parametri più specifici.

Il target principale dell’intervento sono i giovani, quindi risulta necessario contestualizzare la loro situazione ed evidenziare anche il motivo per il quale fanno meno figli rispetto alle generazioni passate.

Senza entrare troppo nei dettagli, visto che la situazione è abbastanza palese, sotto gli occhi di tutti e non appare necessaria un’analisi qualitativa maggiormente approfondita, si può tranquillamente asserire che il problema dei giovani è la mancanza di lavoro e di stabilità. Si studia sempre di più rispetto alle generazioni passate ma si fatica maggiormente a trovare un lavoro. Paradossalmente un giovane di 26 anni con due lauree può ritenersi fortunato se riesce a trovare uno stage con un rimborso spese superiore ai 500 euro lordi al mese. E dopo lo stage difficilmente verrà assunto ma ci saranno altri stage. Se non è lo stage, è un contratto a tempo determinato il cui orizzonte non supera i tre anni. E chi non ha una laurea spesso è in situazioni peggiori tra disoccupazione e lavoro nero. Senza lavoro e senza stabilità non si può lasciare la casa dei genitori e farsi una propria famiglia. Come si può chiedere ad una coppia di giovani responsabili di mettere al mondo un figlio se nel loro futuro c’è solo incertezza e instabilità?

Il contesto di implementazione appare estremamente sfavorevole: è necessario informare la popolazione in merito ad un argomento poco conosciuto come la demografia o la fertilità, ma il problema principale che impedisce di fare più figli non è certo l’ignoranza sulla materia ma la mancanza di lavoro.

Gli indicatori scelti per la quinta fase sono:

  1. Il numero di contatti sul sito web, se l’obiettivo è informare affinchè l’intervento sia efficace l’utenza deve rispondere positivamente andando a leggere gli approfondimenti proposti
  2. Il numero di comuni che hanno aderito al Fertility Day del 22 Settembre, una scarsa adesione evidenzia l’inefficacia dell’intervento
  3. La reazione del web, il target principale sono infatti i giovani raggiunti grazie ai social media, come evidenziato nel programma. Tuttavia la comunicazione sui social network non è mai monodirezionale ma l’utenza si esprime e lascia importanti feedback che, in questo caso specifico, posso permettere di fare una prima valutazione in merito all’efficacia dell’intervento.

In questo caso la sesta fase, la raccolta e analisi dei dati, appare complicata. L’intervento è in Itinere e mancano ancora più di due settimane al 22 settembre. Per quanto riguarda il numero dei comuni aderenti, il sito web dell’iniziativa mette a disposizione una mappa dei comuni aderenti: attualmente sono un centinaio su circa 8000, una percentuale esigua (0,0125% circa). Inoltre non si può prevedere il numero di contatti in streaming o la presenza fisica ai vari eventi del 22 Settembre. Il sito web dell’intervento non riporta un contatore dei contatti o della visualizzazioni.

La reazione del web e dei social network è stata invece a dir poco spietata, tra commenti sarcastici, satirici (“la mia gravidanza dura più del mio contratto”), arrabbiati e di protesta, da arrivare addirittura sui telegiornali!

Per quanto riguarda la settima e ultima fase, appare difficile esprimere una prima valutazione basata su dati quantitativi. Il giudizio sarà quindi basato principalmente sui dati qualitativi e in particolare sulla reazione dei social network. E’ molto rischioso valutare un intervento principalmente in base alla vox populi, tuttavia il target del Fertility Day sono proprio i giovani e gli stessi utenti dei social network, come dichiarato nel programma dell’intervento, quindi i feedback dell’utenza sono fondamentali per poter valutare l’efficacia di questa iniziativa.

L’intervento rischia di essere inefficace a causa di una errata comunicazione. Nonostante le informazioni fornite siano molto utili e adatte al contesto d’implementazione, difficilmente un utente andrà oltre a quello che vede sui social network. Il messaggio dell’intervento non viene veicolato e percepito correttamente ma anzi viene giustamente frainteso; si chiede ai giovani di fare (più) figli senza assicurare le condizioni necessarie per procreare responsabilmente: lavoro e stabilità. Chiedendo all’utenza una cosa sostanzialmente impossibile si otterranno risposte negative e di protesta.

Inoltre per risolvere il problema della bassa fertilità, andrebbero implementati ulteriori interventi strutturali a supporto dei giovani e delle giovani coppie, prima di qualsiasi campagna informativa.

 

Inserito il:05/09/2016 07:18:15
Ultimo aggiornamento:17/01/2017 10:29:32
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