La man che obbedisce all’intelletto.
Le mani stringono, dipingono, lavorano, creano, toccano, sentono, esprimono, scrivono ...
Antropologi e neurologi sostengono che il cervello umano si sia sviluppato per intervento ed uso della mano. Sembra infatti, che sia stata la necessità e poi la capacità di manipolare gli oggetti a permettere l'evoluzione della specie umana al di sopra dello stato istintivo/animale.
Un recente studio, condotto presso la University of Kent e pubblicato sul Journal of Archaeological Science, ha confermato che esiste una chiara correlazione tra le variazioni biometriche della mano e l’efficienza con cui vengono eseguiti compiti più o meno complessi. Lo studio ha dimostrato che l'utilizzo della mano ha agito come forza di selezione naturale nell’evoluzione delle caratteristiche della specie umana, stimolando lo sviluppo della corteccia cerebrale e quindi, la capacità di pensare, di elaborare informazioni e di comunicarle.
Il moto manuale, inteso come movimento non solo nello spazio, ma anche come azione dei sensi, della percezione e operazioni biochimiche del nostro organismo (respirazione, pulsazione cardiaca, ecc.) ha permesso inoltre, la specializzazione di alcune aree del sistema nervoso centrale e di quello periferico per facilitare l'apprendimento e l'esecuzione della scrittura, quale importante mezzo di espressione ed interazione tra gli esseri umani, al fine della sopravvivenza della specie.
Secondo il neuropsicologo A.R. Lurija, l’atto dello scrivere è la risultante di una quantità enorme di operazioni nervose e somatiche. In quello che sembra essere un semplice gesto meccanico, in realtà, concorrono tutte le aree cerebrali interconnesse: una sequenza complessa di eccitazioni provenienti da più parti del sistema nervoso, che si integrano e si dispongono nel momento motorio in giusta successione per ottenere la scorrevolezze e la coordinazione della mano.
L’operazione finale di coordinamento è affidata ai settori della regione motoria, situata nell’area pre-motoria anteriore della corteccia cerebrale. Una volta automatizzati, questi processi vengono governati dai centri subcorticali.
L’attività grafica è determinata da due fattori: l’intenzionale e l’automatico. Il primo corrisponde alla fase di ideazione ed è costituito dalla decisione di scrivere un determinato pensiero; il secondo comprende i movimenti esecutivi che realizzano lo scritto.
Nel momento ideativo è coinvolta gran parte della corteccia cerebrale, il talamo (cervello emotivo) e parti del cervello rettiliano. Tali strutture collegate tra loro, si influenzano reciprocamente, creando complessi circuiti che attraverso i neuroni, inviano impulsi alle aree corticali motorie attraverso il midollo spinale.
Nella fase di esecuzione, un fascio di fibra piramidale dalle aree corticali motorie traduce l’impulso sensoriale del simbolo grafico in immagine motoria e attiva i neuroni effettori (moto-neuroni) del midollo spinale, determinando le opportune risposte e attività nei muscoli innervati.
A questo punto la mano è pronta per scrivere: soggetta a circa seicento impulsi automatizzati, può effettuare da quattro a cinque milioni di movimenti in un minuto, attraverso uno scambio continuo di informazioni sensoriali e motorie tra sistema nervoso periferico e centrale, tra effettori sensoriali cutanei, aree motorie e cervelletto. Il sistema di controllo di questo circuito nervoso è costituito dalle informazioni sensitive, in particolare la sensibilità visiva, il cui ruolo è preminente nella guida delle attività motorie che intervengono nel gesto grafico.
L’automatismo del gesto grafico si costituisce mediante l’apprendimento della scrittura fin da piccoli, da quando cioè si cominciano a tracciare le prime aste e filetti, cercando di imitare un modello calligrafico scolastico imposto. In questo semplice movimento si impegnano tutte le facoltà inconsce e volontarie dello scrivente; perciò anche se tutti i meccanismi neuro-motori che si attuano nell’atto dello scrivere sono universali in ogni individuo, gli stessi assumono connotazioni uniche, in quanto il patrimonio ereditario ed esperienziale di ognuno, è invece unico.
La grafologia è un importante strumento di analisi della personalità attraverso la scrittura, proprio perché parte dal presupposto che il gesto grafico non è solo un meccanismo automatico appreso, dovuto a risposte neuro-motorie del cervello, ma rispecchia spontaneamente nella forma estetica, anche sentimenti, atteggiamenti, pensieri, emozioni e quindi tutte le caratteristiche intellettive e temperamentali scaturenti dall’interazione tra l’impronta genetica e psicologica, influenze educative ed ambientali, che rendono unici gli individui nella loro personalità e di conseguenza, nella produzione della propria scrittura.