Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale
La mente umana acquisisce velocemente, ma elabora lentamente
di Achille De Tommaso
In un mio precedente articolo ho descritto come la mente umana sia stata considerata lenta nella gestione di droni militari, facendo risultare inevitabile la perdita di vite umane civili.
Eppure, siamo spesso orgogliosi delle nostre capacità cognitive, della nostra creatività e della nostra abilità di risolvere problemi complessi. Tuttavia, ricerche recenti ci invitano a rivedere con umiltà questa percezione: il pensiero umano è sorprendentemente lento. Studi condotti dal California Institute of Technology (Caltech) rivelano che il nostro cervello elabora informazioni a soli 10 bit al secondo, un ritmo che contrasta drasticamente con la velocità dei nostri sistemi sensoriali, capaci di raccogliere dati ad una velocità stimata di un trilione di bit al secondo.
Questa discrepanza solleva interrogativi fondamentali sui limiti della nostra mente e sul significato di questa "lentezza" per la nostra evoluzione e il nostro rapporto con la tecnologia.
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Perché il nostro cervello è così lento rispetto alla nostra capacità di percepire il mondo? Gli scienziati ipotizzano che questa lentezza non sia un difetto, ma un compromesso evolutivo. La nostra mente è progettata per sintetizzare informazioni complesse e prendere decisioni ponderate, piuttosto che reagire rapidamente e in modo impulsivo.
Immaginiamo un antico cacciatore che si trova di fronte a un'ombra nella foresta: è un predatore o solo un ramo che ondeggia al vento? Una valutazione accurata, anche se lenta, potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte. Questo approccio deliberato alla cognizione ha probabilmente favorito la sopravvivenza umana, garantendo che le nostre decisioni fossero basate su un'integrazione accurata di dati sensoriali, esperienza e contesto.
Il Limite di Velocità del Pensiero
Il neuroscienziato Tony Zador, citato nei risultati del Caltech, descrive questa lentezza come un vero e proprio "limite di velocità" incorporato nella nostra architettura cognitiva. Ma questa lentezza, secondo lui, piuttosto che essere un ostacolo, ci permette di focalizzarci sulla profondità e sul significato del pensiero, anziché sulla mera velocità.
Le implicazioni di questa lentezza sono sorprendenti perché potrebbero significare che la quantità di dati che immagazzina il nostro cervello è relativamente poca: secondo gli studiosi, tutte le conoscenze, i ricordi e le esperienze di un individuo potrebbero essere teoricamente contenuti in una piccola chiavetta USB. Questo dato non sminuisce il cervello umano, ma mette in evidenza la sua straordinaria capacità di filtrare, condensare e dare priorità alle informazioni più rilevanti.
Questa lentezza contrasta nettamente con le capacità dei computer moderni e dei sistemi di intelligenza artificiale, capaci di elaborare miliardi di bit al secondo. Le macchine potrebbero analizzare ed immagazzinare enormi quantità di dati e svolgere compiti ben oltre, quindi, le possibilità umane.
Tuttavia, la velocità non è sinonimo di intelligenza. Mentre l’IA potrebbe forse eccellere nell’efficienza, il cervello umano si distingue per la capacità di introspezione, empatia e ragionamento etico. Accelerare artificialmente la nostra mente potrebbe significare sacrificare proprio queste qualità distintive, che ci rendono umani.
Curiosamente, la lentezza del pensiero umano potrebbe pertanto non essere una debolezza, ma una caratteristica che sostiene alcune delle nostre qualità più preziose. La creatività, ad esempio, prospera nei momenti di riflessione e deliberazione, quando la mente collega idee apparentemente scollegate.
Anche l’empatia e la capacità di costruire relazioni significative dipendono da questa lentezza: il cervello ha bisogno di tempo per integrare emozioni, esperienze e dati sensoriali, trasformandoli in comprensione e connessione.
La lentezza protegge anche dal sovraccarico cognitivo. Ogni giorno, i nostri sensi raccolgono una quantità di dati immensa, ma il cervello, filtrando ciò che è superfluo, ci permette di concentrarci su ciò che è davvero importante.
Un Invito all’Umiltà Cognitiva
La lentezza del pensiero umano non è quindi una barriera che dobbiamo superare, ma un dono da valorizzare. Piuttosto che vederla come un limite, possiamo riconoscerla come il prodotto di un'evoluzione che privilegia la profondità, il significato e l’adattabilità.
In un’epoca in cui la tecnologia avanza a ritmi vertiginosi, questa lentezza ci ricorda l’importanza di fermarci, riflettere e vivere con consapevolezza. Mentre l’IA continua a rivoluzionare il mondo, il nostro "limite di velocità" cognitivo potrebbe rivelarsi il nostro più grande alleato, garantendoci un equilibrio tra efficienza tecnologica e saggezza umana.
Fonti:
- California Institute of Technology:” Thinking Slowly: The Paradoxical Slowness of Human Behavior”
- The Times: “Wi-fi is faster than your 'ridiculously slow' brain”
- Il Giornale “Un trilione di bit al secondo: ecco quanto corre veloce il cervello umano”
- Ansa.it: “Il cervello è a velocità limitata, a rischio il sogno di Musk; Il pensiero viaggerebbe a 10 bit al secondo pure con chip e IA”