Aggiornato al 31/03/2025

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale

 Clicca qui per ascoltare

 

Effetti delle radiazioni sull'uomo. Il caso di Tokaimura

di Vincenzo Rampolla

 

Nel 1999 a Tokaimura avviene il peggior disastro nucleare in Giappone, prima di quello di Fukushima: il bilancio è di 2 vittime, una delle quali muore dopo circa 3 mesi di atroci sofferenze. Di nome Hisashi Ouchi, la sua storia viene spesso ricordata in vari documenti, in cui appare anche un noto e disumano scatto che mostra i devastanti effetti delle radiazioni sul corpo.

La data dell’evento. L'incidente avviene il 30 settembre a Tokaimura, villaggio situato 130 km a nord est di Tokyo, in una piccola fabbrica di combustibile nucleare della JCO (Japan Nuclear Fuels Conversion Company) ed ha conseguenze molto gravi: vengono coinvolti direttamente 3 operai e nella zona circostante sono evacuate circa 300.000 persone. All'epoca è stato classificato come il terzo più grave incidente al mondo, dopo quello di Three Mile Island (Usa) nel 1979 e quello di Černobyl' nel 1986.

Il mix fatale. A causare il disastro è una scorretta miscelazione di uranio e acido nitrico all'interno di un serbatoio. Invece di utilizzare 3 kg di uranio impoverito come imposto dalle norme, gli operai eccedono fino al volume di 16 kg, innescando una reazione nucleare a catena con emissione molto elevata di raggi gamma.

L'istante dell'incidente. Un lampo blu, prodotto dai neutroni emessi dall'innesco della reazione nucleare, investono alle ore 10:30 i 3 tecnici presenti sul posto: Hisashi Ouchi (35 anni), Masato Shinohara (40 anni) e Yutaka Yokokawa (54 anni). Ouchi, il più esposto, assorbe radiazioni di 10.000-20.000 millisievert, quantitativo eccezionalmente superiore alla soglia di sicurezza di 50 millisievert.

Destino segnato. Dopo aver perso i sensi, Ouchi viene trasportato all'ospedale dell'Università di Tokyo, dove viene rianimato e in grado di parlare con i medici.

Immediatamente gli effetti delle radiazioni nucleari si manifestano in modo evidente con progressivo distaccamento di intere porzioni di pelle. Si tratta però solo della punta dell'iceberg, perché i raggi gamma avevano distrutto gran parte del suo corredo cromosomico, portando a una devastazione irreversibile di tutto l'organismo.

Una lenta tortura. L'operaio, ormai irriconoscibile, rimane in vita grazie alle macchine per due mesi e mezzo, perdendo circa 20 litri di liquidi al giorno. Durante gli 83 giorni di agonia i medici lo sottopongono a diverse cure, che includono trasfusioni di sangue, innesti cutanei e trapianti di cellule staminali. Fortunatamente per l’operaio, il suo corpo è posto in coma farmacologico per evitargli sofferenze dolorosissime. Ancora oggi non è chiaro se le condizioni di Ouchi siano state prolungate oltre il necessario per consentire all'equipe di specialisti di testare nuovi trattamenti clinici, in previsione di altri possibili disastri nucleari.

Gli altri due operai. Il trentacinquenne Hisashi Ouchi non è la sola vittima del disastro di Tokaimura. Il collega Masato Shinohara, che assorbì radiazioni di 6.000-10.000 millisievert, si è spento il 27 aprile del 2000 dopo mesi di cure intensive. Il terzo tecnico, Yutaka Yokokawa, esposto a un livello di 1.000-5.000 millisievert, riesce a sopravvivere dopo una lunga degenza in ospedale.

All'esterno non si registrò uno straordinario rilascio di sostanze radioattive, ma altre 119 persone furono comunque contaminate da basse dosi di radiazioni.

Che cosa accade esattamente al corpo. Come agisce la radioattività sull’organismo umano? Il primo danno si ha immediatamente, precisamente un decimo di trimilionesimo di secondo dopo che protoni, neutroni, elettroni, raggi gamma, o raggi X prodotti dal decadimento del nucleo hanno colpito un qualsiasi atomo dei tessuti del corpo. Con la loro energia investono un elettrone dell’atomo. Atomo e elettrone, prima in uno stato di normalità, sono ora entrambi in una condizione di instabilità: nel successivo milionesimo di secondo, reagendo con altri atomi, possono entrambi dar vita a nuove molecole. Alcune di queste, i radicali liberi, hanno la caratteristica di reagire molto facilmente al contatto con altre molecole, dando vita a ulteriori sostanze prima inesistenti. Queste possono alterare la riproduzione e il funzionamento delle cellule, per poco tempo o per molti anni, velocemente o lentamente, dipende dalla quantità di tessuto che è stato colpito e dalla natura della radiazione. Se la dose assorbita è molto ridotta, gli effetti sono minimi e quest’ultimo è in grado di attivare un processo di auto-rigenerazione, riparando i danni da sé. Se la dose è alta e la zona colpita è estesa, le cellule non sono in grado di far fronte all’invasione di radicali tossici.

Le particelle più attive, come protoni e neutroni, possono ledere il Dna, condannato a riprodursi nel tempo in modo anomalo. Questo spiegherebbe l’insorgere dei tumori a distanza di tempo in soggetti che sono stati investiti da forti radiazioni o da flussi di radiazioni continuative. Anche i cromosomi possono essere frantumati o alterati dalla radiazione. In questo caso le nuove cellule avranno un messaggio cromosomico modificato e così quelle che da esse nasceranno.

Organi più sensibili agli effetti di intense radiazioni. Di seguito una lista essenziale.

Midollo osseo. Vengono mutate le cellule che producono globuli bianchi, rossi e piastrine. Insorgono anemie, infezioni ed emorragie. Se la dose è stata molto alta, sopravviene anche la leucemia.

Apparato riproduttivo. I danni dipendono molto dalla dose. Diminuisce o scompare la produzione di spermatozoi. Possono aumentare i tumori alle ovaie.

Apparato digerente. Insorgono vomito, nausea, diarrea, anoressia, ulcere intestinali. Aumenta il rischio di cancro allo stomaco, al colon e all’esofago.

Tiroide. Adenomi (tumori benigni) e ridotto funzionamento della ghiandola.

Occhio. Dopo alcuni mesi nel cristallino si possono formare aree opache.

Per una donna in gravidanza, il feto sottoposto a radiazioni nelle prime settimane può avere il cranio più piccolo, ritardo mentale e, nel corso dell’esistenza, riduzione dell’altezza.

Chiari gli elementi tecnici, restano al lettore commenti e riflessioni su quelli umani, sociali e sanitari.

(consultazione: Tokaimura 1999, rapporto infn – istitituto nazionale fisica nucleare)

 

Inserito il:26/03/2025 12:25:04
Ultimo aggiornamento:28/03/2025 12:02:21
Condividi su
ARCHIVIO ARTICOLI
nel futuro, archivio
Torna alla home
nel futuro, web magazine di informazione e cultura
Ho letto e accetto le condizioni sulla privacy *
(*obbligatorio)


Questo sito non ti chiede di esprimere il consenso dei cookie perché usiamo solo cookie tecnici e servizi di Google a scopo statistico

Cookie policy | Privacy policy

Associazione Culturale Nel Futuro – Corso Brianza 10/B – 22066 Mariano Comense CO – C.F. 90037120137

yost.technology | 04451716445