Stefano Popovsky (1964 - Bulgaria) - Smog II
Inquinamento e demenza: forse c’è una relazione
di Francesca Morelli
Polveri sottili, traffico, smog non solo sporcano aria, con indiscussi e ben noti effetti su vie respiratorie e polmoni, ma inquinano anche il cervello. Ottenebrano cioè le capacità mentali, favorendo il declino cognitivo fino alla demenza, con esiti tanto più evidenti e importanti in funzione della vicinanza ad aree particolarmente trafficate. Lo asserirebbe uno studio canadese dell’Università di Toronto, pubblicato sulle pagine della rivista The Lancet, dopo aver monitorato per 11 anni – dal 2001 al 2012 – oltre 2 milioni di persone residenti nell’Ontario. Caratteristica essenziale era infatti risiedere in quest’area, da almeno 5 anni precedenti l’avvio dello studio e in zone ad elevata concentrazione di smog.
Durante il periodo di osservazione i ricercatori hanno potuto registrare oltre 243 mila casi di demenza con una incidenza maggiore tra le persone che vivevano in strade molto congestionate. Ma non solo: i dati della ricerca riporterebbero una percentuale aumentata di rischio di demenza del 7% tra le persone che vivevano in un raggio di 50 metri dallo smog; superiore del 4% se la distanza dal traffico era compresa tra 50 e 100 metri, e un tasso maggiorato solo del 2% se il domicilio distava dall’area a forte inquinamento oltre 100 metri.
Il fenomeno demenza-smog, e quindi particelle sottili associate a rumore, ossido di nitrogeno, consumo di pneumatici con emissione di agenti tossici, avrebbe una motivazione scientifica. «Le particelle inquinanti - spiega Ray Copes, uno degli autori - entrano nel flusso sanguigno provocando uno stato infiammatorio tale da poter causare problemi cardiovascolari e diabete. Ma a contatto con il cervello, questi agenti potrebbero essere responsabili di danni neurologici». Compresa la demenza, una patologia che interesserebbe oggi oltre 50 milioni di persone nel mondo.
I dati canadesi confermerebbero quanto già attestato da una precedente ricerca effettuata nella città di Taiwan, nota per l’alto traffico, che aveva monitorato oltre 95 mila persone con più di 65 anni tra il 2001 e il 2010, rilevando una possibile associazione tra rischio aumentato di Alzheimer e l’esposizione a lungo termine a ozono e polveri sottili, oltre gli standard indicati dall’EPA (Environmental Protection Agency).
Non meno preoccupanti sono le stime diffuse nel 2016 dal rapporto dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), secondo cui l’inquinamento ambientale causerebbe oltre tre milioni di morti annue (dato del 2014), stante anche il fatto che il 92% della popolazione vivrebbe in aree che non soddisfano le linee guida dell'organizzazione. «L’inquinamento dell’aria - ha dichiarato Maria Neira, fra le esperte che hanno redatto il documento dell’Oms - è responsabile della morte di una persona su nove, con influenze negative sulle economie e la qualità di vita».
E l’Italia, cosa sta facendo per tutelare la popolazione e l’ambiente? Sebbene alcune misure cautelative siano state intraprese, come gli stop periodici alle auto, durante le domeniche e/o le giornate ecologiche, o la riduzione delle emissioni e delle temperature dei riscaldamenti, ancora 32 città con in testa Torino, Frosinone, Milano, Venezia, Vicenza, Padova, Treviso hanno superato nel 2016 i livelli di inquinamento, mettendosi in condizioni di rischio. Così Legambiente propone 10 ‘soluzioni’ per contenere e provare a combattere lo smog cittadino:
1. Pensare a città più a misura d’uomo, ovvero con una viabilità che consenta spostamenti sicuri a piedi e in bicicletta. Andrebbero in buona sostanza aumentate le cosiddette zone 30, con limite di velocità massimo consentito di 30 km/h.
2. Strutturare una ‘rete’ ciclabile che attraversi la città da nord a sud e da est a ovest, a favore di spostamenti sulle due ruote ecologiche (dunque moto escluse!) . Per arrivare a questo obiettivo, occorre l’impegno sinergico di Comuni e Regioni con piani e programmi specifici e lo stanziamento di risorse economiche dedicate, ma anche del Governo disposto a un co-finanziamento del progetto.
3. Promuovere una mobilità "emissioni (quasi) zero", non solo a piedi o in bici, ma anche usufruendo di veicoli a trazione elettrica come e-bike, moto, auto, bus, favorendo almeno il 90% degli spostamenti quotidiani degli italiani, al di sotto cioè dei 100 Km al giorno, con questi mezzi di trasporto.
4. Dedicare corsie preferenziali a bus e/o altri mezzi pubblici, velocizzando i trasferimenti. Si tratta, asserisce Legambiente, di un intervento a basso costo per le amministrazioni comunali e facilmente realizzabile, a beneficio di mezzi più rapidi, affidabili ed efficienti.
5. Prevedere 1000 treni pendolari, metropolitane, tram e 10 mila bus elettrici o a bio-metano per il trasporto pubblico nelle aree urbane. Ovvero rinnovare il parco pubblico circolante, troppo vecchio o attualmente insufficiente, al fine di diminuire l'utilizzo di auto private. L’opera richiede lo stanziamento di risorse regionali e comunali dedicate a una programmazione pluriennale per treni, metro, tram, autobus e così via.
6. Fissare standard ambientali sempre più alti per l'utilizzo dei veicoli privati circolanti nelle città, con limiti più stretti nei periodi di picco in modo da avere un quadro chiaro delle prestazioni che si vogliono raggiungere nel parco circolante e stimolare l'innovazione e gli investimenti delle imprese.
7. Obiettivo ‘solo uno spostamento su tre in macchina entro 5 anni’. Ovvero promuovere la mobilità con mezzi pubblici, in bicicletta, bici a pedalata assistita, con personal movers elettrici leggeri, sharing mobility, car pooling, secondo un ‘crono programma’ che limiti la circolazione dei mezzi privati a motore a non più di un terzo dei chilometri percorsi in città. Sarebbe dunque necessario un decreto governativo e linee guida rivolte ai piani comunali, con premiabilità e disincentivi, che preveda anche, da parte delle regioni, l’attuazione di nuovi Piani risanamento dell'aria e di trasporto.
8. Road pricing e ticket pricing, cioè il pagamento di una tassa sul modello dell’area C milanese, per limitare l’accesso nei centri abitati di veicoli inquinanti, incentivando l'uso di veicoli più efficienti e a zero emissioni, i cui ricavi devono essere investiti nel potenziamento del trasporto pubblico locale e di forme sostenibili di mobilità.
9. Riqualificazione degli edifici pubblici e privati, per ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti, da qui a 30 anni. Cioè ogni anno il 3% del patrimonio edilizio pubblico e privato, pari a circa 400 mila interventi annui, dovrebbe essere reso sicuro dal rischio sismico e idrogeologico e adibito con device e tecnologie che permettano un consumo energetico "quasi zero".
10. Riscaldamento non inquinante, rispettando da un lato l'obbligo di applicazione della contabilizzazione di calore nei condomini per ridurre i consumi e dall’altro attuando controlli periodici sulle caldaie (come previsto dalla legge), prevedendo un sistema sanzionatorio efficace in caso di abuso o irregolarità.