Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Cristina Stefan (from Candiac, QC – Canada) - Dilemma

 

ELEZIONI 2022 - Programmisti versus Demonizzatori

di Ruggero Cerizza

 

Questo breve scritto segue il filo discorsivo impostato nel mio precedente contributo pubblicato con il titolo” Sovranazionalismo versus Sovranismo”.

……..

Questo criptico binomio si chiarisce meglio nella contrapposizione tra i due seguenti modi di ricercare il consenso: “dateci il vostro voto per ciò che intendiamo fare” versus “votateci per non far vincere i nostri brutti e cattivi avversari”.

Stiamo parlando di una campagna elettorale che si svolge in una democrazia matura, pertanto il livello di comprensione delle questioni e delle sfide economiche e sociali è trasversalmente equivalente tra gli elettori italiani che appoggiano le due squadre. Non ci sono solo “trinariciuti e ignoranti” in una squadra così come non ci sono solo “competenti ed informati” nell’altra.

Ed in ogni caso la democrazia funziona così: ogni elettore è un voto, indipendentemente dal colore della sua casacca.

Chi si sente investito del diritto di dare un peso “intellettuale”, o peggio ancora “morale”, ai diversi voti, manifesta un inaccettabile ed arrogante atteggiamento elitario ed antidemocratico; nel contempo, è davvero disonesto e poco serio paventare una tregenda se dovesse vincere la squadra avversaria.

Dall’altro punto di vista, siccome con il mio voto intendo affidare ad un mio rappresentante l’amministrazione dello Stato e, poiché del suo operato dovrò accettare le conseguenze, positive o negative che siano, preferisco orientare il mio voto verso quella squadra più propensa a dichiarare un proprio programma di governo a priori. Chiaramente non un programma da intendersi scolpito nella pietra, essendo ovvio che una certa flessibilità sarà richiesta nel corso della legislatura, ma almeno delle chiare e definite linee guida per i temi specifici che la caratterizzeranno.

Perché credo che l’azione fondamentale-vitale-essenziale per una sana democrazia consista nel verificare a posteriori, cioè a consuntivo, la percentuale di realizzazione del programma, analizzare i risultati e dunque giudicare l’operato dei governi sui loro FATTI e non sulle loro PROMESSE. Valutazione che potrebbe indurre a cambiare il proprio orientamento o il proprio beniamino nelle elezioni successive, generando un naturale avvicendamento di idee e strumenti, essenziale per l’armonia sociale.

Sul piano teorico, queste sono considerazioni che mi portano ad avere una pessima opinione politica dei “demonizzatori” e dell’approccio che considero una facile scappatoia per nascondere scarsa capacità e visione operativa.

Questa tecnica di campagna elettorale ha delle conseguenze negative tutt’altro che trascurabili anche sul piano pratico.

Prima di tutto consente alla squadra che ne fa uso di non dover fare lo sforzo di definire un proprio programma esecutivo, può permettersi di non dichiarare esplicitamente le proprie intenzioni e, quindi, di deresponsabilizzarsi dall’esame dei risultati.

Ma il più grave effetto negativo di questo strumento di ricerca del consenso è l’impoverimento, sia in termini di serietà che di contenuti, del dibattito politico e della ricerca di soluzioni alle gravi problematiche attuali.

Sviare l’attenzione dell’elettore dai veri temi di suo interesse o addirittura tenerlo artificiosamente ignorante e distratto delineando improbabili e fantasiose derive dittatoriali, o affermando che gli avversari ed i loro elettori sono tutti dei minus habens, è un atteggiamento che DISEDUCA L’ELETTORATO a sviluppare un proprio sentire, delle proprie opinioni su temi che, volente o nolente, lo riguardano da vicino.

Si fuorvia l’elettore dal vero significato di “politica”, che è l’arte del fare e non un mero gioco di mistificazione e sotterfugio rivolto esclusivamente a raccattare il maggior numero di voti in campagna elettorale per poi gestire il potere fine a sé stesso e senza obbligo di rendiconto.

Così facendo i “demonizzatori” incrinano le fondamenta stesse del modello democratico, creando tra l’altro un buon alibi al deleterio fenomeno dell’astensionismo.

La demonizzazione dell’avversario è, in sé e per sé, un comportamento fortemente “divisivo” e che tende ad esacerbare inutilmente gli animi alimentando nella controparte un cupo risentimento se non anche rancore; l’aspetto paradossale è che la squadra che fa maggior uso di questo strumento è proprio quella che annovera l’ “inclusione” tra le proprie virtù.

Nell’ambito di questo binomio posso quindi dire di aver maturato la mia preferenza “in senso negativo”: non voterò chi è solo capace di denigrare l’avversario.

D’altra parte, sono cosciente che votare per i “programmisti” è condizione necessaria, ma non certo sufficiente per un voto ragionato. Infatti la fattibilità e la coerenza interna dei contenuti devono essere verificate nei diversi programmi al fine di individuare quello con cui si è maggiormente in sintonia.

Per “programma” intendo un vero piano operativo e non un libro dei sogni, cioè un velleitario elenco infinito di riforme che, nel breve volgere di una legislatura, dovrebbe trasformare completamente l’intera struttura economico-politico-sociale italiana.

Il che vuole dire che un programma, per potersi definire tale, deve indicare, sulla base della sensibilità dell’estensore, l’elenco analitico di quelle carenze e distorsioni economiche e sociali che si intendono correggere o quanto meno di cui ridurre la portata, e soprattutto gli strumenti e la fonte delle risorse per il finanziamento di ogni intervento previsto.

Mi aspetto, quindi, di leggere nei programmi posizioni chiare e nette su come si intende affrontare, ad esempio, il tema dell’inflazione e dell’approvvigionamento energetico, senza rimettersi pedissequamente a decisioni assunte da organismi internazionali, perché anche questo è un facile escamotage per deresponsabilizzarsi e per allontanare l’elettorato dalle urne: se le grandi scelte sono decise all’estero cosa voto a fare in Italia?

Vorrei trovare in almeno un programma la decisa affermazione che è definitivamente tramontata questa ridicola e dannosissima follia di un bonus per qualsiasi finto o reale bisogno; follia perpetrata mettendo pezze e toppe qua e là, senza dirci da quale capitolo di spesa intendono distogliere i “tesoretti” necessari a finanziare un tale livello di assistenzialismo improduttivo.

Il programma deve indicare gli interventi per alleggerire e razionalizzare la macchina organizzativa dello Stato e il suo costo; qui i candidati politici dovrebbero mettere in mostra la loro capacità ed ingegno perché questo è l’ambito totalmente sotto il loro controllo e dove sicuramente c’è moltissimo da fare.

Nel programma elettorale, la politica estera, per sua natura, deve essere sviluppata in maniera differente per due ordini di motivi: il primo perché ovviamente nel mondo siamo una delle tante pedine e le nostre mosse sono condizionate da quelle attuate dagli altri paesi, il secondo, assai più rilevante, perché stiamo eleggendo i governanti del NOSTRO STATO, quindi va bene le dichiarazioni di principio sulle macro alleanze, ma poi le decisioni devono essere prese nell’interesse dei cittadini italiani e non avere una posizione di accettazione acritica delle decisioni prese dalla UE, dalla NATO o addirittura dagli USA.

Si rende in ogni caso necessario che la politica estera venga gestita giorno per giorno, e le decisioni più rilevanti in questo ambito devono essere assunte dal parlamento ed eseguite dal governo.

Ovviamente scegliere il miglior programma non garantisce in sé la certezza che poi il piano di governo proposto venga oggettivamente seguito ed implementato. Tuttavia, a mio parere, fondare la propria campagna elettorale su dei programmi definiti può già considerarsi uno gradino successivo e superiore rispetto al mero insulto dell’avversario. Di conseguenza, tra le due opzioni, considero la prima obbiettivamente migliore e perseguibile rispetto alla seconda.

 

Inserito il:14/08/2022 17:15:17
Ultimo aggiornamento:14/08/2022 17:31:38
Condividi su
ARCHIVIO ARTICOLI
nel futuro, archivio
Torna alla home
nel futuro, web magazine di informazione e cultura
Ho letto e accetto le condizioni sulla privacy *
(*obbligatorio)


Questo sito non ti chiede di esprimere il consenso dei cookie perché usiamo solo cookie tecnici e servizi di Google a scopo statistico

Cookie policy | Privacy policy

Associazione Culturale Nel Futuro – Corso Brianza 10/B – 22066 Mariano Comense CO – C.F. 90037120137

yost.technology | 04451716445