JJ Galloway (Severna Park, Maryland, USA) - Iconic TV
Dal 2021 si entra nell’era del DVB-T2 HEVC. Dovremo tutti cambiare televisore?
di Achille De Tommaso
Ho scritto questo articolo perché oggi passo molto più tempo a casa, per ovvi motivi, e guardo di più la tv. E sapevo di ventilati cambiamenti di frequenze, causa 5G. Mi sono quindi informato, e sono rimasto molto sorpreso; per vari motivi. Perché se ne parla poco e perché il cambiamento che si prevede è invece sostanziale, sottostimato e relativamente complesso. Aggiungo che anche le informazioni che allego hanno un buon grado di imprecisione. Sottacendo poi le ovvie domande: “ma abbiamo veramente bisogno del 5G, del 4K, dell’HD, eccetera”. Ho pensato quindi di mettere insieme le informazioni, e di proporvele.
***
Gli italiani dovranno cambiare il televisore? “No”. Fu la secca la risposta di Antonello Giacomelli, sottosegretario alle Comunicazioni, ai microfoni di Mix24 a giugno 2016, il programma radiofonico di Giovanni Minoli su Radio 24. La domanda rivolta dal giornalista riguardava la possibilità, ventilata da più parti, che, per poter continuare a vedere la Tv anche dopo il 2020-2022, gli spettatori dovranno essere in possesso di apparecchi aggiornati.
Vedremo che non è esattamente così. E la notizia sta comunque passando abbastanza in sordina, con spot TV del governo lanciati ad orari di minimo ascolto; infatti l’era 2.0 del Digitale terrestre comporterà forse per molte famiglie italiane il cambio del televisore. E il Governo metterà sul piatto un contributo economico con parecchi vincoli; al resto dovranno pensarci le famiglie.
Generalità
Nel 2022 non si parlerà più di Digitale terrestre ma di Dvb-T2. Si tratta di un’estensione dello standard di trasmissione digitale Dvb-T che oggi utilizziamo per guardare dei programmi televisivi in chiaro.
Lo “switch-off” è dovuto a una richiesta della Commissione europea, con una direttiva che spinge le tv a lasciare libera le bande attualmente usate, per assegnarle alle telecomunicazioni mobili 4G e 5G. Infatti, gli attuali canali TV viaggiano sulla cosiddetta «banda 700», cioè sulle frequenze comprese tra 694 e 790 megahertz. Queste frequenze superano gli ostacoli con maggiore facilità, penetrando meglio nelle case degli utenti e garantendo, di conseguenza, per la comunicazione mobile, migliore connettività e maggiore capacità di navigazione su Internet.
La chiusura del Digitale terrestre ed il conseguente passaggio alla nuova tecnologia richiederà agli apparecchi televisivi due caratteristiche essenziali perché possano essere utilizzati:
- che l’apparecchio sia dotato del nuovo standard Dvb-T2;
- che sia dotato anche del codec HEVC (High efficiency video coding) al posto degli attuali Mpeg2/Mpeg4. Il codec è il sistema che consente una compressione dei dati senza alterare la qualità dell’immagine. L’Hevc garantisce l’ultra definizione delle immagini e, quindi (almeno in teoria), una maggiore qualità.
Chi ha acquistato un televisore dal 2017 potrebbe avere già a disposizione un apparecchio con queste caratteristiche: il governo, infatti, ha disposto da gennaio 2017 la vendita esclusiva di televisori con le tecnologie Dvb-T2 e HEVC (tutte e due insieme).
Quando dovrebbe avvenire lo switch-off? L’Unione europea l’aveva previsto entro il 2020, con proroga fino al 2022. E sarà proprio il 1 luglio 2022 il giorno in cui dovrebbe avvenire. In quella data è previsto che tutte le emittenti nazionali siano pronte per trasmettere sulle nuove frequenze, dopo che le tv locali si saranno già spostate a partire dal 2020. Vedi in seguito i dettagli.
Gli aiuti del Governo. Il Governo ha stanziato una cifra (150 milioni circa di euro dal 2019 al 2022) per agevolare chi si troverà costretto a cambiare il televisore per adeguarsi alle nuove tecnologie. Questi soldi andranno però solo a chi oggi è esonerato dal canone tv, cioè chi ha più di 75 anni. Bisogna poi essere residenti in Italia e appartenere quindi alla I o II fascia dell’Isee (l’indicatore della situazione economica equivalente). Inoltre, solo un utente per nucleo familiare può ricevere questo "sconto" e solamente per un unico apparecchio. Le stime iniziali descrivono che potenzialmente ci sono 3 milioni di persone che potranno usufruire di questo incentivo.
Tempistiche
Il primo step obbligatorio, dello switch-off” avverrà il 1 settembre 2021. Infatti, in quel giorno si passerà a livello nazionale alle trasmissioni in MPEG-4, ma rimanendo sempre con il "vecchio standard". Questo significa che, in Italia, saranno visibili solamente i canali HD (es. canale 501 per Rai 1 HD, 505 per Canale 5 HD e così via) e chi possiede un vecchio televisore in grado di riprodurre solamente i canali a bassa risoluzione non riuscirà più a ricevere il segnale.
Per verificare se il vostro televisore è in grado di ricevere i canali HD, tutto ciò che dovete fare è provare a digitare il numero 501 sul telecomando e andare avanti con i successivi canali; se riuscite a visualizzare i contenuti con la dicitura "HD", non ci sono problemi. Se, invece, a schermo compare un messaggio di errore, probabilmente il vostro televisore non è compatibile con le trasmissioni in MPEG-4. Tuttavia, bisogna dire che, anche se il tuo televisore è compatibile con i canali HD, potreste avere problemi con il supporto al DVB-T2, visto che quest’ultimo utilizza il codec HEVC/H.265 (v. in seguito).
Il cambio delle frequenze avverrà poi tra il 1° settembre 2021 e il 31 dicembre 2021 in quelle che il MiSE (1) chiama Aree 2 e 3. Stiamo parlando di Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, provincia di Trento, provincia di Bolzano, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.
L’Area 1, ossia Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Sardegna, passerà alle nuove frequenze tra il 1° gennaio 2022 e il 31 marzo 2022.
L’Area 4 è, invece, composta da Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo e Marche ed effettuerà lo "switch off" tra il 1° aprile 2022 e il 20 giugno 2022.
Tuttavia, alcuni servizi nella regione delle Marche potrebbero già passare al nuovo standard nello stesso periodo delle Aree 2 e 3. Il passaggio definitivo e obbligatorio allo standard DVB-T2 con codec HEVC/H.265 avverrà tra il 21 e il 30 giugno 2022. Insomma, la fine dei lavori per far passare completamente l’Italia allo standard DVB-T2 è prevista per il 2022, ma le prime conseguenze si vedranno già a partire dagli ultimi mesi del 2021.
Come capire se il tv è DVB-T2
Un modo immediato per essere certi che il nostro apparato è pronto al futuro dovrebbe essere quello di andare ai canali 100 o 200: se la TV mostra la scritta “Test HEVC Main10" allora è tutto ok, se non mostra niente vuol dire che non è compatibile con il DVB-T2. Se non ricevi i canali 100 e 200 prova a rifare la sintonizzazione automatica del tuo televisore.
Su questi canali (predisposti rispettivamente da RAI e Mediaset) c’è quindi una semplice scritta informativa. Se riuscite a vedere la scritta, l’apparecchio è già compatibile con il nuovo formato. Se invece non è visibile vuol dire che bisogna provvedere ad adeguare il tv con un ricevitore esterno aggiuntivo oppure bisognerà cambiare l’apparecchio.
Il segnale viene trasmesso con la modalità High Efficiency Video Coding con Main 10 in definizione 720p ma è sempre in DVB-T dato che non è stato creato un multiplex DVB-T2 per l’occasione. Questo servizio quindi non assicura una risposta sicura al 100% perché il segnale viene trasmesso in codifica Main 10, ovvero a 10 bit, un formato incompatibile con molti decoder e con alcuni TV pur compatibili con il DVB-T2.
Inoltre non essendo previsto un segnale di non compatibilità ma semplicemente il canale non viene sintonizzato dalle tv non compatibili, resta sempre il dubbio, in quest’ultimo caso, che semplicemente non si è raggiunti dal segnale per problemi con l’antenna o per zone non coperte.
Verifica la scritta sul dispositivo. Innanzitutto, come accennato in precedenza, se il vostro televisore è stato acquistato in Italia dal 2017 in poi, dovreste poter stare tranquilli, in quanto il modello dovrebbe supportare sia il DVB-T2 che il codec HEVC/H.265. Stesso discorso vale anche per alcuni televisori di fascia alta acquistati prima del 2017, che potrebbero essere altresì compatibili con il nuovo standard. Insomma, l’anno in cui avete acquistato il televisore può essere utile, ma non dev’essere preso come una sicurezza assoluta. (v. anche in seguito)
Per avere una conferma definitiva, il consiglio è quello di utilizzare i metodi forniti dalla DGTVi, l’associazione italiana per lo sviluppo della televisione digitale terrestre nel nostro Paese, che rilascia i bollini dedicati al DVB-T2. In particolare se, quando avete comprato il televisore, su di esso era presente il bollino Platinum DVB-T2 HEVC, significa che il vostro televisore è compatibile con il nuovo standard.
Se, invece, per qualche motivo, non disponete più degli "adesivi" originali che erano presenti nella confezione di vendita (spesso sono applicati direttamente sullo schermo), vi basta recarvi sul sito ufficiale di DGTVi, scorrere la pagina e utilizzare le opzioni presenti sotto alla scritta “Ricerca i prodotti con bollino DGTVi”.
In particolare, premete su SELEZIONA IL BOLLINO (scegliendo la voce PLATINUM), quindi su SELEZIONA IL TIPO (scegliendo la tipologia di televisore/decoder) e su SELEZIONA LA MARCA (scegliendo il brand associato al dispositivo). Se non sapete a quale tipologia appartiene il vostro televisore, vi consiglio di consultare il manuale d’istruzione oppure di cercare il suo modello online.
Il modo “più semplice”, comunque, per sapere se il proprio apparato televisivo, cioè la TV con decoder integrato o il decoder esterno, è compatibile con il nuovo standard DVB-T2, è semplicemente cercare tale scritta sul dispositivo.
Nel caso in cui tu non conosciate il modello del vostro televisore, spesso puotete trovarlo sull’etichetta posta sul retro del dispositivo. Una volta completati correttamente i vari campi, vi basta premere sul pulsante CERCA e verificare che il numero di modello del vostro televisore sia in lista.
Nel caso il vostro televisore non sia in lista o non compaia la marca che lo ha prodotto (cosa che può succedere, visto che esistono modelli compatibili con il nuovo standard che non hanno il bollino), vi invito a fare un ulteriore controllo digitando il numero di modello del televisore seguito dalla scritta "DVB-T2 HEVC" su Google: in questo modo, dovreste trovare tutte le informazioni del caso (spesso presenti all’interno del sito ufficiale del produttore) e risalire alle specifiche complete del televisore, dove probabilmente ci sarà anche l’informazione che state cercando.
Aggiunta di un decoder per rendere il tv compatibile con Dvb-T2
Ci sono due metodi per farvi trovare preparati all’avvento dello standard DVB-T2 con codec HEVC/H.265: acquistare un nuovo modello di TV oppure aggiornare il vostro "vecchio" televisore tramite un decoder.
Già oggi la legge italiana impone ai negozi la vendita di televisori dotati del supporto allo standard DVB-T2 e al codec HEVC/H.265. Una deroga a questa normativa consente però la vendita di televisori dotati del solo supporto DVB-T, a patto che questi vengano abbinati a decoder esterni con supporto DVB-T2. Quindi accertatevi che il negoziante non cerchi di vendervi un vecchio TV abbinato ad un decoder, affermando che è l’unica soluzione. Considerate comunque che il decoder esterno, anche se può essere di disturbo per il suo ingombro, può portare i vantaggi che elenco, e che vi consiglio di verificare:
Supporto ai servizi di pay TV
Se siete interessati ai servizi di pay TV digitale terrestre (es. Mediaset Premium), dovete acquistare un decoder dotato di slot per l’inserimento delle smart card. In caso contrario non potrete accedere ai contenuti proposti dai servizi di TV a pagamento.
Connessione Internet
Così come i televisori, anche i decoder per il digitale terrestre possono essere smart, cioè possono essere dotati di supporto alla connessione Internet. Acquistando un ricevitore dotato del supporto a Internet, potrete accedere ai servizi interattivi e alle piattaforme di video on-demand offerte dai broadcaster italiani, come RaiPlay, Mediaset Rewind ecc. Alcuni decoder, poi, sono in grado di accedere a servizi aggiuntivi, come Infinity; ma la compatibilità va verificata modello per modello.
Altra cosa molto importante da verificare è il tipo di connessione utilizzabile sul ricevitore, che può essere solo via cavo (Ethernet) o Wi-Fi, grazie al supporto wireless integrato o utilizzando degli adattatori USB da acquistare separatamente. I decoder dotati di supporto Wi-Fi sono quasi sempre in grado di riprodurre i file multimediali ospitati nella rete locale (es. su NAS o hard disk di rete).
Tra i decoder “smart” vanno segnalati anche dei TV Box Android, i quali offrono tutte le funzioni tipiche di questa tipologia di device (riproduzione multimediale, accesso a media center come Kodi, installazione di app per Android ecc.) più l’accesso alle trasmissioni del digitale terrestre.
Funzioni di registrazione e riproduzione multimediale
Alcuni decoder per il digitale terrestre sono dotati di porte USB che permettono di riprodurre i file multimediali e, in alcuni casi, di registrare i programmi TV su chiavette e hard disk esterni. A meno che il ricevitore non includa due tuner (caratteristica assai rara), si possono registrare solo i programmi che si stanno guardando in quel momento.
Collegamento al televisore
La maggior parte dei decoder per il digitale terrestre dispone di porte HDMI e SCART che ne consentono il collegamento a tutti i tipi di televisore. Il collegamento via HDMI permette di fruire dei contenuti in alta definizione ed è consigliabile per tutti i TV recenti. Chi invece possiede un vecchio televisore, magari a tubo catodico, e vuole farlo “rivivere” grazie a un decoder digitale terrestre, può usare la connettività SCART o, se presente, quella composita.
Supporto ai canali satellitari
Esistono dei decoder “combo” che oltre ai canali del digitale terrestre consentono di ricevere anche i canali satellitari (ovviamente se associati a un’antenna parabolica). Si tratta di soluzioni non propriamente economiche, ma che possono rivelarsi estremamente utili.
Sistema operativo e funzioni software
I decoder per il digitale terrestre possono distinguersi anche per il sistema operativo e per le funzioni software che offrono. Il sistema operativo è quasi sempre proprietario e, a seconda dei casi, può essere più o meno intuitivo (e comprensivo o meno della lingua italiana). Alcuni decoder, però, in particolare quelli “combo” che includono anche un tuner satellitare, sono equipaggiati con delle distribuzioni di Linux che sono estremamente flessibili e possono essere personalizzate – dagli utenti che ne sono in grado – in modo da aumentare le potenzialità del decoder.
Per quanto concerne le funzioni, quelle più utili sono la Guida Elettronica per i Programmi (EPG) che permette di avere un quadro completo dei programmi in onda nel corso del giorno, la registrazione (PVR) su USB o hard disk interno, la riproduzione di video e file audio (da USB o dalla rete locale), il timeshift che permette di “congelare” i contenuti che si stanno guardano per poi riprendere la riproduzione in un secondo momento, il controllo genitori per bloccare la visione dei programmi non adatti ai minori e il sempreverde Televideo.
Acquistare un nuovo televisore, attenzione!
I modelli di Tv acquistati dopo il 1° gennaio 2017 devono essere, come detto, per legge in grado di ricevere il DVB-T2 e di decodificare il formato video HEVC. Quelli venduti fra il 2013 e il 2017 potrebbero essere già in grado di ricevere il DVB-T2 ma ben pochi, al massimo dal 2016 in avanti, supportano il formato HEVC.
Le Tv che avranno bisogno di essere integrate con un decoder, al momento sono di quattro tipi:
- Tv antecedenti al 2010. Ricevono il segnale attraverso il digitale terrestre, ma già da ora potrebbero non mostrare i canali in alta definizione perché sprovvisti del supporto al codec MPEG4.
- Tv del periodo 2010-2014. Ricevono in digitale terrestre, inclusi i pochi canali in alta definizione codificati in MPEG4.
- Tv del periodo 2014-2015. Supportano lo standard DVB-T2, ma non quello più recente codec H265/HEVC.
- Tv del periodo 2015-2016. Supportano lo standard DVB-T2 e il più recente codec H265/HEVC.
La compatibilità DVB-T2, quindi, non basta: attenti a cosa comprare
Chi nel 2021 deve cambiare televisione perché il suo apparato non è compatibile con il digitale terrestre di seconda generazione, e non accetta la “scomodità” del decoder, ha di fronte una enorme quantità di modelli tra i quali scegliere.
Tutte le TV prodotte negli ultimi 4 anni sono in grado di decifrare il segnale digitale terrestre di seconda generazione, ma ciò non vuol dire che siano in grado di sfruttarne le caratteristiche in pieno e di mostrare una immagine in alta qualità e ad alta risoluzione. Né di offrire tutte le caratteristiche tecniche che la tecnologia ha portato negli ultimi anni nel mercato delle smart TV. Ciò vuol dire che non basta andare su Amazon o in un negozio di una grande catena di elettronica e comprare il primo TV che si vede, magari quello in offerta a prezzo scontatissimo: non tutti i TV sono uguali e se vogliamo vedere i canali trasmessi in DVB-T2 alla massima qualità possibile dobbiamo scegliere bene (v. anche nota (2) ).
Televisori DVB-T2: attenzione alla risoluzione
La prima caratteristica tecnica da controllare in fase di acquisto di una nuova televisione è la risoluzione. Ricordo che a partire da quest’anno la maggior parte dei canali nazionali è passata all’HD e i rispettivi canali in risoluzione standard sono stati spenti.
La risoluzione minima di uno smart TV a prova di 2021 è quindi 1920×1080 pixel (1080p), mentre vanno scartati quelli in risoluzione 1366×768 o 1280×720 pixel. Il 4K, al momento, è un plus: i contenuti trasmessi con questa risoluzione sono molto pochi e non vale ancora la pena di spendere di più per una TV 4K da mettere, ad esempio, in cucina.
Televisori DVB-T2: l’importanza del codec H.265 HEVC
Accertarsi della presenza del codec. Oltre alla risoluzione, infatti, un altro fattore che ci dice che la televisione che stiamo per acquistare non ci darà problemi per diversi anni, è la capacità di processare i flussi audio/video compressi con il codec H.265, chiamato anche HEVC. H.265/HEVC è il cuore stesso del DVB-T2, perché è molto più efficiente del precedente H.264 e raddoppia il rapporto di compressione di quest’ultimo. Questo, in pratica, vuol dire che sulle stesse frequenze radio del digitale terrestre possono viaggiare adesso il doppio dei canali.
Televisori DVB-T2: le funzioni smart
Infine, un ultimo fattore da valutare sono le funzioni smart della TV. Cioè la possibilità di usare sulla TV app esterne, che girano su Android TV o altri sistemi operativi proprietari. Tra queste app le più famose sono quelle per vedere contenuti in streaming su Internet (la TV, quindi, deve essere connessa tramite WiFi) come YouTube, Netflix, Disney+ o Amazon Prime Video.
Anche in questo caso si tratta di una funzione in più non essenziale, ma utile: un televisore non smart potrà comunque visualizzare senza problemi (se le condizioni precedenti sono rispettate) i canali televisivi in chiaro gratuiti delle emittenti nazionali e locali.
Televisori DVB-T2 e decoder: i suggerimenti del MISE
Come dicevo, la lista dei TV o dei decoder compatibili con il digitale terrestre di seconda generazione è molto lunga. Il Ministero dello Sviluppo economico continua ad aggiornarla nella sua pagina dedicata la Bonus TV 2021, ed è già arrivata ad oltre 3.000 modelli (decoder compresi) (2).
- https://www.mise.gov.it/images/stories/documenti/dm%20calendario%20rilascio%20banda%20700%20MHz%20con%20estremi%20reg%20CdC.pdf
- https://bonustv-decoder.mise.gov.it/prodotti_idonei