Alys Caviness-Gober (Contemporanea – Noblesville, Indiana, USA) – Parallel lives
Le vite parallele
di Gianni Di Quattro
Plutarco scrisse la sua opera monumentale nel primo secolo dopo Cristo e metteva in parallelo biografie di personaggi, uno greco e uno romano, per compararne vizi e virtù. Plutarco aveva l’obiettivo di far capire ai romani che dovevano avere più rispetto verso la grande cultura greca e, allo stesso tempo, invitava i greci ad essere più tolleranti verso i romani, forse ancora considerati un po’ barbari.
Il titolo dell’opera di questo grande scrittore e uomo di cultura greco, vissuto sotto l’Impero Romano di cui ebbe anche la cittadinanza, è molto rappresentativo di un metodo profondamente umano e originale e cioè quello di capire lo stato di sviluppo sociale e culturale di una società confrontandola con un’altra attraverso la comparazione di protagonisti eccellenti delle stesse.
Allo stesso tempo, questo titolo rappresentativo è anche riferibile ad una altra situazione umana e cioè alla coesistenza in una stessa persona di due vite che camminano insieme, in parallelo, ognuna per suo conto apparentemente, ma che ogni tanto interferiscono l’una con l’altra e che in qualche modo si sorreggono per continuare a scorrere e ciascuna si alimenta, prende spunto anche e in parte dagli accadimenti dell’altra.
Nella esistenza di ciascun uomo, infatti, due sono le vite che procedono in parallelo, una reale e una virtuale, a dimostrazione che la tecnologia elettronica oggi sta avanzando a grandi passi forse anche perché ha capito che la riproduzione dello schema di funzionamento dell’uomo nella sua semplicità complessa è il segreto del suo successo. Un grande merito dei principali guru del settore, consapevolmente o meno.
Non tutti gli uomini hanno la piena coscienza dello svolgimento delle due vite e in ogni caso quelli che lo percepiscono non riescono a farlo sempre con la stessa intensità e la stessa chiarezza. Dipende da fatti assolutamente naturali, ma anche da altri fattori condizionanti come, per esempio, sotto quale cielo si vive, con quale cultura, come è l’ambiente che ha accompagnato la crescita, quali sono gli obiettivi e le condizioni di vita.
La vita reale è quella visibile, nella quale ciascuno si realizza fisicamente nella comunità in cui vive, incontra persone e situazioni, si relaziona, persegue obiettivi, effettua rinunce, contesta o si adegua, si oppone o cerca di capire, abbraccia l’umanità o cerca di isolarsi. La vita nella quale si concentrano frustrazioni e soddisfazioni, dispiaceri e dolori, gioie e successi e dove ciascuno può misurare, se vuole, la sua ambizione e il suo merito, la sua conoscenza e la sua scala di valori morali e materiali.
La vita parallela alla realtà è quella virtuale fatta di sogni e di pensieri, di un percorso immaginario che però è costruito dalla nostra fantasia, dai nostri desideri, dalla nostra intelligenza e talmente preciso da rappresentare un mondo in cui ciascuno vive esattamente come se gli eventi accadessero davvero.
In questa vita virtuale ciascuno, se riesce a ben percepirla e guidarla, può trovare compensazioni importanti a insoddisfazioni della vita reale, può scaricare stati d’animo negativi e vivere i suoi sogni, i suoi obiettivi creando immagini che diventano sempre più reali anche perché si ripetono, ritornano, camminano, interloquiscono.
È bellissima questa opportunità offerta all’uomo perché ciascuno può trovare il suo equilibrio, avere le sue conquiste e i suoi successi, le sue avventure più o meno sfrenate, i suoi percorsi umani pieni comunque anche per coloro, che sono la maggioranza, che non sempre possono realizzare nella vita reale i propri desideri.
Io, per esempio, amo la mia vita virtuale, la vivo come una vita normale e con essa sono riuscito a sconfiggere le delusioni e gli insuccessi, i dolori e gli errori che hanno attraversato la mia vita reale.
Sognare e fantasticare dunque è importante perché il sogno è la nostra vita parallela, il nostro bellissimo e personale percorso di vita.