Paul Fewlass (Twickenham, Middlesex, United Kingdom) – Time and Movement
Due chiacchere sul tempo
di Franco Filippazzi
All’ingresso dello studio di un noto fisioterapista c’è un cartello su cui c’è scritto:
“Camminate, camminate se volete invecchiare più lentamente. Lo dice la teoria della relatività”.
La prima frase è ovvia, lo dice sempre qualunque medico ai suoi pazienti. Camminando infatti la circolazione del sangue aumenta, i tessuti si muovono e diventano più elastici, ne ha beneficio tutto il corpo.
Ma Einstein che c’entra?
Eppure c’entra. Einstein infatti aveva compreso che il tempo è rallentato dalla velocità.
Facciamo un esempio. Siamo al parco e ci sono due amici: uno se ne sta tranquillo seduto su una panchina, l’altro invece cammina a passo veloce avanti e indietro.
Ebbene, secondo la teoria della relatività il tempo passa più lentamente per l’amico che cammina.
Ossia quello che si muove invecchia meno.
Non è una bufala. Il suo orologio segna meno tempo di quello di chi è seduto in panchina. Sono differenze estremamente piccole, ma è così. Per tutto quanto si muove, il tempo passa più lentamente.
Dati i valori in gioco, per verificare in pratica la teoria occorre muoversi molto velocemente. La prima verifica sperimentale è stata fatta negli anni Settanta. Su un aereo a reazione si sono messi degli orologi estremamente precisi. Ebbene, si è verificato che ogni orologio in volo ritardava rispetto a quelli del tutto uguali rimasti a terra.
Oggi il fenomeno del rallentamento del tempo è largamente acquisito, lo si osserva direttamente in molti esperimenti di fisica.
Einstein aveva visto giusto! Il tempo t misurato da un orologio fermo è diverso da quello t’ misurato da un orologio in moto. Non esiste un tempo assoluto, tutto è… relativo.