I Digital Champions e l’acqua calda (vi prego non fermatevi al titolo).
Non so chi tra di voi ha un proprio pensatoio. Il mio è la vasca da bagno. Quando mi faccio un caldo bagno, con tanta acqua calda, il mio cervello nella vasca elabora e pensa, mentre il livello dell’acqua calda sale sino al bordo della vasca. Ed io, incurante delle prediche dei miei familiari circa le popolazioni che non hanno sufficiente acqua, penso ed elaboro.
Le migliori ispirazioni mi vengono nella vasca. Solitamente nelle ore che seguono il caldo bagno mi accingo a scrivere qualcosa per nelfuturo.com. Il fatto che non avessi più scritto nulla non significa che non mi facessi più il bagno caldo… ma ho avuto bisogno di molti bagni in acqua calda per mettere insieme un’idea per un articolo. E non è stato facile.
Ultimamente mi sono interessato dei Digital Champions, e il tema mi ha incuriosito ed affascinato molto. Riccardo Luna ha scelto di condividere con tantissime persone, coinvolgendole, il progetto volontaristico di “portare l’acqua calda” nella vita di tutti i cittadini italiani. L’acqua calda del rinnovamento sociale e culturale dato dal digitale, che non è solo fare in modo digitale ciò che già sapevamo fare, ma è un autentico grande rinnovamento del nostro modo di pensare, di agire, di costruire.
E’ come la differenza tra parlare un’altra lingua e pensare in un’altra lingua. Il rinnovamento digitale della nostra società è come l’acqua, fondamentale per vivere. Ed è caldo, perché come l’acqua calda ci deve scaldare per farci stare meglio, e vivere meglio. Recentemente ho pensato come io potrei essere di aiuto a chi porta avanti questo progetto. Io che con la fissazione delle ontologie informatiche corro il rischio di portare la Iacuzzi laddove non c’è ancora l’acqua calda. Io che ho scritto fiumi di parole sul tema, come si vede dalla mia biografia ed articoli collegati (http://nelfuturo.com/autore/Riccardo-Grosso ), mi sto rendendo conto che forse ciò che ho proposto finora può essere un grosso lavoro di backoffice, ma per il momento non è ancora l’acqua calda per il cittadino italiano.
Avere ontologie ad alto livello di astrazione, specializzate fino a livelli sufficientemente utili per le cose della vita del cittadino, può essere utile. Usarle per “pescare” conoscenza negli oggetti informatici che man mano usiamo sempre più quotidianamente, altrettanto. Ma bisogna inventare qualcosa della cui utilità il cittadino si possa facilmente accorgere. Qualcosa che metta ordine e aiuti nella navigazione tra gli oggetti del web, che vada oltre la “search”. Qualcosa che aiuti il cittadino a correlare facilmente tra loro i dati e i servizi aperti che trova sul web. Penso ad un portale ontologico grafico.
Ho scoperto l’acqua calda? Se sì, o se no fa lo stesso, qualcuno mi aiuta in questa idea? Io metto a disposizione la mia voglia, la mia esperienza, tutto ciò che serve. Ma nello spirito dell’intelligenza collettiva, come suggerisce il pensiero di Riccardo Luna.