Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Cristina Stefan (from Candiac, QC – Canada) – Dilemma

 

ELEZIONI 2022: L’abbraccio Renzi-Calenda

di Vincenzo Rampolla

 

L’accordo politico tra il Segretario nazionale di Azione, Carlo Calenda, e quello di Italia Viva, Matteo Renzi, alla fine c’è stato. Correranno insieme, non con il Partito Democratico e con grandi idee sul ruolo del terzo polo.

Uscito da tempo dai dem, Renzi ha rifiutato la candidatura sicura in un collegio per andare da solo, mentre Calenda, una volta stretto l’accordo con il segretario Pd ed averlo sgretolato in pochi giorni, si appresta a vivere quest’avventura politica come front runner, il favorito della coalizione. Sarà lui a organizzare la campagna elettorale. Renzi lo manda in avanscoperta: Pedala avanti tu, che io ti seguo a ruota, antico dogma di Matteo, rover boy- scout.

Il 18 agosto Calenda ha presentato il programma elettorale della lista unica formata dal suo partito e da Italia viva, guidata dall’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. 52 pagine, suddivise in 20 punti, dalla Produttività e crescita all’Europa, esteri e italiani all’estero. Il riferimento fondamentale del programma di Azione e Italia viva è: L’attuazione senza se e senza ma del PNRR, che non è solo il più ambizioso programma di modernizzazione che il nostro Paese abbia mai visto, ma è anche l’occasione di far avanzare l’integrazione europea lungo le dimensioni che sono necessarie per rendere l’Europa la protagonista di questo secolo.

Il programma richiama la tanto osannata Agenda Draghi, in una sorta di prosecuzione del lavoro fatto dall’ex presidente della Bce per salvare l’Italia, vittima della pandemia prima e della crisi internazionale poi. Progetto politico di ampio respiro, abbraccia tutti i settori e punta se non a sbaragliare la concorrenza a diventare determinante, se dalle urne dovesse uscire una maggioranza frammentata come nel 2018, prima volta di voto con il Rosatellum.

Dei temi principali dell’accordo politico sono evidenziati i punti salienti, per indurre a un’eventuale analisi. Con lo slogan L’Italia sul serio, dalla decisione della coppia di correre da soli nasce il terzo polo che aggrega anche il movimento Civica Nazionale di Federico Pizzarotti, ex sindaco di Parma, uno dei primi grillini a lasciare il Movimento 5 Stelle.

Base del programma elettorale del terzo polo sarà l’Agenda Draghi e avrà una parola d’ordine: detassazione. Per quanto riguarda il PNRR, il terzo polo sorge per garantire all’Italia il pieno raggiungimento di tutti gli obiettivi che si è impegnata a rispettare per poter continuare a beneficiare dei fondi europei. I giovani verranno sostenuti tramite l’azzeramento della tassazione fino a 25 anni e tagliandola del 50% dai 26 ai 30 anni, così da spingere le aziende ad assumere giovani, frenare la fuga dei neolaureati all’estero e possibilmente anticipare di qualche anno l’uscita dei venti-trentenni dal nucleo familiare dei genitori.

Si aggiunge il mutuo prima casa per gli under 35, con lo Stato impegnato a garantire il 20% del valore dell’abitazione, se una banca non ha già accettato di coprire con un mutuo il restante 80%.

Importante punto le riforme, avviate dal governo Draghi e da completare: Giustizia, Concorrenza e Fisco. Per quanto riguarda il fisco, revisione dell’intero sistema di scaglioni Irpef, con tre obiettivi:

  1. semplificare il groviglio di soglie e detrazioni, equiparandole tra autonomi e dipendenti;
  2. garantire ai lavoratori con redditi medio-bassi una mensilità in più a fine anno, rendendola immediatamente disponibile ai contribuenti, senza attendere la dichiarazione dei redditi;
  3. fissare un minimo di reddito esente da imposte, intorno ai €10.000 / anno e tassare solo i ricavi ulteriori rispetto a quella soglia; è anche prevista un’imposta negativa: chi rimane sotto il livello minimo potrebbe ricevere un sostegno pubblico che decresce all’aumentare del reddito, secondo il principio: Più ti impegni, più lo Stato ti aiuta.

Sul piano delle pensioni, conferma della legge Fornero a cui devono essere affiancate alcune misure di flessibilità per determinate categorie di lavoratori. Il reddito di cittadinanza va riformato. Introduzione del salario minimo nella contrattazione collettiva e da non imporre per legge. Insieme a questo figura anche il potenziamento del piano Industria 4.0, puntando sulle rinnovabili, sui termovalorizzatori e rigassificatore nel porto di Piombino, contro cui ha manifestato Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, ora alleato del Pd.

Nella giustizia, la chiave è la riforma costituzionale: separazione carriere di giudici e pm; giustizia civile più efficiente; modifica dell’ordinamento penitenziario; ripristino delle norme sulla prescrizione cancellate con la riforma Bonafede. La politica estera, incentrata su un marcato europeismo e atlantismo, oltre al sostegno all’Ucraina mantiene anche l’invio di armi a Kiev.

L’impegno dei contingenti italiani nelle missioni internazionali è confermato, come le spese per la Difesa portate da Draghi al 2% del Pil, uniformandosi a quanto stabilito dall’UE. In tema di riforma del modello delle Forze armate, è stata approvata la legge e i passi si muovono nella direzione tracciata dal premier Draghi.                                 

Calenda e Renzi si sono abbracciati? Rischioso parlare di abbraccio tra i due. Nulla a che vedere con l’abbraccio micio, micio tra Meloni e Salvini, con foto che ammalia i siculi, anche sui Bollettini parrocchiali di Catania e Messina. E Calenda è partito male. Addirittura con il simbolo dell’alleanza che si burla dei cittadini. Cos’è quel renew europe. in basso? Primo, uso di una lingua straniera; secondo, un punto alla fine, refuso d’Agenzia; terzo, pessimo inglese: Europa rinnovata (renewed Europe) o imperativo, rinnovare l’Europa (renew Europe)? Che significa? Si parla nel programma di una presunta Europa rinnovata? Un pallido cenno, 4 righe a pagina 50. Lasciamo stare.

E abbraccio sia, quello tra un gladiatore e un novello Houdini, incatenati in una vasca colma di un misterioso liquido nauseabondo. Abbracciati per forza, per opportunità, per non finire asfissiati, per paura di perdere l’applauso. Come ne escono? Lunghissima la dote di errori lasciata da Matteo, ne basta l’elenco: l’operazione di rottamazione del vecchio gruppo dirigente; la rottura del Patto del Nazareno; la gestione del referendum costituzionale e questa va sciorinata a dovere: incaponitosi sul referendum, Renzi lo ha trasformato da istituzionale in politico. Berlusconi si è tirato indietro con la truppa al completo, compreso Salvini, all’epoca aperto a una manovra presidenzialistica. Aver promesso di ritirarsi dalla politica, se avesse perso la partita, lo ha danneggiato subito e dopo. Sublime capolavoro di masochismo politico. La reputazione, dove la metti, Matteo? Ha trasformato il referendum istituzionale in referendum sul Governo, si é dovuto dimettere; la direzione del partito, dopo la sconfitta; l’idea del Conte-bis; l’uscita dal PD, convinto di essere un Macron. Risultato: il PD ridotto a una camera d’aria sforacchiata, senza cultura politica, la sedicente corrente di base riformista più vuota di idee di un buco nero e la più scatenata contro Renzi.

E Italia viva? Ottime idee di governo, struttura organizzativa a metà strada tra la Banda del buco e l’Armata Brancaleone. Iv riflette la cultura del partito che Renzi ha praticato quand’era segretario del PD. Perché non cresce? L’autorità carismatica non porta lontano. Ci vuole autorevolezza, persuasione, discussione, ascolto e formazione. E la scuola di formazione politica? Dov’è?

E Carletto il gladiatore? A scavare in profondità, è peggio della coppia Salvini-Meloni. Calenda sottovaluta l’intelligenza e la memoria degli italiani. Le sue ultime imbarazzanti uscite pubbliche dimostrano che ha già dimenticato i disastri dei Governi del PD ed i suoi fallimenti al MISE.

Che ci fa un ex Confindustria in un partito che si dice di sinistra e che dovrebbe difendere i diritti di operai e lavoratori? Che ci fa con un gladio di latta e spuntato? Dopo l’esperienza da coordinatore di Italia Futura, Calenda si candida alle elezioni 2013 con la lista Monti: bocciato dagli elettori.

A quei tempi è in voga il doppio mantra: L’agenda Monti è l’unica strada per la modernità, insieme a: Noi siamo alternativi ai Dem, li batteremo. Perde e viene reclutato da Letta, che addirittura lo nomina vice-Ministro, secondo la logica: Dio solo non può fallire. Viene subito cresimato da Renzi che lo manda in Europa. Al rientro è Ministro dello Sviluppo Economico riconfermato anche da Gentiloni. Con Zingaretti ottiene il viatico a capolista alle Europee ma, subito dopo essere stato eletto col PD, annuncia di volerlo abbandonare per fondare un altro partito. E bravo Carletto! L’ambizione è l’ultima spiaggia del fallito.

Calenda è stato uno dei peggiori Ministri della storia italiana, inanellando una serie di fallimenti e di disastri: Almaviva, Fincantieri, Alitalia, Ilva, IIA, Mercatone Uno, Blutec, K-Flex. A febbraio 2018 ha lasciato aperti al MISE 162 tavoli di crisi aziendale, con 180.000 lavoratori abbandonati a sé stessi: i dati 2017 i più alti degli ultimi 6 anni, con posti di lavoro a rischio gonfiati a +37% rispetto al 2012. Ha condiviso da sottosegretario del Governo Renzi la cancellazione della Cassa Integrazione per Cessazione che ha mandato sul lastrico migliaia di famiglie insieme al Jobs Act, che ha precarizzato selvaggiamente il mondo del lavoro italiano.

Indimenticabili le sue gaffes politiche: il Decreto Dignità avrebbe favorito licenziamenti e lavoro nero ma nel primo trimestre dell’anno c’è stato un boom di stabilizzazioni; ha marchiato il Reddito di Cittadinanza come provvedimento pericoloso, sostenendo invece il Reddito di Inclusione (REI) che non aveva dato nessun aiuto concreto alle famiglie in difficili condizioni economiche; voleva abolire la Quota 100, in barba alle centinaia di migliaia di lavoratori a cui la Fornero aveva tolto il diritto alla pensione, magistralmente sostenuta da PD e FI. Non sono io a dirlo, sono fatti su cui si può porre rimedio con determinazione e ingegno. Con i suoi fendenti, può sempre incrinare l’idillio con Matteo. Magari alle spalle, senza malizia. Sovrappensiero. Dare il voto al duo nascente, richiede prudenza e tempo per toccare con mano la solidità dell’idillio.     

Renzi ha sentenziato: Il progetto del terzo polo è molto più grande dei singoli destini personali e io con impegno e tenacia sarò in campo per dargli una mano e farlo vincere. Dico alla comunità di Italia Viva: adesso tutti al lavoro con Carlo e gli amici di Azione per salvare l’Italia dai sovranisti. Calenda si candida per il Senato e l’Italia ha bisogno di noi per evitare l’incubo populista e tornare a sognare la buona politica. Ci siamo, con tutto il nostro coraggio.

(consultazione:   luca restivo - 16 agosto 2022    forze italiane; nuova economia nuova societa salvatore biasco, pierluigi ciocca, ruggero paladini, vincenzo visco marzo 2017; giovanni cominelli 19 gennaio 2021 libertà uguale; 6 giugno 2019, blog delle stelle rousseau; by la redazione - 29 agosto 2022 -  l’eco del sud sicilia e calabria; azione - italia viva – calenda - programma elettorale 25 settembre 2022; corrieresera; il giornale; libero; avvenire; resto del carlino; la stampa; liberation)

 

Inserito il:02/09/2022 12:37:08
Ultimo aggiornamento:02/09/2022 12:41:04
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