Cristina Stefan (from Candiac, QC – Canada) – Dilemma
ELEZIONI 2022: occorre rafforzare l’Europa
di Giorgio de Varda
Il faro è l'Europa: non nascondo che ho letto con disappunto e con tristezza alcuni articoli che sono stati pubblicati sul nostro giornale Nel futuro. Personalmente sono un cultore della razionalità e penso che uno sviluppo razionale del mondo e della nostra nazione sia quanto di meglio possa avvenire. Capisco che le elezioni in questo momento delicato hanno una grandissima importanza, ma bisogna cogliere l'obiettivo finale a cui dobbiamo tendere.
Contestare l’Europa, come è stato fatto più volte dagli autori precedenti sul tema elezioni, mi sembra non solo un fatto antistorico, antiscientifico e fuori dal mondo: lo sviluppo tumultuoso della tecnologia ha reso ovviamente il mondo più piccolo perché in poche ore si va in tutta l'Europa, come a Berlino o in Francia dove risiedo parte dell'anno. I nostri figli poi studiano spesso in Europa e vanno fuori dall’Italia e l'Europa è ancora un fatto geograficamente abbastanza limitato, ma la non-Europa è una regressione, è un tornare indietro, è l’abbandonare un sogno di un'intera generazione.
Che fa l'Italia da sola? E’ ridicolo pensare e parlare di forze oscure che spingono verso l'Europa, ostacolando alcuni partiti avversi all’Europa stessa, perché a spingere è la forza della razionalità, è la forza della popolazione, è la forza delle cose. Certo l'Europa ha fatto degli errori in passato soprattutto seguendo l’ossessione tedesca contro i debiti: tutti sanno che la parola Schuld in tedesco vuol dire debito ma anche colpa e così forse la sente il popolo. Ma i fatti che sono avvenuti successivamente alle restrizioni imposte negli anni passati per la imposizione tedesca hanno dimostrato che l'anima viva di questo continente, che si pone come leader nella qualità della vita del mondo, si è evoluta e ora necessita solo l’istituzione di una vera federazione più stretta che possa finalmente decidere le cose più importanti a maggioranza. Questo darà respiro alla nostra nazione e all’Europa, un modello unico al mondo.
Certo nessuno dei partiti maggiori può essere apertamente contro l'Europa perché perderebbe moltissimi voti, però i curriculum e i comportamenti di quasi tutti i partiti di destra ci fanno comprendere che, qualora governassero, rischieremmo non credo di uscirne ma per lo meno di fermare tutto e di lasciare le cose come sono, che è il grande sogno di molti partiti di destra (da cui escluderei Forza Italia, ora però minoritaria nella coalizione, perché il suo autorevole rappresentante, A.Tajani, è stato anche presidente del Parlamento Europeo e poi questo partito ha avuto sempre posizioni molto aperte verso l'Europa).
Ma se Giorgia Meloni vincesse le elezioni ora con tutta la stima che io ho per le donne, probabilmente cercherebbe di bloccare questo processo in quanto tribuno del nazionalismo a livello italiano ed europeo. Rischiamo così una grande regressione morale e spirituale, ma anche economica: tutti abbiamo visto che con il PNRR l'Europa non solo ci ha dato una mano ma ci ha dato del sangue mettendo addirittura molti soldi in comune per finanziare i paesi più deboli tra cui l'Italia; abbiamo visto col PNRR che l'Italia dietro la spinta di un vincolo esterno ha realizzato negli ultimi anni più di quello che era riuscita a fare in decenni: perfino la riforma della giustizia con tutte le sue criticità è andata in porto e sarà un punto nodale anche per l'attività del paese.
Naturalmente ci sono molti partiti che sono storicamente favorevoli in maniera completa all'Europa e tra questi bisognerebbe, votare sperando che nel frattempo prenda maggiore piede lo spazio di comunicazione europeo, che attualmente non c'è, per cui sentiamo alla televisione, nei giornali eccetera solo le piccole cose di casa nostra o viste da casa nostra mentre ci manca il respiro internazionale, almeno quello europeo. Per concludere un voto di fatto antieuropeo cancellerebbe grandi speranze della gente
L'Italia ha bisogno di un vincolo esterno, ha bisogno dell'Europa e noi abbiamo bisogno di votare chi ci conduca in una Europa coesa il più velocemente possibile e non di polvere e vento.