Mich Manzoni (Milano, 1989) - Ictus
Sei a rischio ictus? Te lo dice una “app”
di Francesca Morelli
Quasi 737 mila sopravvissuti, 144 mila i nuovi casi annui con 79 mila decessi dopo l’attacco e un sensibile numero di anni persi in esistenza e qualità di vita. Sono i numeri importanti dell’ictus, riferiti solo in Italia. Eppure una migliore conoscenza dei fattori di rischio, alcuni dei quali correggibili e prevenibili perché associati a una complementarietà di abitudini scorrette che si potenziano a vicenda tendendo una pericolosa trappola a un evento cardio o cerebrovascolare – tra questi fumo, alimentazione sbilanciata per quantità o qualità, sedentarietà, abuso di droghe e direttamente responsabili anche di diabete, pressione alta, livelli di colesterolo elevati nel sangue, stress - ma anche il riconoscimento dei campanelli di allarme che possono preannunciare l’insorgenza di un ictus cerebrale, possono contribuire ad arrestare il trend negativo di questa grave patologia, talvolta letale e comunque causa di disabilità.
All’impegno di prevenzione individuale, oggi si unisce anche una ‘informazione tecnologica’: ovvero la possibilità di conoscer il rischio personale di incorrere nell’arco della vita in un ictus o in un infarto, con una ‘app’. Si chiama APPRISKOMETER, disponibile sia per Apple che per Android, è scaricabile gratuitamente nell’Apple Store inserendo ‘Il rischio di ictus’. Ideata dal Professor Valery Feigin dell’Università di Auckland, Nuova Zelanda, patrocinata da World Stroke Organization (WSO), International Association of Neurology & Epidemiology (IANE) e European Stroke Organization (ESO), la ‘app’ è stata tradotta nelle principali lingue in tutto il mondo, tra cui anche l’italiano interamente curata e finanziata da ALT- Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari - Onlus (www.trombosi.org).
«La app – spiega la Professoressa Lidia Rota Vender, presidente di ALT - aiuta a “mettere in fila” i fattori di rischio individuali, modificabili e non modificabili. Fornisce le informazioni e la motivazione necessarie per correggere o migliorare quelli legati soprattutto allo stile di vita che possono prevenire ma soprattutto contribuire a evitare l’ictus in 80 casi su 100, come dimostrano i dati dei più recenti studi». La ‘app’ è facile da usare dagli anni in erba fino ai sempre verdi, perché funziona in modo semplice e intuitivo: registra le abitudini dell’utente, monitorizzando eventuali cambiamenti nel corso dell’anno sia nello stile di vita che nello stato di salute ed insegna a riconoscere tempestivamente i sintomi dell'ictus che non devono essere sottovalutati e che richiedono l’immediato intervento del 118. La tempestività è infatti il solo mezzo per limitare i danni e salvare la vita di chi ne è colpito, perché nella cura dell’ictus il tempo è cervello ed agire rapidamente può fare la differenza fra l’invalidità o il recupero della salute.
Insomma, cliccando semplicemente sulle informazioni relative a ciascun fattore di rischio inclusi nell’applicazione, si hanno consigli “salvavita” e se si sceglie la versione “Pro” si hanno pure a disposizione dei video sui sintomi, fattori di rischio e provvedimenti cautelativi contro l’ictus cerebrale forniti da esperti internazionali. Non ultimo, qualora lo si desiderasse, si può anche entrare a far parte di uno studio mondiale che coinvolge 160 Paesi. Si tratta dello studio RIBURST (Reducing the International Burden of Stroke Using Mobile Technology) finalizzato a comprendere sempre più a fondo i fattori di rischio che causano ictus e infarto. «L’applicazione – aggiunge la dottoressa Paola Santalucia, neurologa, cardiologa e vice-presidente ALT - attraverso i dati raccolti degli utenti, consente di configurare un enorme data set che, nel rispetto della privacy, fornisce informazioni sullo stato e l’andamento del rischio vascolare, sia per ictus che per infarto, a livello di popolazione e con attenzione individuale. Dando cioè una visione, ad oggi inedita circa la frequenza, la prevalenza e i fattori determinanti ictus, infarto, demenza e diabete in differenti paesi a livello mondiale. Il rilevamento dei dati consentirà anche di perfezionare gli scores (punteggi) di rischio e gli algoritmi predittivi per ciascuna di queste malattie non comunicabili». Il progetto, dunque, aiuterà ricercatori e clinici a tracciare in modo molto accurato strategie di prevenzione e cura, basandosi sull’esame di un grande numero di profili di rischio individuali che, considerati nel loro insieme, avranno una ricaduta fondamentale sulla salute cardio e cerebrovascolare di tutti, in Italia e nel mondo.
PER SCARICARE L’APP: http://www.trombosi.org/; iOS Lite; iOS Pro; Android Lite; Android Pro o nell’App Store inserendo: IL RISCHIO DI ICTUS