Vale la pena.
Può succedere che nella vita di qualsiasi persona accada un fatto imprevedibile anche se possibile, un fatto che procura un grande dispiacere se non dolore e che può riguardare la perdita di una persona cara, il declino di un sentimento importante, il mancato raggiungimento di un traguardo, di un desiderio, il frutto di un atto di violenza.
La capacità di reazione normalmente e naturalmente dipende dalla entità del fatto e dalla convinzione della sua ineluttabilità. Così la morte di una persona cara rimane nei ricordi ma viene assorbita in tempi relativamente brevi perché rappresenta un evento contro il quale l’uomo non ha difese e che sa scritto nei libri del destino, il declino di un sentimento già prolunga il tempo della disperazione anche perché costringe ad interrogarsi sugli errori e superficialità dei propri comportamenti, il mancato raggiungimento di un traguardo rappresenta l’evento negativo più leggero e di minor impatto emotivo perché in generale ciascuno tende a ricercare e trovare le motivazioni in comportamenti altrui, nelle cattiverie dell’umanità se non nel destino crudele che regola la propria vita.
Il frutto di un atto di violenza è il simbolo dell’ostilità dell’ambiente che ci circonda, la rappresentazione del cinismo e del disprezzo dell’uomo verso i suoi simili, l’esaltazione delle regole della prevaricazione, della violenza, dell’homo homini lupus. E quindi rappresenta il reato più grave che però non viene punito in base a questa scala di valori e viene anche trattato dal sistema giudiziario in modo inadeguato. È comunque il colpo più grave che un uomo può subire dalla società in cui vive e da cui pretenderebbe attenzione e rispetto, per questo i reati di genere come lo stupro ad esempio sono brutti e individuano il valore più basso del degrado dell’uomo.
Emotivamente, psicologicamente poi il percorso per risalire la china del dolore è il più difficile e richiede molto coraggio, risorse culturali adeguate e un sistema di affetti consolidato che possa fungere da contrappeso equilibrante.
Forse il tema della violenza visto non solo come evento ma analizzato nei modi di come è recepito richiederebbe maggior approfondimento anche per capire in che tipo di società viviamo e quale società vogliamo. Certamente vale la pena!