Di Giorgio Bonfiglio sono stati pubblicati sulla vecchia versione del sito di Nel Futuro nove interventi dal 6/09/2013 al 22/03/2014.
Riproponiamo l’ultimo ripromettendoci di ripubblicare quanto prima anche gli altri.
Si può bloccare l’informazione?
di Giorgio Bonfiglio
Prima pubblicazione su Nel Futuro 22/03/2014
La notizia è che l’indice dei libri proibiti esiste ancora. Forse non si tratta esattamente di libri, ma il concetto è esattamente lo stesso.
Qualche giorno fa, in Turchia, il premier ha fatto bloccare l’accesso a Twitter in tutto il paese (con una metodologia tecnica non troppo efficace, ma non stiamo parlando di questo), colpevole di aver contribuito alla diffusione di informazioni diffamatorie nei suoi confronti (diffamatorie O scomode?).
La conseguenza è stata quella facilmente intuibile: lungi dal fermare la diffusione di queste informazioni, questa è stata accelerata. Tant’è che noi ‘resto del mondo’ non sapevamo nulla del fatto iniziale, ma ne siamo venuti a conoscenza nel momento in cui è stata applicata questa a dir poco geniale azione correttiva.
C’è anche un side-effect non da poco: ogni volta che un muro viene scavalcato, diventa più difficile costruire il successivo. La Turchia si è giocata il blocco a livello DNS questa volta: su alcuni muri sono apparsi graffiti che spiegavano come aggirarlo. La prossima volta sarà tutto più complicato, l’atto di censura sarà più difficile da mettere in atto. L’intenzione era quella di fermare una voce, ma all’atto pratico è stata amplificata. Di parecchio.
Abbiamo dimostrato ancora una volta che è impossibile fermare la diffusione di un’ideale, e sorge spontanea una domanda: ha ancora senso perdere tempo nella censura? Le idee vanno contrastate, non ostacolate, così come ogni altro tipo di informazione. Lo dico nel bene e nel male. In un articolo sul mio blog qualche mese fa applicavo lo stesso ragionamento a Silk Road e al commercio online di droghe. Concludevo che è inutile perdere tempo a chiudere uno per uno i siti che le vendono, perchè ce ne sarà sempre uno attivo. Risulta invece molto più semplice ed effettivo educare le persone a non farne uso.
Smettiamola di perder tempo a ragionare sulla censura: nella rete, questa è impossibile.