Una piccola riflessione su Salvini ed il modo di dibattere della lega nord.
Spesso, se sento Salvini partecipare a un dibattito, qualsiasi sia l’argomento, mi ritrovo a provare un fastidio quasi fisico, di ritmo spezzato, a sentire il suo modo di affrontare la discussione. Non parlo delle sue parole e della logica che le sottende, irrimediabilmente figlie dell’ignoranza più profonda. Parlo di ritmo.
E’ un maestro: chiunque sia il suo interlocutore, è capace di far slittare il senso del discorso minandolo poco alla volta, facendo analogie ingannevoli che poco a poco fanno perdere il filo: il suo continuo paragonare cose incomparabili, il suo mettere in relazione cose che non lo sono affatto, in relazione, il suo suggerire colpe sottintese mina la discussione a poco a poco fino a farla esplodere, e a farle perdere tutto il significato, e tutti i riferimenti. L’interlocutore pur di controbattere ci casca, e rispondendogli è come se le riconoscesse, quelle analogie, ed è fatta: passeranno ore a costruire discorsi su premesse false e sconocchiate.
Quello di Salvini è un continuo semplificare la realtà come semplice scontro: tra idee, tra valori e purtroppo anche tra poveri – sfruttando temi e problemi in sé veri– . E’ un abile trucco per mandare in confusione e far accendere spiriti non così pronti a difendersi da questa (veramente) brutta politica.