Fernando Botero (Medellin, Colombia, 1932 - ) - Dinner Party (1994)
“Ti mangerei di baci”: il cibo e il sesso
di Mara Antonaccio
“Sei una persona squisita”; “la passione che divora”; “mangiare di baci”, in molti modi di dire si celano significati non immediatamente evidenti, e questo accade anche quando parliamo di due attività umane per eccellenza: cibo e sesso. Queste frasi sono illuminanti se ci rendiamo conto di come esse abbinino due mondi apparentemente lontani, ma che in realtà stimolano potentemente tutto l’apparato sensoriale del corpo.
Freud è stato il primo ad associare in modo diretto questi due ambiti, poiché fame, sete, desiderio sessuale sono pulsioni istintive degli uomini e ne influenzano i comportamenti, in maniera più o meno consapevole. l’istinto di sopravvivenza ci spinge a mangiare, ma ci spinge anche a perpetrare la specie tramite la sessualità; per questa ragione il Padre della Psicoanalisi definiva “pulsioni di Autoconservazione” sia la fame, sia il desiderio sessuale ed ecco perché il legame fra sesso e cibo è molto forte e presente nella cultura di ogni popolo e in ogni epoca storica.
E possiamo anche scomodare le Religioni: nella Bibbia il peccato originale commesso da Adamo ed Eva è simboleggiato dal consumo di una mela tentatrice, che ha fatto scoprire agli Uomini la carnalità, le gioie del Paradiso islamico prevedono che gli uomini bevano latte e miele, mangino cacciagione e che si accoppino con fanciulle di eterna bellezza.
Molti sono i punti in comune tra i due argomenti: sono piaceri intensi ed appaganti, hanno aspetto simbolico da un punto di vista sociale, nel senso che vanno praticati in compagnia (in molte Società il digiuno e l’autoerotismo sono considerate fatti negativi), sono indispensabili per la sopravvivenza e per l’evoluzione della Specie.
Sempre da un punto di vista psicoanalitico, nel linguaggio sessuale non verbale il cibo svolge un ruolo importante. Sappiamo che i giochi erotici sono un aspetto fondamentale in un rapporto sessuale sano, e quindi anche quelli con il cibo; che si tratti del semplice imboccarsi reciprocamente, o che si usino cibi sino alla penetrazione, l’importante è “gustare l’altro”.
Noi stessi ed il partner diventiamo la pietanza principale, concedendoci come “tavola” o portata principale; a tal proposito, superato il tabù dell’idea di nutrirsi di un proprio simile, è istintivo per l’uomo desiderare di inglobare l’altro, attraverso un atto di cannibalismo simbolico: come baciare o mordere affettuosamente il partner. La psicoanalisi legandolo all’affettività, e quindi al sesso, ne ammorbidisce i tratti definendolo una normale pulsione degli individui psicologicamente sani, definendolo il desiderio di incorporare in sé l’oggetto amato.
Ho citato non a caso le espressioni: “sei una persona squisita” e “mangiare di baci”.
Dicevo prima come i due bisogni primari del cibarsi e del fare sesso siano comuni a tutti gli animali e indispensabili per la conservazione delle specie, ma è interessante sottolineare come gli umani abbiano saputo sublimare la necessità degli appetiti alimentari e sessuali e trasformarli in sofisticate forme di ricerca del piacere dell’anima, del corpo e della mente. Gli animali si accoppiano solo per riprodursi e solo in rarissimi casi con piacere (per contro sono molteplici gli esempi in natura di sesso “doloroso” ma inevitabile), mangiano solo quando hanno fame e bevono quando hanno sete, inoltre non producono cibo e non lo trasformano. Essendo mangiare e procreare due funzioni indispensabili per il mantenimento della specie umana, la Natura le ha premiate con la stessa intensità di piacere e ha favorito la loro modificazione in potente strumento sociale. Nei clan umani dei nostri antenati, e tuttora in molte specie di Primati, il sesso e l’offerta di cibo servono a riconoscere la leadership del maschio “Alfa”, che ha accesso libero a tutte le femmine del branco e al nutrimento, e a stemperare le tensioni nel clan.
Nei successivi millenni di evoluzione, gli umani sono andati oltre la necessità e l’istinto e hanno inventato l’erotismo, cioè l’insieme di pratiche avulse dalla riproduzione con cui manifestano l’attrazione amorosa, e la gastronomia, cioè l’arte di modificare gli ingredienti naturali del cibo e il piacere di consumarlo. In entrambi i casi, la bocca e il senso del gusto sono lo strumento con il quale i due piaceri si fondono. Sappiamo bene come il bacio sia più intimo del sesso genitale ed è un gesto che lega più a fondo due persone; solitamente le coppie che mantengono questa pratica durano di più e hanno un’alimentazione più sana ed equilibrata. Per contro, uno degli insegnamenti impartiti alle giovani donne che si avviavano al meretricio nei bordelli ante Legge Merlin, era quello di non baciare i clienti, per evitare di familiarizzare o addirittura di innamorarsi di loro. Anche mangiare con il potenziale partner ha un forte valore simbolico e di allargamento dello spazio di accettazione; mostrarsi mentre ci si nutre abbassa le difese e sfida un retaggio atavico. E poi, essendo i sensi eccitati, il pasto è indubbiamente un preludio d’amore, poiché il cibo ci rilassa, il vino abbassa il livello di attenzione e ci disinibisce e tutto il corpo produce ormoni che predispongono all’atto sessuale. Ben conoscevano questo gli Uomini già dall’antichità, associando nei riti della convivialità i triclini nella mensa e per giungere in epoche più recenti, le trattorie “con alloggio”, diffuse in tutte le città sino al Dopoguerra, e in quasi tutti i Bordelli c’era la possibilità di mangiare.
Un’altra interessante motivazione della nascita del bacio, supportata da studi clinici, ha evidenziato che la femmina “assaggia” il maschio con le labbra, proprio come fa con un cibo nuovo: con il cibo decide se è commestibile, con il partner potenziale se ci sono incompatibilità genetiche (si, esiste anche l’allergia al DNA di un altro individuo, che può voler dire impossibilità di accettare gli spermatozoi di quel maschio e quindi impedire la riproduzione). Se la compatibilità c’è, la femmina produce ormoni che favoriscono l’ovulazione e quindi predispongono all’atto sessuale; infatti le donne adorano i baci ed i preliminari sessuali, cosa meno interessante per i maschi. Le persone cambiano quando sono in una relazione, e pare che iniziare a vivere in coppia, porterebbe anche dei cambiamenti fisici e fisiologici e un allineamento dei gusti culinari. Studi specifici hanno dimostrato che le coppie possono sviluppare gusti simili e amare alimenti che non mangiavano stando insieme: cosa non si farebbe per amore!
E si può affermare, con buona pace di millenni di Poesia, Letteratura, Arte e Musica, che l'amore è soprattutto un legame biologico o, secondo culture orientali di fusione mente-anima-corpo. Per non distruggere l’illusione che amare sia un’attività esclusivamente umana, può essere vero che più due persone hanno gli stessi gusti e provano le stesse sensazioni, più sono compatibili come coppia.
L’Uomo, rispetto agli altri animali, ha imparato a distinguere tra il piacere istintivo e il godimento consapevole, poiché i primi divorano velocemente e avidamente il pasto e altrettanto fugacemente si accoppiano, mentre l’altro arriva ad esaltare con la cucina talmente tanto l’esperienza del cibo, da provare un sentimento di estasi e procurandosi un piacere che nell’erotismo equivale proprio a un orgasmo, sicuramente di minore intensità ma capace di emozionare e di suscitare sensazioni fisiche. Da sempre l’uomo ha associato il gusto di alcuni cibi al desiderio sessuale e li ha sperimentati per sedurre l’altro sesso e per migliorare le proprie prestazioni sessuali: dal nome della dea dell’amore (Afrodite) deriva il termine “Afrodisiaco”.
Per l’uomo mangiare è un atto carico di significato, come lo è la sessualità, e spesso esso misura la propria forza emotiva attraverso la privazione di questi due piaceri.
Così l’astinenza sessuale, il digiuno o le diete di qualsiasi tipo diventano scelte consapevoli attuate per dare seguito ad esigenze religiose, filosofiche, etiche, igieniche.
Anche la sensazione dolorosa come stimolo di piacere addizionale accomuna sesso e cibo: consumiamo cibi molto piccanti oppure i superalcolici e facciamo esperienze sessuali estreme, o comunque spinte, per avere nuovi stimoli.
Un altro comportamento simile che esprimiamo per l’argomento è la verbalità: descriviamo i piatti che mangiamo con parole appassionate e sensuali (come non ricordare le madeleine di Proust e il piacere che ci trasmette nel descriverle, ne sentiamo quasi l’odore: <<portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto di madeleine. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso ...>>), che non sono distanti dalle eccitanti frasi dell’amore carnale, e cibo e sesso sono uno degli argomenti più discussi nella convivialità. Del resto sin dai tempi dei nostri antenati, parlare a tavola ha fatto nascere rapporti amorosi, d’amicizia, d’affari o intellettuali, e in certi casi la condivisione del godimento procurato dal cibo è la sola forma di erotismo che sopravvive in un rapporto di coppia in cui la passione è affievolita dall’età e dal tempo.
Eros e cibo condividono le stesse aree del cervello e sono controllati dagli stessi ormoni, per questo, cibo può rappresentare un valido sostituto del sesso, in alcuni casi l’uno sostituisce l’altro, esistono correlazioni tra il modo in cui si fa sesso, le scelte e le abitudini alimentari, che sono suscettibili allo stato di benessere emotivo e sessuale. Quando viviamo un rifiuto o un abbandono ci trascuriamo, ci chiudiamo al mondo e non mangiamo, oppure cerchiamo consolazione in ciò che possiamo addentare, mangiare, ingoiare. L’intimità ci sazia, e così fa il suo sostituto simbolico: il cibo.
Esiste anche un nesso molto forte tra i disturbi dell’alimentazione, il rapporto con il corpo, con il piacere e con l’autostima.
Le donne anoressiche non provano interesse per la sessualità in generale, perché la percepiscono come un segno di debolezza, che sminuisce il proprio valore e crea dipendenza. Lo stress che ne deriva è anche frutto della modificazione ormonale dovuta alla perdita del grasso addominale e alla maniacale attenzione sul controllo del cibo. Nella bulimia, invece, gli attacchi di fame sono sostituti dalle “abbuffate di sesso”. Le donne che ne soffrono tendono ad avere un’attività molto intensa per frequenza, numero di partner o masturbazioni.
Una nuova tendenza comportamentale che correla il cibo al sesso come strumenti di distinzione sociale distorta, riguarda gli estremismi alimentari: i vegani a volte sono “vegan sessuali”, cioè tendenti alla castità o non fanno l’amore con chi mangia carne!
Oh tempora, oh mores!!!