Giacomo Balla (Torino, 1871 – Roma, 1958) – Valori plastici (1929 ca)
Filosofia dell’informatica, la nuova frontiera
di Gianni Di Quattro
Sino ad ora la informatica è stata vista come una scienza tecnica a disposizione di tecnici per risolvere problemi tecnici. Difatti, le aziende pubbliche e private sino a questo momento hanno affidato la responsabilità dei loro settori informatici a dei tecnici. Questi tecnici hanno cercato e trovato soluzioni tecniche, hanno dato efficienza alle aziende, hanno consentito loro di fare quello che a mano non si sarebbe potuto più fare, hanno continuamente aggiornato le strutture e utilizzato tecnologie sempre di avanguardia, ma non hanno cambiato molto, anzi pochissimo, rispetto a quello che le aziende facevano a mano o con sistemi meccanici di tipo elettrocontabile negli anni 50 o giù di lì.
Le procedure di base in generale nelle banche e nelle aziende industriali non sono cambiate, è vero solamente che si sono utilizzati i nuovi strumenti hardware e software che lo sviluppo della informatica metteva a disposizione, realizzando così nuove applicazioni o nuove procedure di vecchi sistemi. Forse il fatto più importante per l’informatica è stato lo sviluppo in tutti i sensi delle telecomunicazioni che ha consentito di allargare notevolmente il numero degli utenti e, soprattutto, ha consentito una interazione tra l’utente ed il sistema in modo diretto e veloce. Ecco, questa è stata la rivoluzione più importante nel modo di essere della informatica e la si deve tutta al mondo e allo sviluppo delle telecomunicazioni.
Adesso siamo di fronte a degli sviluppi tecnologici, dall’intelligenza artificiale ai nuovi linguaggi, che non possono più essere utilizzati solo per sostituire i precedenti impianti o per fare più velocemente e meglio se si vuole quello che si fa. Inoltre, sono anche maturate molte esperienze e ricerche e si è capito che l’informatica fa parte, costituisce parte integrante di un nuovo modo di costruire l’impresa.
Ovviamente si può utilizzare la nuova tecnologia per sostituire la precedente, ma ormai la consapevolezza diffusa è che non si deve fare. La consapevolezza è che non si può perdere questa opportunità perché i tempi sono maturi e perché il limite della indifferenza è molto vicino.
Il problema a questo punto è costituito dall’assenza di risorse professionali nelle aziende in grado di effettuare uno sviluppo verso il futuro e con le nuove tecnologie introducendo nuove maniere di fare impresa ed inoltre dalla quasi inesistenza sul mercato di strutture di consulenza e di supporto in grado di collaborare con le aziende in questo delicato passaggio.
Infatti, nel mercato italiano sono presenti alcune aziende di consulenza informatica che sono in grado di sviluppare qualsiasi sistema il cliente desideri e con qualsiasi tecnologia, alcune di esse hanno respiro internazionale ed alcune hanno anche rapporti di collaborazione tecnologica con le grandi aziende multinazionali del settore. Ma non molte di queste aziende, forse quasi nessuna, sono in grado di fare una consulenza sulla scelta della tecnologia e accompagnare e condizionare questa scelta in relazione ai piani strategici aziendali attuali e soprattutto possibili. In altri termini suggerire non solo come informatizzare, ma anche se, perché ed a che scopo. Da sempre il mercato italiano non offre queste prestazioni salvo qualche eccezione di alto livello più che altro centrata o sulle grandi strategie degli azionisti o sul disegno di procedure.
Possiamo ben dire che il tema rientra in un aspetto dell’informatica che giustamente viene indicato come la filosofia dell’informatica. Perché appunto non si pone alcun problema prettamente tecnologico che considera un non problema grazie allo sviluppo della tecnologia oggi e grazie alla disponibilità di buone professionalità tecniche, ma si pone il problema ad un livello più alto che dunque diventa condizionante.
Il tema è importante e dovrebbe provocare uno sviluppo del mercato italiano del settore, con effetti molto positivi su tutto il settore economico industriale e dei servizi, sia in senso verticale che orizzontale. Ovvero sia verso un livello più alto di servizi professionali che in senso orizzontale aumentando in modo significativo il numero totale degli addetti, tenendo conto che siamo di fronte ad un grande fenomeno di trasformazione del mercato intero e cioè si tratta di un business qualitativo e quantitativo di grande valore.
Bisogna naturalmente che le aziende si rendano conto che l’informatica non è solo un processo di automazione più o meno tecnologicamente avanzato, ma uno strumento che aiuta a definire e sviluppare l’impresa. Per questo le aziende devono cercare un interlocutore che aiuti a ragionare intorno alla informatica, alla sua introduzione, al modo di farlo, alla gestione degli effetti da un punto di vista organizzativo, operativo e culturale. Sì anche e soprattutto culturale viene da dire.
Speriamo che il dibattito in merito si allarghi il più possibile, che il Governo del paese cerchi di promuovere questo aspetto dell’informatica con tutti i mezzi, che le Università amplino il piano di studi e gli impegni postuniversitari della materia, che i sindacati come le associazioni di categoria facciano la loro parte. Insomma, speriamo che il paese si muova.