Amy Roth (Los Angeles - contemporanea) - DNA
Il Futuro della Memoria di Massa
di Antonio Bigazzi
Dubito non abbiate mai sentito parlare di terabyte. L'hard disk del vostro computer ha una capacità di un terabyte o frazione significativa dello stesso. Fra un anno o due potreste fare fatica a comprarne uno con meno di un terabyte.
Ma ci fu un tempo quando "tanto" si diceva ancora "mega".
Quando lavoravo in Olivetti, nel ceno-computerozoico, andavamo in giro con dei piattelloni magnetici, delle "pizze" giganti piene di bytes. Contenevano un'impressionante quantità di informazione per i tempi. Non ricordo più se 2 o 10 megabyte; diciamo 10.
Per dare un riferimento, l'iPhone 7 base contiene 32 gigabyte, ovvero l'equivalente di 3mila "pizze". Il più grande 25mila. Fosse questa memoria ancora in pizze magnetiche, ci vorrebbe uno stadio Olimpico per telefonino.
Mi ricordo anche di essere andato, nel lontano 1977, ad un congresso a Toronto dove un tipo cercò di dimostrare che di lì a cinque anni la memoria a bolle avrebbe rimpiazzato i floppy disc.
Dopo i megabyte vennero i gigabyte che sconfinarono poi nei terabyte. Ed oggi nel vostro laptop c'è un dischetto piccolo piccolo che potrebbe comodamente contenere i 66 libri della Bibbia 125mila volte.
[assumendo un 10% di spazi, ci sono a malapena 4 milioni di caretteri nei 66 libri della Bibbia - con un hard disc da mezzo tera... fate voi il conto 0,5 x 1012 / 4 x 106].
Qual è il futuro della memoria di massa? I supporti magnetici cominciano a mostrare segni di fatica nel seguire la legge di Moore, che più o meno dice che nel campo dei computer le capacità raddoppiano ogni 18 mesi.
Pare che il futuro sia nell'usare come memoria di massa nient'altro che, rullino i biotamburi, lo spaghetto più lungo del mondo: il DNA.
In ogni vostra cellula (e ne avete circa 100 milardi) ci sono circa due metri di DNA che però ha un diametro di circa 2 nanometri. Che vitino!
La Microsoft e l'Università di Washington (State) hanno già dimostrato lo scrivere e il ripescare informazione usando il DNA. Per ora un frammento di DNA grande coma la punta di una matita ha retto 200 megabyte (200 x 106 byte). Poca roba ma una dimostrazione del concetto incoraggiante.
La curva di Carlson è un analogo della legge di Moore per quanto riguarda la capacità di sintetizzare un desiderato DNA. Secondo questa curva, la capacità di sintesi non sta raddoppiando ogni anno o giù di lì; sta ottuplicandosi!
Per dare un'idea del limite teorico del DNA come memorizzatore è che esso (un sistema quaternario, ovvero con quattro bit differenti: G,T,C,A) parrebbe essere nell'ordine di un exabyte (1000 terabyte) per grammo.
Per darvi un'idea, una "sigaretta" di DNA rimpiazzerebbe da 5 a 10 milioni del vostro miglior hard disc.
Si stima che tutta, tutta l'informazione nel mondo, al momento, sia di circa 3mila exabyte (1 exa - non hexa - è 1018 byte = ovvero mille petabyte = un milione di terabyte).
Alla fine dei salmi tutta l'informazione del mondo odierno potrebbe essere "salvata" in circa 3 Kg, ovvero un gatto.
Miao.