Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Maurizio Carpanelli (Bologna, 1946 - ) - Piazza S. Stefano III – Bologna (2005)

 

Employability: come entrare nel mondo del lavoro

di Mario Salmon

 

Un nuovo corso all’università di Bologna

La “Employability”, cioè la capacità di una persona di acquisire e mantenere un impiego professionale, sembrerebbe, a prima vista, il principale obiettivo di qualsiasi scuola che voglia preparare gli studenti ad entrare, appunto, nel mondo del lavoro.

Obiettivo che non sembra proprio essere prioritario da noi: d’altra parte l’utilizzo di una parola inglese è un indice della scarsa popolarità del termine e, quindi, del concetto stesso!

Una elevata employability è determinata da una lunga serie di fattori, variabili a seconda del contesto socioeconomico, che possono essere raggruppati in due grandi gruppi di “capacità” o skill:

  • hard skill: le conoscenze tecniche del settore: scienza delle costruzioni, elettronica, meccanica, …..
  • soft skill: tutte quelle caratteristiche personali che ti permettono di “applicare” proficuamente e profittevolmente le discipline hard.

I soft skill, sono innumerevoli, e variabili a seconda del contesto, e sono, tipicamente, rappresentati dalle seguenti “capacità”:

  • Comunicazione scritta e verbale in più lingue;
  • Attitudine e comportamenti positivi e non passivi;
  • Adattabilità e responsabilità e capacità di lavoro in gruppo
  • Capacità di definire e risolvere problemi;
  • Capacità di organizzarsi e di organizzare.

Manca, in Italia, un orientamento, direi politico, verso l’accrescimento della employability degli studenti fornendo loro le armi migliori per, ripeto,“entrare nel mondo del lavoro”.

Questa situazione era balzata all'occhio di un gruppo di dirigenti di azienda e accademici riuniti nella ASSPECT[1], una ONLUS che ha, tra i suoi obiettivi, quello di fare da ponte tra il mondo Accademico e il mondo del lavoro nell'area tecnica.

In questa ottica la ASSPECT ha realizzato un vero corso universitario per laureandi in Ingegneria per inserire la Employability nei corsi di studio.

Dopo due edizioni in sordina è accaduto un fatto insolito e la Scuola ha deciso di trasformare il corso, con 3CFU, da una iniziativa volontaria ad una attività istituzionale nominando un insegnante per il passaggio delle responsabilità dai volontari a un vero professore, anzi per la precisione ad una gentile professoressa Eugenia Rossi di Schio.

Il passaggio di consegne è stato certamente facilitato da un nuovo orientamento dell'Università di Bologna verso insegnamenti per la acquisizione di ”competenze trasversali” ai corsi di studio tradizionali [2]: come corsi di lingue e orientamento al lavoro.

Cosa si insegna in questo corso? Il programma completo è riportato in calce e reperibile nel sito[3] mentre le slide utilizzate nel AA 16-17 sono reperibili nel sito dell'ASSPECT; in sintesi il programma comprende:

  • Una prima parte, diciamo operativa: cosa sono i soft skill come si accrescono e si presentano, come si scrive e si presenta il proprio curriculum, cosa cercano le aziende, i ruoli possibili per un ingegnere, una serie di suggerimenti sui comportamentali personali e, ad ultimo, un cenno sugli aspetti etici delle attività di un ingegnere.
  • Una seconda parte, più informativa e “precisa” dove vengono forniti dati e referenze sulle imprese e l’economia della regione, i contratti e le modalità di lavoro, gli aspetti legali della professione e della creazione di start up.
  • Il corso è poi completato da una serie di interventi di manager, white angels, imprenditori che testimoniano come si entra nel mondo del lavoro e cosa si aspetta il mondo del lavoro da un ingegnere neoassunto.

Per concludere.

Il corso è certamente un caso interessante di innovazione nei suoi contenuti e anche nelle modalità di nascita e gestione ed è un esempio di “contaminazione” del mondo accademico da parte del mondo del lavoro.

La sua realizzazione, soprattutto, istituzionalizzazione è dovuta in gran parte al caso che ha messo in sequenza:

  • un gruppo di volontari riuniti nella ASSPECT;
  • dei professori aperti alle innovazioni: Mesini presidente della Scuola, Nucci e Freddi
  • una docente interessata ed impegnata a “fare suo” il nuovo corso: Eugenia Rossi di Schio;
  • Numerosi dirigenti e professionisti che, volontariamente, hanno tenuto le lezioni.

E gli studenti?

Il centinaio di studenti ha, sicuramente, mostrato un gran “bisogno” di questo corso in quanto, nella maggioranza, assolutamente digiuni di queste informazioni e, in generale, del tutto sprovveduti sul come affrontare il mondo del lavoro e il loro futuro professionale.

 

Inserito il:17/04/2018 08:35:32
Ultimo aggiornamento:17/04/2018 08:51:52
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