La pioggia, il cambiamento, la memoria.
Le bombe d’acqua, come adesso si chiamano, stanno squassando l’Italia con i fiumi e i laghi che esondano, il mare che lancia ondate contro le coste, le colline e le campagne che sono su qualche pendio che franano.
Naturalmente stiamo osservando il paese in un momento particolarmente difficile, in un momento che affronta il cambiamento di clima e le mutazioni atmosferiche in generale in condizioni di estrema debolezza, perché lacerato da costruzioni improbabili ovunque, non rispettato, non manutenuto, non curato. E questo malgrado l’esistenza di enti, corpi, strutture, organizzazioni dedicate e addette che però funzionano relativamente anche perché abbondano di persone e scarseggiano di mezzi.
Il vero grande problema del paese che in questo momento sta emergendo con prepotenza è lo sfascio sistematico, delinquenziale, brutale, violento che è stato fatto del territorio negli ultimi cinquanta anni, senza regole, senza controlli, senza criterio, con connivenze e complicità di tutti i tipi, senza colpevoli e senza reati.
Oggi tutti si scagliano contro i sindaci e le strutture che operano per la bisogna come pompieri, vigili e altri e questo è inevitabile, perché comunque sono le autorità, le istituzioni, che hanno operato e che hanno consentito lo sfascio del paese. Gli attuali rappresentanti sono tuttavia gli eredi degli stupratori e sono più che altro colpevoli di non denunciare, di non far emergere situazioni registrate negli archivi, di non scoprire a beneficio della comunità punti deboli e pericoli esistenti.
E’ necessaria un’analisi attenta e scrupolosa del passato con l’indicazione dei nomi che hanno fatto, di quelli che hanno consentito, di altri che hanno nascosto e che hanno supportato. Bisogna fare i nomi dei partiti, delle persone, degli organi di stampa, degli imprenditori, delle strutture burocratiche che sono responsabili della distruzione del paese. Questo non per condannarli perché ormai i reati commessi sono tutti prescritti, ma per la storia, per un’operazione di pulizia collettiva che non può che far bene al paese, anche se bollerà per sempre i delinquenti e le loro famiglie.