Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Mats Eriksson (Malmo,1967 - Stockholm) – Stretching - 2009

 

Lo stretching si fa con “focusing”

di Francesca Morelli

 

Slogature, distorsioni, lesioni a tendini e/o a legamenti, contusioni, stiramenti, strappi e contratture muscolari. Chi, praticando attività sportiva a livello professionale o dilettantistico, non è mai incappato in uno di questi incidenti di percorso? Nessuno, verrebbe da dire, o forse pochi eletti. Coloro che, con molta probabilità, sanno prepararsi all’esercizio fisico con ‘focusing’. Ovvero attuando uno stretching intelligente che predisponga il muscolo, specie se sedentario o poco allenato, ad allungarsi e contrarsi senza subire traumi.

La regola fondamentale è non iniziare mai la pratica fisica a freddo, esponendo l’apparato muscolare a eventi avversi - traumi per lo più da sovraccarico o lesioni - a causa di una mancata elasticità o scarsa fluidità di movimento: due fattori che riducono il range articolare, aumentando l’eventualità di un infortunio. Maggiorato, in caso di vita attiva, del 30-40% rispetto a una vita pantofolaia.

Il movimento, di per sé, non esclude la probabilità di un danno muscolare, di stiramenti o problematiche di altra natura, tuttavia una adeguata preparazione atletica, con ‘focusing’ appunto, ne attenua il rischio. Insomma il muscolo – come un motore – non va portato all’ennesima potenza subito, perché andrebbe fuori giro, ma va prima rodato sia in caso di una lieve corsetta, sia che l’attività fisica in programma sia molto intensa sia che si tratti di  una performance sportiva ufficiale, agonistica. E nel rispetto del dinamismo, anche il concetto di stretching si è evoluto, focalizzandosi nella sua pratica su almeno tre aspetti:

  • l’attenzione al muscolo che è prioritaria. Sia in senso fisico stretto, ovvero prevedendo una gamma di esercizi che consentano di riscaldare, allungare, stimolare già in fase preparatoria, le specifiche aree muscolari che verranno poi messe sotto stress o sotto carico dalla pratica sportiva, ma anche mentale. Questo significa che occorre ‘allenarsi’ a percepire e a sentire il muscolo, a cogliere cioè le sensazioni che derivano da ogni esercizio. Ricordando che il muscolo deve trasmettere tensione e non dolore. Infatti la soglia dello stimolo doloroso, anche lieve, è un chiaro indice che si sta pretendendo troppo: il muscolo si lamenta e impone un passo indietro, allentando allungamenti e/o il ritorno a una postura/posizione meno intensa e tensiva. Un esercizio, quello dell’ascolto del muscolo, che richiede concentrazione. Dunque, l’allenamento va fatto in silenzio, in solitaria, senza farsi coinvolgere dal gruppo o parlottando con il vicino di allenamenti.
  • Poi c’è la postura. Anche e soprattutto quando si fa sport, non solo mentre si cammina o si sta seduti a una scrivania, la postura va curata con attenzione. Infatti perché sia efficace nello sport deve avere due credenziali: essere corretta e mantenuta alcuni secondi, quelli necessari a permettere al muscolo di allungarsi. L’errore da evitare è il ‘molleggiamento’, perché il muscolo a quel punto non capirebbe – visto che parliamo di stretching intelligente, ed il nostro corpo è intelligente – se deve tendersi o rilassarsi in questo tira e molla che lo stimola a fare una cosa e un millesimo di secondo dopo l’esatto contrario.
  • Infine la respirazione. Che è un atto automatico a cui spesso non si pensa; invece durante l’esercizio fisico, bisogna prestare attenzione che si mantenga lenta e controllata. Con due vantaggi: un efficace aiuto alla concentrazione (che, ricordiamolo, favorisce la corretta postura) e il rilassamento a vantaggio di tutto il processo di riscaldamento.

Non ultimo il massaggio. Lo si vede spesso fare da preparatori atletici a sportivi professionisti prima dell’inizio di una competizione. «Una frizione di 2-3 minuti – dichiara il dottor Riccardo Ceccarelli, medico sportivo e direttore di Formula Medicine (una équipe che da più di 25 anni si occupa dell’assistenza medica e atletica di team e piloti negli sport motoristici) – può essere utile e indicata anche prima di una attività sportiva dilettantistica.

Si può utilizzare, ad esempio, una crema a base di esteri cetilati ad alta concentrazione, un principio attivo naturale che penetra nelle articolazioni e nei muscoli svolgendo un’azione “preventiva”.

Permette cioè di mantenere lo stato fisiologico dei tessuti, contribuendo anche a una migliore elasticità di cartilagini e muscoli». Ma il ‘cremoso’ massaggio  ha un effetto terapeutico anche post-trauma: «Non solo riduce la sintomatologia dolorosa a livello articolare e muscolo-scheletrico – conclude lo specialista - ma favorisce anche il recupero della mobilità nei periodi di riabilitazione successivi a traumi o fenomeni infiammatori».

Con un valore aggiunto: la formulazione di questa specifica pomata, a base di acidi grassi naturali, consente l’utilizzo prolungato senza il rischio di effetti collaterali, rendendola cioè una soluzione alternativa e sicura ai farmaci anti-infiammatori o FANS.

 

Inserito il:14/02/2017 16:48:13
Ultimo aggiornamento:14/02/2017 18:23:48
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