Deludente risposta del CSM allo scandalo dei giudici minorili onorari.
La categoria dei giudici minorili onorari era stata recentemente travolta da uno degli scandali più sommersi d’Italia. Come riportato dal settimanale Panorama, l’Associazione “Finalmente liberi”, un'organizzazione che da oltre due anni si batte per la tutela dei minori, spesso sottratti alle famiglie d’origine con eccessiva facilità, ha lungamente indagato sui giudici onorari e ha scoperto che, su un migliaio di magistrati, 151 nei Tribunali, più 54 nelle Corti d’appello, operano in totale e palese conflitto d’interessi.
Sembra, infatti, che questi 205 giudici, che ogni giorno decidono sull’affidamento di bambini a una casa-famiglia, o a un centro per la protezione dei minori, dipendono da quelle stesse strutture. In molti casi hanno contribuito a fondarle, ne sono azionisti, fanno parte dei loro consigli d’amministrazione. Contribuiscono, insomma, a fornire la tristissima "materia prima" che serve a far funzionare i centri che hanno creato, o per i quali lavorano. In pratica, il 20 per cento circa dei magistrati minorili italiani ha un qualche interesse diretto (ed economico) a che i bambini finiscano in un centro d’affido. Un centro che per quei bambini, dagli enti locali, incassa una retta giornaliera a volte elevata. Finalmente Liberi ha individuato più casi dove la tariffa supera i 400 euro al dì e stima che siano più di 50 mila i ragazzi portati via dalle loro famiglie. Si può pertanto ipotizzare che alimentino un «mercato» potenziale da 1 o 2 miliardi di euro l’anno.
Di fronte a questo scandalo di così grosse proporzioni ed in un campo così delicato, nè il Ministero della Giustizia, nè il Consiglio Superiore della Magistratura hanno mosso un dito. Unica iniziativa, volta a sensibilizzare le Istituzioni, quella del sen. Luigi Manconi che ha presentato un’interrogazione parlamentare, rimasta senza risposta.
In questo quadro desolante, il CSM si appresta a chiudere tra qualche giorno, il nuovo bando per la presentazione delle domande di nomina o di conferma a giudice onorario minorile, per il triennio 2017/2019.
Nella circolare di accompagno, il Consiglio si guarda bene dallo sconfessare le scelte operate nel triennio precedente, limitandosi ad affermare che intende “mitigare la ripetibilità della conferma nell’incarico”. E per ottenere questo risultato, non trova di meglio che decidere di abbassare di cinque anni – da 72 a 67 – l’età massima per presentare la relativa domanda. Tutto ciò per adeguare l’età massima di permanenza in servizio dei giudici onorari minorili a quella dei giudici ordinari (70 anni), mentre per il passato era ancorata a quella della “generalità dei giudici onorari” (75 anni).
Fra l’altro, proprio in un momento in cui il Consiglio di Stato decide di “stoppare” i pensionamenti dei magistrati che hanno superato il 70esimo anno di età, consentendo loro di rimanere in servizio.
Riducendo, comunque, la platea degli aspiranti alla nomina di giudice minorile, non si fa altro che creare un alibi per la forzosa conferma di quelli attualmente in servizio, fra cui i molti “chiacchierati”. Con buona pace della pressante domanda di fare pulizia in un settore così delicato, che perviene dall’opinione pubblica, dalla società civile e soprattutto dai genitori interessati.