Roz Abellera (Contemporaneo - Florida) - The Network
Consolidamento, contenuti e convergenza: le nuove strategie delle Telcos
di Augusto Preta
La centralità del video e dei contenuti d’intrattenimento quali motori di sviluppo dell’economia digitale è destinata a trasformare radicalmente l’industria delle comunicazioni, favorendo finalmente l’accelerazione di quel processo di convergenza tra telecomunicazioni e media a lungo atteso ma mai pienamente realizzato.
In questo contesto, l’attuale sviluppo di internet è come noto sostenuto dalla crescente disponibilità della banda larga e ultra-larga, che favorisce l’incremento nella domanda di servizi TV e video (VOD) sulle reti di comunicazione elettronica.
Ciò determina l’ingresso nel mercato audiovisivo delle telecom che ritornano o rafforzano la loro presenza nel settore dei contenuti e della pay TV, attraverso un processo di consolidamento, che dovrebbe consentire il raggiungimento della massa critica richiesta per ingenti investimenti per il deployment della rete e l’acquisizione dei contenuti. L’obiettivo è di promuovere i servizi a banda larga di quadruple-play, creando nuove fonti di ricavo, oltre ad aumentare il traffico sulle proprie reti e acquisire in questo modo un vantaggio competitivo sulle telcos rivali, oltre che sui sempre più aggressivi operatori over-the-top (OTT).
Tutto ciò ha determinato negli ultimi tempi un ampio numero di fusioni e acquisizioni che vede coinvolti operatori di telecomunicazioni e di televisione in Europa come negli Stati Uniti. Senza dimenticare quanto avvenuto recentemente in Italia (si veda il mio articolo su lavoce.info) relativamente alla presenza e al ruolo di Vivendi sia in Mediaset che in Telecom Italia, va anche sottolineato come in precedenza in altri paesi questo processo abbia già avuto luogo. In Spagna ad esempio i principali operatori di telecomunicazioni Telefonica, Vodafone e Orange si spartiscono il 95% del broadband e della pay TV e nel Regno Unito tutti i principali fornitori di accesso ai servizi su rete fissa – BT, Sky e Virgin – sono anche i principali operatori di contenuti a pagamento.
In questo processo è possibile identificare due possibili approcci: accesso alla pay TV, in cui le telco integrano il canale pay TV con il loro core business di telefonia e broadband attraverso acquisizioni dei provider di contenuti premium pay TV; accesso ai contenuti, in cui le telco acquisiscono contenuti premium direttamente dai detentori dei diritti e entrano in competizione con gli incumbent pay TV.
Entrambe le strategie permettono alle telco di competere con le piattaforme pay TV, così come con i loro tradizionali rivali nella fornitura dei servizi in bundle.
Tra gli esempi più importanti della prima strategia l’acquisizione di Canal Plus in Spagna, il principale operatore satellitare di pay TV da parte di Telefònica, una serie di fusioni e acquisizioni a livello europeo sviluppate da Vodafone, che hanno consentito l’inserimento nel settore della tv via cavo e il lancio del quadruple-play sia sul fisso che sul mobile, con al centro televisione e video; Liberty Media, il maggiore operatore via cavo europeo, dopo l’acquisizione di Virgin Media (incumbent via cavo nel Regno Unito) ha acquistato altri canali e operatori di cable tv in nord Europa. La frenesia sulle M&A non sembra peraltro essere finita, anche se recenti decisioni delle autorità europee (3 e O2 nel Regno Unito) sembrano iniziare a mettere un freno a questo processo.
Relativamente alla seconda strategia, va ricordato ancora una volta il caso di BT che sì è assicurato in poco più di un anno i diritti dei principali eventi sportivi, per un totale di circa 2 miliardi di sterline. L’acquisizione dei diritti esclusivi per tre stagioni della Champions League per £ 900 milioni è stata fatta con l’idea di offrirli anche in free TV, e perciò senza coprire direttamente i costi dei diritti direttamente dai servizi (pay) TV. Ciò significa che BT si aspettava di beneficiare maggiormente dall’attrattività della sua offerta broadband rispetto ai competitor, aumentando il traffico a banda larga e di conseguenza gli abbonati. Successivamente, BT ha acquisito anche i diritti di due pacchetti della Premier League per il triennio 2016-19 con un ulteriore investimento di 960 milioni di sterline. In questo modo BT Sport trasmetterà live e a pagamento 42 partite di Premier League (pacchetti B e F).
Se è ancora prematuro affermare che la scelta di BT possa risultare vincente, un aspetto fondamentale di questa operazione va sottolineato: con il suo investimento pluri-miliardario in contenuti i ricavi dei servizi a banda larga di BT sono aumentati per nove trimestri consecutivi (dal 2013 al 2016), più di qualunque concorrente, con il valore delle azioni più che raddoppiato nel periodo.
Certamente l’ingresso degli OTT rischia di rimescolare ancora di più le carte, ma vista come mossa difensiva o come strategia di lungo periodo, la presenza sempre più massiccia delle Telcos nel mondo dei contenuti dimostra che il mercato si è totalmente trasformato e anche per questi attori la convergenza appare ormai il vero terreno di competizione e di scontro per continuare a svolgere un ruolo significativo anche in futuro.