TFR e Banca d’Italia.
Credo che molti siano rimasti sorpresi dalla dichiarazione della Banca d’Italia sulla possibilità volontaria da parte dei lavoratori di anticipare in busta paga parte del TFR.
Dire che occorre limitare questa possibilità perché questa va a scapito delle pensioni a fine vita lavorativa è una tale ovvietà che stupisce che un organismo di questo livello si senta in dovere di dirlo.
E nessun commento sulla possibile iniezione di ulteriore liquidità nel sistema che questo provvedimento comporta, e che ne è la motivazione principale, a supporto della crescita della domanda.
Viene il sospetto che dietro a questa affermazione ci sia altro, meno apparente, ma più solido.
E questo qualcosa è forse rappresentato dalla possibile riduzione del ricorso alle pensioni integrative, oltre che un aggravio finanziario per le imprese.
Questo business è gestito da banche e assicurazioni, cioè da poteri molto vicini alla Banca d’Italia, e una possibile riduzione potrebbe causare qualche disagio finanziario ed economico a queste strutture.
E questa può essere allora una possibile spiegazione della dichiarazione, che poi tanto ingenua non è.
A pensar male si fa peccato, ma ….