Mino Lo Savio (1922 - Taranto)- Il motociclista - 1995
Tre super uomini
di Giorgio Panattoni
Oggi guardavo il gran premio di Germania di moto GP e mi sono venute spontanee alcune considerazioni e alcuni paragoni.
Partiamo dalle moto. Pista bagnata, gomme da bagnato, l'ideale per Valentino Rossi. Infatti dopo qualche giro è già in testa, anche se qualche giovane rischia l'impossibile, e cade. Il campione del mondo è quindicesimo, non ama queste condizioni, il primo in classifica, lo spagnolo Marquez, è sesto e in difficoltà.
Ma la pista si asciuga, bisogna adattarsi alle nuove condizioni. Il primo a farlo, quando mancano più di 15 giri alla fine, è Marquez, e incomincia a guadagnare secondi su secondi e a scalare posizioni in classifica.
Dal box Yamaha, la casa di Valentino, gli indicano di rientrare per cambiare moto, ma Vale non si ferma. Gli ordinano di rientrare, ma Vale non lo fa. Intanto Marquez, con le gomme giuste, guadagna 5 secondi a giro e va in testa.
Finalmente Vale, the doctor come si definisce, si ferma e cambia moto, ma è tardi e termina la gara all'ottavo posto, quando poteva vincerla.
Perché tanta ostinazione a non seguire le indicazioni del box? E perché farlo quando non si può più andare avanti, tanto le gomme sono consumate?
Ecco un super uomo, che crede di avere solo lui la verità in tasca. E alla fine, avendo fallito nella interpretazione del contesto, perde alla grande.
Chissà perché mi è venuto in mente un altro super uomo, che più o meno si comporta come Valentino, il nostro presidente Renzi.
Anche lui ascolta poco o niente, anche se una differenza c'è. Al box sono tutti dei suoi, e quello che fa va sempre bene. Le indicazioni vengono da fuori, e sono ovviamente più difficili da interpretare e talvolta contraddittorie, ma bisognerebbe almeno ascoltare, perché se si cambia troppo tardi si perde comunque.
Paragone ardito, ma ci si dovrebbe riflettere almeno un po', visti i risultati dei ballottaggi.
E ora ci sarà il referendum per la modifica della costituzione.
Mi è venuto quasi naturale, almeno oggi, fare un paragone con Erdogan e la situazione turca. Anche lui vuole modificare la costituzione, ha perso le elezioni (cioè non ha avuto la maggioranza necessaria) e senza batter ciglio e nella indifferenza generale le ha rifatte dopo qualche mese, mettendo preventivamente in galera gli oppositori e chiudendo la stampa non consenziente.
Strano paese che se non vanno bene a chi comanda i risultati di una elezione si rifà.
Ma qualche difficoltà era ancora presente. Allora tenta l'avventura di riavvicinarsi a Putin, cambiando le regole degli equilibri geopolitici del medio oriente.
E finalmente ieri il golpe militare, o meglio un golpetto, che fallisce quasi prima di incominciare. Strano, che impreparazione in un paese dalla forte tradizione militare.
E subito parte la repressione, finalmente ora c'è una scusa ufficiale per farla senza timori.
Le fonti giornalistiche dicono che il governo turco sta accreditando la responsabilità degli USA dietro il golpe, e Putin è tutto contento. E si parla di 12.000 arresti, di tremila magistrati (!!), di rappresaglie mirate per far fuori tutta la opposizione possibile, quella che ancora è rimasta.
L'occidente si schiera per la DEMOCRAZIA, che va comunque difesa e salvaguardata.
Ma quale democrazia? Con quali garanzie? O sono come al solito le regole degli equilibri geopolitici?
Ovviamente si deve andare più a fondo, ma qualcosa davvero non torna in questo pasticcio, anche se la Turchia è un paese NATO e tanto basta, o anche peggio.
Che succederà ora per esempio dell'accordo sui migranti, che tante perplessità ha già sollevato? Non chiedono certamente di andare in Russia, e questo pare già positivo!
Tre super uomini, ovviamente con responsabilità, compiti e comportamenti diversi, ma da un gran premio motociclistico questo è quello che mi è venuto in mente.
Che delusione le moto!