La politica è anche coraggio.
Il sistema democratico limita spesso il coraggio di fare delle cose utili per la propria comunità o cose che contrastano la perdita collettiva di umanità e di civiltà a causa di forti correnti dell’egoismo. Limita il coraggio perché fa paura la perdita di voti, la perdita del consenso e, in definitiva, la perdita del potere.
Ma ci sono fatti che nella vita dei paesi e dei loro protagonisti riescono a connotare alcuni di questi ultimi come degli statisti, come degli uomini illuminati, uomini la cui azione verrà ricordata nel futuro e che riesce a condizionare in modo significativo il corso degli eventi in qualsiasi campo.
Un fatto importante sarebbe da parte del nostro Presidente, del Governo e non so di chi altro trovare una soluzione per le decine di migliaia di persone che ogni anno muoiono nel nostro mare alla ricerca di speranze che quasi sempre sono illusioni. Dare assistenza, offrire una dignitosa e temporanea ospitalità, aiutare questa povera gente a trovare il corridoio per andare dove vuole andare o una soluzione per vivere sarebbe un dovere richiesto dalla civiltà, dalla cultura, dalla umanità.
Avere il coraggio di decidere qualcosa in merito a prescindere o senza tener conto delle Istituzioni Europee, sorde a questo tipo di richiami e interessate solo ai temi del danaro e di come si deve farlo girare, e magari anche di populisti o personaggi minori che non avendo progetti da sottoporre ai loro possibili seguaci utilizzano questi argomenti, senza capire che sono il simbolo di vigliaccheria, di disumanità, di egoismo, di volgarità.
Purtroppo nel nostro paese i nostri politici o quanto meno la loro maggioranza, si richiama alla cultura di Don Abbondio. Ed è anche per questo che in tutti i campi camminiamo come i gamberi sperando di non finire, prima o dopo, alla brace.