La Sessualità e le sue “funzioni pratiche”.
La Sessuologia clinica, s’è visto, non è una disciplina a sé stante ma è un’area interdisciplinare di incontro tra scienze diverse, che si occupa della Sessualità intesa nel senso di Funzione Erotica, che contiene in sé gli aspetti pulsionali ma soprattutto relazionali della sessualità.
La sessualità permea tutta l’esistenza fino a confondersi con la vita stessa, assumendo significati biologici (non solo riproduttivi) e psicoanalitici, a partire dal pensiero di Freud, fino a M. Klein, Bion e Winnicott. La sessualità umana è creatività, è pulsione di vita, è l’interrelazione fra i propri contenuti mentali (oggetti interni) e quelli dell’altro, che porta alla costruzione di nuove strutture mentali. Il concetto di sessualità, dunque, non più limitato all’uso degli organi genitali, ma che permea tutte le nostre attività, nascosta nei sostituti simbolici, nelle sublimazioni, nei sintomi nevrotici, negli affetti.
La componente della sessualità più inconscia e meno conosciuta è l’aggressività: senza una giusta ed integrata componente di aggressività non c’è reazione sessuale e non può avvenire un rapporto sessuale. La sessualità umana ha due facce: una oggettiva, il comportamento ed una soggettiva, il vissuto, le fantasie, gli oggetti interni, il mondo interno. Per la Psicoanalisi moderna l’origine della sessualità non ha sede nel corpo, ma nel mondo interno. Il piacere sessuale nasce nella mente, pur servendosi degli organi. Dunque la sessualità è creatività, biologica e psicologica. Essa è costituente della vita e non attributo, come sostiene Sartre. Per la Biologia esiste per creare individui diversi l’uno dall’altro tramite lo scambio genetico. Per l’Etologia, l’Antropologia culturale e la Sociologia è energia creatrice e distruttrice. Per la Bioenergetica reichiana è “energia buona”. Per la Psicoanalisi è energia vitale, pulsione di vita, relazione (anche se non esente da distruttività), è conoscenza e sviluppo mentale, ma anche aggressività e conflitto. Per la Filosofia è forza creativa (essere per altri). Per le Religioni è dono e punizione divini. Non esiste sessualità senza conflittualità. La Sessualità è la spinta vitale e conflittuale alla trascendenza onde creare cose nuove con l’altro, distruggendone di vecchie, “riparare”, promuovere l’evoluzione della vita e della mente in controtendenza all’entropia. La funzioni pratiche dell’attività sessuale umana possono essere sia fonti di gioia che fonti di dolore. Non è infatti così scontato che “sesso” equivalga a gioia…anzi.
Le fonti di gioia sono: la procreazione, intesa non solo come creazione di una nuova vita, ma anche nel senso di scambio e comunione di contenuti mentali, ossia simbolopoiesi, creazione e rinforzo delle relazioni e dei legami, costruzione dell’amore, con una valenza comunicativa. Ma le fonti di gioia si estendono anche ad altri ambiti: le fonti di gioia si possono manifestare come impulso alla creatività artistica, scientifica, professionale e sociale. Gioia è anche neutralizzazione e sublimazione dell’aggressività: nell’atto sessuale si verifica un impasto tra pulsione di vita e pulsione di morte, laddove la seconda viene posta al servizio della prima. Fonte di gioia è l’integrazione mente-corpo. L’ esercizio della sessualità, in una relazione d’amore fa sentire più vivi, immersi nella bellezza, nella verità e nella realtà.
Le fonti di dolore sono rappresentate dall’impoverimento dell’energia sublimatoria e dalla degradazione mentale: quando l’attività sessuale è eccessiva, lo sviluppo mentale e la creatività si affievoliscono. La distruttività si manifesta allorquando la pulsione di vita si mette al servizio della pulsione di morte, come accade nelle perversioni (parafilie), laddove il sesso diventa fonte di dolore. In questi casi l’attrazione sessuale e il piacere, anziché significare amore, mascherano un profondo odio.
Perché accada tutto questo, ossia perché possa verificarsi lo sviluppo di una relazione, è necessaria l’attività sinfonica di tre parti, potremmo dire, del nostro cervello, che in realtà è come se fossero tre cervelli a sé, indipendenti tra di loro, ma sinergici nel loro funzionamento l’uno con l’altro. Il cervello rettiliano, che presiederebbe al controllo dell’istinto con la fase appetitiva e consumatoria, ed è quello della sessualità agita, del soddisfacimento di un bisogno più che della realizzazione di un desiderio. Anatomicamente questa parte comprende il tronco cerebrale, con la formazione reticolare fino all’ipotalamo, al talamo e ai nuclei della base, caudato, putamen, globo pallido. Il cervello limbico o viscerale è il cervello della dimensione emozionale cosciente, della sessualità “sentita”, degli affetti e dei legami. Anatomicamente comprende il giro del cingolo, il giro subcalloso, i nuclei del setto, l’amigdala, il giro paraippocampale e l’ippocampo. Il cervello neocorticale, è quello della sessualità pensata: le emozioni raggiungono il livello di coscienza e sono influenzate dal pensiero e dalle altre funzioni cognitive superiori. Anatomicamente comprende la Neocorteccia, il lobo frontale, quello parietale, il lobo occipitale e quello temporale. Questa suddivisione trova la sua schematizzazione grafica nel cosiddetto Triangolo di Sternberg, che è un triangolo equilatero, i cui tre lati sono rappresentati dall’Intimità, dalla progettualità, ossia dall’impegno, e dalla sessualità prettamente fisica, o passione, come è illustrato nella figura 1.
Figura 1
Una coppia che funzioni bene deve essere una coppia in cui i tre elementi siano in equilibrio tra di loro, perché, così non fosse, il triangolo (e la coppia) fa fatica a reggersi. Dunque è importante un giusto mix tra le tre componenti. Questo non significa coppia “perfetta”: la perfezione non esiste, ed anzi, avere nell’immaginario il desiderio di una coppia perfetta spesso mina l’equilibrio della coppia, perché rappresenta un ideale irraggiungibile. Una coppia del tipo illustrato sopra è una coppia perfettamente “funzionante”.
Per il consulente il sintomo sessuale non è un nemico da combattere ma un elemento di cui scoprire le intime relazioni con la struttura psichica del paziente e con la dinamica della coppia. La componente della sessualità più inconscia e meno conosciuta è proprio l’aggressività. Senza una integrata componente di aggressività non c’è reazione sessuale. Un aspetto dell’aggressività è il conflitto: si cerca di eliminarlo sia internamente che nelle relazioni di coppia, senza tener conto che esso è onnipresente e indispensabile alla sessualità. Il conflitto non è di per sé una “disgrazia” da sopprimere, ma un alimento indispensabile ad una valida sessualità. Il consulente deve sempre chiedersi dove sia l’aggressività nell’individuo o nella coppia, soprattutto quando non appare. La disfunzione sessuale funge da contenitore dell’aggressività della coppia, che incapsula il “male” nel rapporto sessuale e può permettersi di amarsi sugli altri piani.
La sessualità umana ha due facce, una oggettiva, il comportamento e una soggettiva, il vissuto, le fantasie, gli oggetti interni, e si dispiega fra queste due polarità. A livello di percezione ed attrazione erotica, tutto accade nella mente. Il piacere sessuale origina dalle fantasie che si sviluppano all’interno della mente, anche se il senso comune lega il piacere agli organi sessuali e alla loro stimolazione. Per il piacere non esiste un organo di senso specifico, ma è la Mente l’organo di senso del piacere. La stessa carezza può assumere una valenza piacevole o spiacevole in virtù dei significati inconsci o consci di cui viene investita dalla psiche del soggetto, non in base a fattori oggettivi esterni. Il piacere si può produrre anche in assenza di stimoli esterni, attraverso le fantasie. Il vero organo sessuale non è né il pene, né la vagina, ma il cervello.
La sessualità più che una pulsione è una ‘emozione’ che sorge nell’Io come segnale di avvenuta o prevista relazione creativa. Il piacere è quindi un costrutto mentale. Esso rappresenta il segnale conscio della creatività inconscia, mentre il dolore segnala la distruttività. Si prova piacere quando si crea qualcosa, quando cioè si ha creazione di creatività. Il piacere sessuale può essere considerato il segnale di un incremento di creatività, l’indicazione della formazione di nuove strutture mentali. Così la creazione interna precede quella esterna. Se nella fantasia di creare un bambino nei genitori è insito il concetto di creazione carnale, prima ancora è presente la creazione di simboli. Un figlio viene prima creato nella mente, nelle fantasie dei genitori e, successivamente, nel corpo. La dimensione sessuale, dunque, risiede prevalentemente nel mondo interno.
E’ la mente che impregna di significato e di valore le cose che, in quanto tali, sole, avulse dal contatto con la mente, non hanno attributi. E’ la mente che sessualizza un corpo. L’incontro sessuale è, così, strumento di conoscenza e di crescita mentale, nell’atto sessuale non c’è tanto lo scambio di “corpi”, ma lo scambio di pezzi del proprio mondo interno. La sessualità è, dunque, come più volte si è ribadito, relazione.
Riferimenti bibliografici
Cociglio G, a cura di, Il Manuale del Consulente Sessuale, Volume I La Sessualità, Milano, Franco Angeli, 2002