Cristina Stefan (from Candiac, QC – Canada) – Dilemma
ELEZIONI 2022: Manipolo di sciagurati
… a ruota libera, fuori dal coro.
di Davide Torrielli
Amici formiconi di NF, quanto scrivere sulle elezioni.
… e pensare che c’è gente che ci crede ancora ed attende il rilancio di serie e costruttive politiche per la pianificazione del processo di innovazione del paese.
Che dice il coro?
Leggo di tutto e mi sento vieppiù basito: chi tiene a quello, chi tiene a questo, quasi che si stesse parlando di Ronaldo e quell’altro scemo della Juve che per attirare attenzioni millanta sequestri.
Siamo allo sbando, altro che discutere di Letta, Salvini, Meloni e pippinicchio. Il compianto Razzi aveva ragione, Amico Caro, senti ammè: fatti li cazzi tua.
Per una volta, una volta solo in tanti anni, che eravamo riusciti per sbaglio forse, a mettere a Palazzo Chigi, uno che ne capisce, uno del quale non è obbligatorio vergognarsi quando si viaggia e si parla con gli stranieri, uno che conosce il significato delle parole miliardi, debito, politica estera, programmazione, energia, ed in una parola, credibilità, siamo riusciti a dare una pedata nelle chiappe pure a lui scaraventando via quello che di buono avevamo fatto, e mettendo il Paese, di cui nessuno conosce esattamente l’etimologia, sull’orlo del baratro sociale, finanziario ed economico.
Siamo dei pirla perché un altro così non lo troveremo più.
Ma davvero pensiamo che gente come bandiera Salvini, Meloni la fascista, Letta il trasparente, Giuseppi l’avvocato delle cause perse, pregiudicato bisnonno Silvio ed il nostro pizzarolo Di Maio possano portare avanti il difficile momento che ci contraddistingue? Siamo così inetti dal pensare questo?
Ancora una volta, purtroppo, ci ritroviamo a parlare di schieramenti mentre le gambe ci affondano nelle sabbie mobili di un mondo nel quale non è più consentito giocare e scherzare con il fuoco, qui ci rimettiamo la cena ragazzi!
Mi sono quindi ritrovato a consigliare ai miei figli di emigrare non appena arriva il foglio di carta perché questo non è più un paese nel quale credere, nel quale pensare di organizzare un futuro, qui occorre pianificare rapidi la fuga, altro che ragionare su cosa votare: il migliore ha la rogna!
Il solo sentire le dissertazioni dei 4 – 5 candidati al soglio, fa venire i brividi; ma davvero pensiamo che gente come questa possa risolvere i nostri problemi?
Ma non scherziamo ragazzi, addirittura ieri sera Nordio, candidato ad essere ministro della giustizia, spiega i vantaggi dell’immunità parlamentare che richiama come necessaria, ricordando i padri fondatori ma dimenticando le vere motivazioni del tempo che fu che indussero loro a promuovere questa norma che oggi, al contrario, sarebbe solo utilizzata per fare proprio il contrario del suo scopo.
Ci si prepara all’ennesimo mangia mangia degli incompetenti al governo degli smandruppati con le solite tiritere del milione degli alberi piantati del morto che cammina, con i soliti deliri populisti di flat tax e migranti che fa sempre tanta scena, con i saluti nazisti della signora in nero e della solita inconsistenza storica della sinistra.
Ci manca solo la storia della scarpa destra prima del voto e la sinistra dopo e siamo a puntino. Tutto come e peggio di prima.
Sono seriamente preoccupato, perché il futuro è tutt’altro che roseo, se siamo riusciti a mandare a casa il meglio della piazza, riconosciuto da tutti, non c’è storia.
Che popolo di inetti. Altro che articolo sulle elezioni, ma cosa dobbiamo eleggere? Lo straccio della scheda è l’unica vera soluzione.
E non mi si venga a fare la morale sul dovere del voto e del bravo ed onesto cittadino mentre questi disgraziati giocano con il futuro dei nostri figli a dadi.
Non siamo neanche riusciti a far eleggere un nuovo presidente della repubblica dovendo chiamare dal reparto geriatria il solo che oggi abbia un briciolo di colonna vertebrale che, a causa di un momento di amnesia, certamente dovuta all’età, si è prestato a tornare indietro.
Siamo di nuovo alla concertazione, al tavolo per le riforme, alle sinergie per il rilancio del paese, ad una seria politica del lavoro, al recupero dell’evasione ed a tutta quella massa di suoni e rutti che per tanto tempo ci avevano avvizzito le parti basse; Putin riporta indietro l’orologio del tempo e così ci prepariamo a fare noi in perfetta sintonia.
Scapa can ven da piurè ….
Te fugas