Sheep Mc Tavish (Contemporaneo -Austin,Texas) -Every Cell In My Body - 2012
L’analisi di una goccia di sangue rivelerà in anticipo il nostro stato di salute
di Francesca Morelli
È come scattare una fotografia.
Non a un paesaggio, a una persona o a un oggetto, bensì a una goccia di sangue. Potendo così conoscere lo stato si salute delle cellule circolanti: differenziando quelle sane da quelle anomale, tumorali. Cogliendo informazioni in tempo reale che con analisi più tradizionali, come un emocromo ad esempio, potrebbero passare inosservate. Anticipando così un possibile stato di malattia, prima che manifesti i suoi sintomi.
È l’ultimo traguardo in ambito ematologico raggiunto grazie a uno studio, pubblicato sulla rivista ‘Light: Science and Application’ del gruppo Nature, di un gruppo di ricercatori dell’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti del Consiglio nazionale delle ricerche (Isasi-Cnr) in collaborazione con il Consorzio Ceinge-biotecnologie avanzate.
Nessuno nega la validità e l’importanza di analisi, come l’emocromo, su globuli rossi, bianchi, piastrine, linfociti capaci di quantificare il numero di ciascuna componente presente nel sangue e dare informazioni sui livelli dell'ematocrito (il rapporto percentuale tra i globuli rossi e il plasma) e dell'emoglobina (la proteina che costituisce principalmente i globuli rossi adibita al trasporto dell'ossigeno dai polmoni ai tessuti) e fornire altri preziosi parametri.
Ma oggi si può andare ben oltre, fino a potere analizzare insieme lo stato di salute delle cellule (già possibile, ma solo su una parte di essa e con analisi al microscopio su uno striscio sangue, lunghe e soggette all’interpretazione del tecnico di laboratorio) ed avere risultati in tempo reale sulla salute complessiva di questa componente sanguigna. Grazie a una tecnica molto raffinata e innovativa, di imaging ottico, basata sulla riproduzione fotografica (olografia) digitale, in grado di ricostruire in maniera tridimensionale la struttura della cellula, fino a dimensioni di millesimi di millimetri, cogliendone le informazioni ‘salutari’ a 360°, mentre scorrono nel flusso ematico.
- Questa tecnica - spiegano Francesco Merola, Lisa Miccio, Pasquale Memmolo e Martina Mugnano, i ricercatori di Isasi-Cnr e Achille Iolascon del Ceinge, ordinario di genetica medica dell’Università Federico II - permette di rilevare la più piccola variazione morfologica rispetto al globulo rosso sano, potendo così riconoscere in maniera accurata e anticipata possibili segni indicatori di una malattia in potenziale sviluppo». Insomma è come fare una vera e propria biopsia, ma non su un tessuto, bensì sul sangue: una biopsia cosiddetta liquida.
La metodica avrebbe già dato prova di efficacia, consentendo ai ricercatori di identificare in un gruppo di pazienti, con accuratezza assoluta, forme di anemie differenziandone per ciascuno la tipologia.
La prospettiva è di applicare questa tecnica, oltre al sangue, anche a cellule di altra natura. Come quelle che costituiscono le alghe ad esempio.
- Abbiamo utilizzato la metodica sulle diatomee – ha concluso Pietro Ferraro, direttore di Isasi-Cnr - le alghe cui si deve la produzione di oltre il 20% dell’ossigeno dell’intero pianeta e la cui presenza negli oceani è indicativa dello stato di salute degli ecosistemi. In particolare lo studio tridimensionale dei cloroplasti, gli elementi delle diatomee responsabili della fotosintesi, ci consente di conoscere subito una possibile contaminazione e la sua natura, nelle acque essendo essi stessi ipersensibili a agenti tossici e inquinanti». Un’ottima notizia per l’uomo e il pianeta.