Aggiornato al 28/04/2024

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Voltaire

Roz Abellera (Contemporaneo - Florida) - The Network

 

Corsa al 5G: gara olimpica o incontro di calcetto?

di Achille De Tommaso

 

Come tutti sanno Il 5G è una tecnologia, non un evento sportivo; ciononostante nell'arena della geopolitica, il successore del 4G viene, spesso, presentato come in una "corsa" tra diverse nazioni, e in particolare tra le superpotenze di Cina e Stati Uniti. In gara, come sapete, c’è anche stato il sindaco Sala che ha, comunque, già vinto proclamando, a fine 2018, “Milano capitale del 5G in Europa”. I paesi, e le città, vengono quindi classificati in base alle prestazioni 5G (copertura, numero di utenti, ecc…); proprio come lo sono nelle medaglie alle Olimpiadi.

Devo dire che questa analogia non è originale. C'è la corsa agli armamenti, quella allo spazio; e, più di recente, il mondo sta ospitando una gara per sviluppare un vaccino contro il coronavirus.

I paesi che partecipano a uno di questi eventi ricevono, ovviamente, un premio importante. Il vincitore della corsa agli armamenti sarebbe in grado di minacciare i nemici con l'annientamento; e il campione della corsa allo spazio sarebbe in prima fila per l’appropriazione del cosmo. Con il primo vaccino contro il coronavirus, un paese potrebbe sperare, oltre a godere del merito scientifico, di avere anche merito in una pronta guarigione di tutto il mondo; con tutto il business correlato.

Ma perché e in che modo una tecnologia di rete è stata elevata a questa élite di combattenti globali?

In un mondo dominato da Internet, la semplice risposta è che i politici sono oggi più consapevoli dell'importanza delle telecomunicazioni che mai. Molti di questi indicano il forte legame tra la disponibilità della banda larga e la crescita del PIL. Alcuni ricordano come i pionieri del 4G abbiano dato vita ad applicazioni che hanno rivoluzionato le industrie globali: come Amazon, Uber, ecc. Molti governi hanno accettato una narrativa ancora più eccitante, prodotta dai sostenitori del 5G. In questa storia - scritta da artisti del calibro di Huawei, Apple, Ericsson e Nokia - il 5G non è semplicemente l'ultima tecnologia di rete. È il carburante essenziale per un mondo di oggetti connessi, dagli elettrodomestici di uso quotidiano ai veicoli stradali e persino ai sistemi d'arma nazionali. Si dice che il vincitore di questa corsa potrebbe ottenere un vantaggio economico e strategico per anni.

Non siamo forse convinti che il 5G sia pensato in questo modo? Ebbene, a giugno, Tom Cotton, senatore americano ed ex soldato, interrogato dai politici britannici sulle ragioni del suo paese per la campagna contro Huawei e ZTE, ha risposto: "Il 5G è un balzo tecnologico centrale per il modo in cui le economie funzioneranno in futuro, e il modo in cui i nostri paesi si proteggeranno. Utilizzare oggi una qualsiasi tecnologia 5G, di una società legata al Partito Comunista Cinese, è come se avessimo fatto affidamento su una nazione antagonista, durante la Guerra Fredda, per costruire i nostri sottomarini o per costruire i nostri carri armati".

Detto ciò, però alcuni esperti di telecomunicazioni non sono convinti che il 5G meriti di assurgere a questa élite di combattenti. Per gli scettici, la guerra del 5G non ha lo stesso prestigio delle gare di armi, spazio o vaccini, perché i premi che esso dà sono molto meno ovvi. I critici più accaniti pensano addirittura che sia una specie di truffa perpetrata da un settore alla disperata ricerca di crescita. E comunque questa guerra appare loro più come una partita di calcetto che un evento olimpico.

Questi critici notano infatti che nei paesi pionieri, né i consumatori né i loro fornitori di servizi hanno visto finora molti vantaggi dal 5G.

In Corea del Sud, circa il 13% delle persone oggi possiede un telefono 5G; posizionando questo paese, quindi, in testa a molti altri paesi per la sua adozione. Eppure, si nota, nonostante i cospicui investimenti, la spesa dei consumatori per servizi mobili non è aumentata.

In Giappone, Takashi Shoji, vicepresidente esecutivo del KDDI, ha parlato di un "enorme senso di crisi" riguardo alla scarsa diffusione del 5G nel proprio mercato (1), dichiarando chiaramente che sul tema non sa che pesci pigliare.

E mentre la Cina ostenta grandi numeri per stazioni base e abbonati, ci sono stati pochi segnali che i consumatori cinesi stiano effettivamente utilizzando i servizi 5G. Secondo l'analista locale Wang Changyou (2) inoltre, le app mobili 5G che hanno preso forma, ad oggi, "non sono state accattivanti e non viene indirizzato il mercato di massa”. Sì, il 5G appare essere un problema per il mercato di massa: anche nel momento in cui dovesse coprire tutto il territorio nazionale, sarà soggetto infatti a forti limitazioni. Poiché viaggia su frequenze molto alte, ha una portata ridotta che, può essere ulteriormente ostacolata da oggetti di grandi dimensioni e dalla pioggia. Altro limite è rappresentato dalla soglia massima di traffico dati di cui si potrà disporre ogni mese. I GB restano sempre pochi rispetto a quelli illimitati offerti dalle connessioni Adsl o in fibra ottica che oggi entrano nelle nostre case. Possono bastare per chi usa la rete solo per consultare i social o navigare. Ma se si ha intenzione di fare videoconferenze, giocare online o usare una smart TV, il discorso cambia.

Il vero vantaggio sembra quindi essere, oggi, per il cliente aziendale, che col 5G ottiene connessioni veloci e garanzie di servizio. il 5G, secondo i suoi sostenitori, è “la connettività perfetta per tutti i tipi di applicazioni aziendali non in mobilità”. Ma, a questo punto, i critici ribattono che, nel caso della “non-mobilità”, ci sono pochi esempi 5G, del mondo reale, che non possano essere realizzati con fibra, WiFi e 4G. E quindi ciò lascia i sostenitori del 5G a raffigurarne il valore con la semplice assenza di cavi nella fabbrica. Ma basterà questo a giustificarne gli ingenti investimenti? E’ difficile immaginare che l’aspetto della mancanza di fili sia stato in cima a qualsiasi elenco di vantaggi che si prospettavano per il 5G diversi anni fa. La chirurgia robotica e le auto a guida autonoma sono invece esempi di servizi propagandati dall’avvento del 5G, ma non pare si stiano realizzando.

Nell'attesa che questi fantascientifici servizi vengano proposti, i tecnologi del 5G hanno inventato il network slicing. Il network slicing è forse ciò di cui i clienti aziendali 5G hanno più bisogno, anche se ancora non se ne sono accorti. Infatti, dal punto di vista commerciale, la domanda che oggi ci si pone sul 5G è se tutta questa velocità e questa poca latenza sia sempre necessaria. Uno dei punti di forza che viene sottolineato per le reti mobili 5G è infatti la capacità di garantire connessioni a larghissima banda e con bassa latenza, anche quando si ha un gran numero di oggetti connessi alla rete. Non è detto però che il profilo più diffuso di utilizzo del 5G sarà sempre così spinto al massimo. Ci saranno casi in cui serviranno banda e latenza, pensiamo ai veicoli a guida autonoma, e altri in cui basta pochissima banda e la latenza non è un problema (molti scenari IoT sono così). Col network slicing il problema è risolto: ogni particolare tipo di applicazione dovrebbe "vedere" una rete configurata nella maniera ottimale per gestire il suo traffico. Con lo slicing questo è effettivamente possibile, anche se la rete che l'applicazione vede è una "slice", una "fetta" virtuale della rete fisica e non quest'ultima nella sua totalità.

E questo potrebbe salvare il 5G; ma ci condurrà, probabilmente, a vederlo non tanto dedicato a far nascere applicazioni rivoluzionarie, ma semplicemente a migliorare la velocità e la latenza del 4G. E a me questo fa ricordare il PCN (Personal Communication Network altrimenti detto DCS 1800), un servizio mobile, ideato 30 anni fa (3), che lavorava su frequenza doppia di quella GSM: doveva rappresentare la rivoluzionaria risposta “personale” alle comunicazioni mobili; idealizzando addirittura dei “chip” messi sotto pelle ai bambini alla nascita. Si finì, come molti sanno, ad utilizzare, semplicemente, la frequenza 1800 Mhz per migliorare le prestazioni del GSM.

Un anno fa il 3GPP ha affermato (5) esplicitamente che "il progetto 5G non è abbandonato, ma l'industria non ne ha davvero bisogno e non è ancora pronta per un sistema mobile di prossima generazione". Ciò non significa, quindi, che il 5G sia destinato a ritirarsi in modo ignominioso; il futuro previsto da USA e Cina, nemici geopolitici, ma in pieno accordo sull'importanza del 5G, è possibile; anche se pare in fortissimo ritardo, mentre molti investimenti sono già stati fatti (es. le frequenze). E’ comunque un dato di fatto che il 5G non sia partito al volo e che, magari, sia stato anche fatto inciampare dalla geopolitica in Europa e in altre parti del mondo. Non ultimo a frenarne il decollo, però, c’è il fatto che gli standard non siano in realtà molto aperti e interoperabili. Sembra ad oggi addirittura probabile una sorta di frammentazione degli standard (il 3GPP ha temporaneamente abbandonato i lavori di standardizzazione), mentre, udite, udite, il 6G si sta facendo strada. Inoltre, la pandemia di coronavirus potrebbe ostacolare per anni lo sviluppo di app e l'innovazione dei servizi.

Nessuno ancora, però, dichiara formalmente di voler abbandonare la corsa al 5G, anche se molte scorciatoie meno costose e meno rischiose si fanno avanti, come il 4G LTE-PP (5). L'unico dubbio è se sarà significativo salire sul podio “olimpico” e se ne varrà la pena dal punto di vista economico. Nel frattempo, comunque, il 5G rimane un'enorme distrazione da altre tecnologie esistenti e funzionanti, che richiederebbero, soprattutto in Italia, una maggiore attenzione. Infatti ancora una volta, e questa volta per colpa del coronavirus, ci siamo accorti di essere agli ultimi posti nella digitalizzazione in Europa. Nella Lombardia solo l’11% delle scuole è collegata in fibra ottica (4).

Sarebbe forse opportuno pensare che, prima di fare investimenti nel 5G, dovremmo farli bene nel 4G e nella fibra; senza dedicarci troppo alle partite di calcetto.

  1. https://www.lightreading.com/asia/kddi-feels-crisis-over-low-5g-adoption/d/d-id/762845
  2. http://www.c114.com.cn/market/220/a1131022.html A questo link trovate l’originale in lingua cinese; traduco i vari capitoli usando “Google traduttore” 1. Sebbene la copertura di rete 5G garantisca velocità, la copertura geografica non è sufficiente 2. Sebbene il prezzo dei terminali 5G si riduca rapidamente, le prestazioni in termini di costi non sono elevate 3. Sebbene l'innovazione tecnologica del 5G sia elevata, la mancanza di applicazioni è un dato di fatto 4. Sebbene le tariffe 5G siano state ridotte, il target non è comunque il mercato di massa. Se si confronta infatti il valore ARPU degli utenti 4G , i pacchetti 5G non sono affatto convenienti per il grande pubblico.
  3. https://people.unica.it/michelenitti/files/2012/04/ST-CM2-GSM-Storia-e-Architettura.pdf
  4. https://www.repubblica.it/economia/2020/07/07/news/coronavirus_il_30_per_cento_degli_studenti_ha_avuto_problemi_con_le_lezioni-261209704/
  5. 4G LTE-PP :il termine "LTE Pro Plus" segue il concetto di utilizzare onde millimetriche e larghezza di banda cellulare più ampia per l'accesso E-UTRAN con massiccia modulazione MIMO, 1024-QAM già utilizzata nelle ultime varianti WiFi (802.11ax) più il beamforming avanzato; ciò può portare i bitrate 5G promessi agli utenti finali senza la necessità di una nuova tecnologia radio, mantenendo l'infrastruttura di rete esistente e fornendo capacità extra per miliardi di dispositivi NB-IoT e LTE-M. https://apistraining.com/news/end-of-5g/


 

Inserito il:27/08/2020 19:04:25
Ultimo aggiornamento:27/08/2020 19:13:13
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