Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 10

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René Magritte (1898-1967) – Ceci n’est pas une pipe - 1928


Un pensiero: la menzogna.

La menzogna (o bugia) è un peccato per  molte religioni tra cui la cattolica, così come è considerata una forma di mancanza di rispetto verso una  persona, di rottura di un rapporto di fiducia verso  qualsiasi interlocutore, la violenza su un sentimento. E rappresenta anche lo strumento che può provocare la caduta o la seria lesione di una credibilità personale, necessaria nel mondo degli affari, dei sentimenti, della cosa pubblica, dello sport, in qualunque manifestazione dell’uomo che comporti relazioni con altri uomini.

Eppure la menzogna è indispensabile, nel senso che serve per mantenere un rapporto, concludere un affare, fare il bene della comunità, aiutare qualcuno. La verità esplicitata per come è, può rappresentare un ostacolo, perché può essere non capita o non accettata. La menzogna è un buffer, un mezzo di compensazione intermedio, che consente di adattare la verità nuda e cruda alla cultura, alle aspirazioni, al pensiero, al sentimento della persona o dell’ente con cui si intrattiene il rapporto. Spesso infine, la menzogna è necessaria per fare del bene, per alleviare un dolore, per aiutare a prendere una soluzione, per indirizzare un pensiero, per mantenere la pace, per sviluppare sentimenti buoni, per evitare equivoci, incomprensioni, per consolare un amico.

Senza la menzogna il mondo sarebbe più violento, più brutale, i rapporti tra le persone sarebbero più difficili, i sentimenti di durata più breve. Perché la menzogna consente senza stravolgere i fatti, magari tacendo alcuni aspetti degli stessi o inventandone altri, di evitare una radicalizzazione di principi, ed ancora umiliazioni  o clamorose  smentite. E così salvando affari, sentimenti, rapporti da rotture che sarebbero altrimenti conseguenza di incidenti non significativi, di momenti  irrilevanti, di casualità imprevedibili, di errori di cui magari già è acceso il pentimento, di mancanze assolutamente non influenti.

La menzogna può essere totale o parziale, cioè può essere solo una modifica di un aspetto della verità o può essere una verità totalmente inventata. Quest’ultimo caso non potrà mai essere scoperto da nessuno, perché non ha riferimenti o legami con i fatti reali e allo stesso modo non ci possono essere testimoni in grado di narrare una verità diversa da quella contenuta nella menzogna.

Infine, la menzogna non solo ha bisogno comunque di un certo livello di cultura perché sia  costruita in modo più credibile e sostenibile, ma richiede da parte di chi la pratica una forte memoria. Infatti, il rischio maggiore della menzogna di essere scoperta è insito nella stessa persona che la racconta, che potrebbe dimenticare cosa ha raccontato o perlomeno come lo ha raccontato, con quali particolari e riferimenti.

A parte l’area dei rapporti sentimentali (amicizia, amore, affetti), il campo dove la menzogna è maggiormente usata e dove trova un larghissimo impiego è quello della politica.

Il candidato che deve convincere a farsi votare, il capo di una istituzione che deve spiegare che ha fatto il meglio per la comunità, per il paese, il leader del partito, tutti coloro insomma che hanno  bisogno del consenso per continuare, per vincere, devono per forza nascondere cose, fare intravedere grandi prospettive, giustificare situazioni. La democrazia è una forma di governo che consente al popolo di partecipare, ma è, al tempo stesso, un sistema che spinge verso la menzogna, verso la narrazione inquinata della realtà lasciando al cittadino, all’interlocutore la capacità di  capire e la libertà di reagire.

La menzogna è una grande naturale dote dell’uomo che è stata nel tempo raffinata dalla cultura e dalla esperienza, è la vera grande difesa per salvare un sentimento, per raggiungere un obiettivo, per conquistare un affare, per partecipare alla gestione della cosa pubblica.

La menzogna è come l’amore e l’amicizia, senza di loro che mondo sarebbe? 


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Cesare Maccari – Allegoria dell’Italia - 1889

I fatti nostri.

Nel nostro paese, così come avviene nel resto d’Europa, si stanno componendo due schieramenti di destra e due schieramenti di sinistra. A destra abbiamo la destra di destra costituita da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Nuova, nostalgici (si stava meglio quando si stava peggio). E poi la destra solo destra costituita da Forza Italia, NCD, Scelta Civica, qualche senatore a vita, Comunione e Liberazione, l’ex manager e aspirante politico Corrado Passera, un pezzo dei 5 stelle. A sinistra abbiamo la sinistra della sinistra con Sinistra e Libertà, Coesione Sociale, i no Tav, i Centri Sociali, parti di sindacato, un pezzo dei 5 stelle, spontanei come Rodotà, De Magistris, Ingroia, altri difensori della Costituzione, antagonisti in genere. E poi la sinistra solo sinistra costituita dal PD magari con le sue correnti e i nostalgici della Ditta. Naturalmente siamo nel periodo della creazione ed è quindi naturale la nascita e la morte veloce di spontanei e velleitari che cercano in ogni direzione. Ma, in generale, è solo folklore.

La rinuncia del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad inaugurare  l’Expo il prossimo primo maggio  è  inusuale,  è un atto di presa di distanza dal passato e, forse, dallo stesso Governo. Soprattutto per le motivazioni e cioè il voler privilegiare i rapporti con i sindacati nel giorno della festa del lavoro e consegnare le pergamene ai nuovi cavalieri del lavoro.  Il Presidente c’è e non solo si vede, diamine!

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita all’Eliseo ricevuto da Francois Hollande,  aveva nelle interviste e nelle conferenze stampa, l’aria molto mogia e triste. Speriamo non ci sia niente di grave.

La senatrice a vita Elena Cattaneo, farmacologa illustre, dice che ha verificato che in Parlamento c’è tanta gente ignorante e che questa ignoranza influisce sui lavori, sulle scelte, sulle decisioni, sui comportamenti. È molto difficile darle torto e il fatto che qualcuno dall’interno confermi il sospetto che dall’esterno si ha non è una bella notizia per questo paese.

La corsa alla poltrona di Sindaco di Milano è cominciata e ne vedremo e sentiremo delle belle. Per dimostrare che tutto e il contrario di tutto può essere possibile, l’esempio è la candidatura dell’ex Cavaliere.

È necessario rendere obbligatoria la compilazione del bilancio con il relativo controllo degli organi preposti da parte di Partiti, Sindacati, Fondazioni, Associazioni di vario tipo ed ispirazione. Non dovrebbe essere più consentito amministrare denaro senza responsabilità giuridica e penale.

Le Camere di Commercio dovrebbero passare da 105 a 60 ed esistere solo con un minimo di 80mila imprese registrate. Ecco un provvedimento che forse sul grande pubblico passerà inosservato, ma che è utile insieme ad altri di questo genere per pulire il paese.

Lo Stato italiano e quello di Città del Vaticano hanno firmato un accordo di collaborazione del tipo di quelli che già lo Stato italiano ha firmato con la Svizzera e con altri paesi in materia fiscale e di informativa bancaria. Una ottima cosa! la bizzarria tuttavia che fa pensare è che un cardinale informato ha dichiarato che questo accordo poteva essere firmato prima anche negli anni passati ed è lo Stato italiano che non solo non sollecitava, ma rimandava. Pensare male in questo caso è d’obbligo: chissà quanti politici italiani importanti di destra e di sinistra avevano o hanno il conto allo Ior (con annesso servizio di gestione patrimonio)!

Stanno acchiappando un sacco di gente del PD per tangenti e corruzione in genere. Ma la Ditta non era quella della superiorità morale? Forse Renzi bisogna che cominci a capire che deve avere più coraggio e pulire il suo partito se vuole veramente cambiare il paese.

La sconfitta della colorita e variegata minoranza del PD alla direzione del partito che ha approvato l’Italicum probabilmente sancisce la sua definitiva scomparsa dal futuro. Ci saranno ancora in Parlamento, parleranno ai giornali e alle televisioni grazie ai loro vecchi amici dei media (fa anche audience un po’ di opposizione in genere), ma sono fantasmi aggrappati alle nuvole. E fra un po’ comincia a piovere!

Un grande dibattito in svolgimento da parte di alcuni politici buontemponi è se la rappresentatività vince sulla governabilità nel nome della democrazia. Come se la democrazia per funzionare potesse fare a meno di una delle due cose.

Proteste degli uomini della Forestale che non vogliono essere accorpati ad altre forze e mantenere la loro autonomia e la loro dipendenza dalle Regioni. Così in alcune di queste regioni, come la Sicilia per esempio, potranno continuare a esserci 28mila forestali, anche se le foreste su quel territorio sono rare. Questi scioperi e proteste dovrebbero essere proibiti perché non si può offendere il buon senso oltre un limite.

L’abolizione dei manicomi criminali e la loro sostituzione con strutture sanitarie e residenziali ad hoc più umane è un evento importante per il nostro paese. È un passo verso la civiltà, indipendentemente che ce lo chiede la Unione Europea da anni e che ci ha multato spesso per la nostra insensibilità.

L’abolizione del regime delle quote latte da parte della Unione Europea dopo trenta anni procurerà sul breve problemi ai produttori che difatti stanno protestando. Ma servirà a regolarizzare una situazione anomala da troppo tempo, promuoverà lo sviluppo di una politica da parte del governo, razionalizzerà il mercato e favorirà la qualità.

Le dimissioni di Alessandra Poggiani da Direttore Generale della Agenzia per la Digitalizzazione sembra siano state date per motivi personali e per dedicarsi alla carriera politica. La sua nomina non aveva convinto i duri e puri del mondo delle telecomunicazioni ed era stata interpretata come un modo per sparigliare. Adesso vediamo che succede, forse converrebbe continuare a sparigliare (speriamo che chi lo fa sappia giocare bene a scopa). Comunque Alessandra Poggiani non doveva lasciare dopo pochi mesi, non si fa in certi ambienti e a certi livelli.

La fusione tra Yook e Net a Porter crea nell’area del commercio elettronico (settore del lusso) una attività che gestisce un giro d’affari di 1,3 miliardi di dollari. Vale la pena ricordare in questa occasione che Yook è una  iniziativa nata dal venture capital e dalla intuizione di Elserino Piol, che può essere a buon ragione  considerato come  il vero promotore e avviatore di questa attività nel nostro paese  prima nella Olivetti di Carlo De Benedetti e poi con un  Fondo (Kiwi) da lui promosso insieme a Oliver Novik.

 

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Palazzo Besta di Teglio – Planisfero attribuito a Leonardo


Uno sguardo altrove.

Il vecchio Presidente di Singapore, il creatore del regime e del successo della città stato, Lee Kuan Yew è morto a 91 anni. Il successore è suo figlio, ormai da qualche anno insediato, Lee Hsien Loong, anche se il vecchio aveva ancora voce in capitolo e poteva influenzare politica e decisioni. Uno Stato che ha rappresentato un esempio di spregiudicatezza nel settore economico, che ha avuto la capacità di trovare un ruolo finanziario e di snodo internazionale nelle posizioni ideologiche contrapposte, che ha dato a tutti i suoi cittadini il benessere, che ha usato il pugno di ferro contro qualsiasi forma di libertà (di stampa, di espressione, di opposizione). Non dovrebbe cambiare niente a breve dicono, tuttavia non può essere vero.

In Francia è tutto confermato al secondo turno delle elezioni provinciali. La destra gollista di Nicola Sarkozy stravince, il Partito Socialista del Presidente Hollande perde e dimezza i voti e il Front National di Marine Le Pen non riesce a conquistare nemmeno una Provincia o Dipartimento come si dice oltralpe. Vuol dire che i francesi non sono contenti della sinistra a livello nazionale, che la sinistra è sempre più divisa, che il Front National prende i voti sino alla soglia del potere ma non oltre, che la destra gollista è maggioranza nel paese, che Nicola Sarkozy è molto abile.

A proposito del Partito Socialista francese bisogna aggiungere che non riesce a esprimere, a presentare ai francesi un progetto per il futuro. E non riesce a presentare leader credibili di conseguenza. E i francesi si sono stufati (e forse non si può dare loro torto).

Le elezioni in Nigeria si sono svolte in una atmosfera tutto sommato abbastanza serena ed ha vinto M. Buhari, oppositore del passato Presidente. Il paese è percorso da bande armate di natura più o meno terroristica come quella di Boko Haram, condizionato da compagnie petrolifere, abitato da persone povere malgrado il paese sia molto ricco. Parlare di democrazia in queste condizioni non è proprio il massimo.

I paesi arabi hanno concordato di investire insieme per creare un esercito di 40mila uomini per combattere il terrorismo dello Stato Islamico. La notizia è sicuramente positiva, ma non va sottovalutato il pensiero di chi pensa che l’Iran potrebbe interpretare l’iniziativa come una provocazione (soprattutto dopo quello che sta succedendo nello Yemen).

Intanto Israele con Netanyahu, cerca di ricostruire il rapporto con gli Stati Uniti (ma non sarà mai come prima),  ha  continuato a strillare sul pericolo Iran (tentando di opporsi inutilmente all’accordo di Losanna), applaude alle iniziative della Lega Araba e dei Sauditi (ma gli equilibri diversi della regione non consentiranno più a Israele la politica seguita in tutti questi anni, soprattutto in Cisgiordania).

Il prossimo 7 maggio ci sono le elezioni in Gran Bretagna per il rinnovo del Parlamento. Nel suo primo comizio elettorale il Premier Cameron ha detto che i conservatori se vincono si impegnano per la creazione di due milioni di posti di lavoro. È proprio vero che tutto il mondo è paese!

I rapporti della Grecia con l’Europa sono ancora fermi e non sono previsti passi avanti a breve. Il Primo Ministro Tsipras e il suo potente Ministro delle Finanze Varoufakis non hanno ancora fatto un piano di quello che vogliono fare nel paese e come lo vogliono fare (a questo punto ci si può chiedere se lo vogliono fare). L’unica decisione presa sembra essere la vendita del porto del Pireo ai cinesi, cosa che serve per pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici per qualche mese. I rischi sono aumentati notevolmente e forse ci sono istituzioni e personaggi che pescano nel torbido e pensano agli affari che possono fare in caso di fallimento della Grecia. Il nostro paese ha 40 miliardi di crediti diretti più quelli erogati tramite le Istituzioni europee.


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Antonio Zanchi (18e siècle) - Palamède et Ulysse
avec Télémaque bébé

L’angolo di Palamede.

Negli Stati Uniti nasce e si sviluppa la teoria che, nella situazione sociale, culturale, economica di questi momenti, il mantenimento dei rapporti con un compagno o una compagna, della famiglia e della sua durata, tagliando così divorzi e dispersioni economiche, è possibile. Sono d’accordo psicologi, sociologhi, osservatori, economisti, filosofi e pensatori vari. Come? Con la ricerca dell’amico o dell’amica di letto, una persona per fare l’amore di tanto in tanto, ufficialmente a conoscenza del compagno o della compagna di vita e di famiglia, in un gioco divertente, utile, provocatore di fantasia, usato come punto di equilibrio nello stress della società di oggi. Ci sono alcune condizioni cui prestare attenzione: l’amico o l’amica di letto deve cambiare spesso (altrimenti si deve considerare tecnicamente amante), gli incontri devono durare non più di tre ore, non si devono fare o ricevere regali, i contatti devono essere casuali e non avvenire tramite agenzie specializzate, non devono essere inseriti in episodi di tipo romantico come cene in ristorantini, piccole escursioni in luoghi ameni.  Il risultato, assicurano gli esperti, è favoloso e garantito e non solo serve per la famiglia, ma favorisce anche il lavoro, le decisioni e le scelte della propria vita, qualcuno dice anche il mercato immobiliare, la vita sociale in genere.

Nel nostro paese ci sono molte assoluzioni di fatti di sangue pubblicizzati a livello nazionale e  internazionale, anche per la nazionalità di alcuni protagonisti di questi fatti. In questi casi divampa la polemica, i giornali strillano, le trasmissioni televisive, con grafici e senza, si susseguono, personaggi conosciuti e riconosciuti rilasciano dichiarazioni in merito. Nessuno dice le cose per come sono e cioè che la nostra capacità investigativa, la nostra “ intelligence” fa un po’ acqua da tutte le parti (o l’autore del delitto confessa o il processo è sempre indiziario perché le prove non si trovano mai). È utile ricordare che la responsabilità investigativa è stata data alle Procure e ai Pubblici Ministeri negli anni passati in una delle tante occasioni in cui sono state promulgate strampalate riforme del settore. Se i processi arrivano in aula con prove sbilenche, indizi fragili, prove scientifiche lacunose, buchi nella logica, nel tempo, soprattutto nella trascuratezza dei moventi (la prima cosa da capire e da rilevare), non ci si può lamentare delle assoluzioni. Infatti, i giudici giudicanti fanno correttamente il loro mestiere e menomale che non è il contrario (rallegriamoci).

In ogni modo la riforma del processo penale che si rende ogni giorno più indispensabile e prioritaria è quella che consente il ricorso verso una sentenza di condanna, ma mai verso una sentenza di assoluzione. Come in altre parti del mondo. Come è giusto moralmente e professionalmente. Si eviterebbe “ l’anda e rianda “dei processi da un tribunale all’altro, da un grado ad un altro.  E si risparmierebbero pure dei soldi, oltre a guadagnare in rapidità (la giustizia lenta non è giustizia come dice una dichiarazione della Suprema Corte degli Stati Uniti).

Tanti anni fa un dirigente socialista importante e che è stato anche Ministro, Claudio Signorile, fece circolare una sua riflessione in merito alla corruzione, in particolare per quanto concerne gli appalti pubblici di qualsiasi tipo. In altri termini, diceva il rappresentante della sinistra socialista di allora, siccome la corruzione, le tangenti sono non eliminabili e procurano danni importanti su tutti i lavori, sui tempi di attuazione, sulla qualità degli stessi e sui costi globali, sarebbe meglio legalizzarle, per esempio sino ad un massimo del 10%. In questo modo si avrebbe la garanzia di poter avere spese, qualità e tempi sotto controllo. Senza contare la semplificazione delle procedure e la riduzione delle cause nei tribunali. Quando Signorile espose pubblicamente questa teoria ebbe critiche ferocissime e ironie di vario tipo anche personali e volgari si accanirono su di lui. Oggi, a distanza di tanti anni e dopo le esperienze fatte, forse bisogna dire che la sua riflessione non era poi così peregrina!

Ha ragione Ernesto Galli della Loggia quando dice che con la sobrietà e con il giacobinismo maniacale bisognerebbe smetterla o comunque non esagerare. Infatti, va bene che i politici e tutti coloro che ricoprono cariche pubbliche di tipo istituzionale stiano attenti a spendere i soldi dei cittadini e che il loro comportamento sia austero in relazione alla funzione che esercitano. Ma devono avere anche dei privilegi per quello che fanno, perché quei privilegi sono legati proprio alla funzione e non alla persona. E i magistrati che istruiscono processi perché un questore ha usato la macchina blu per andare a una cena o perché un parlamentare si è fatto accompagnare da un uomo della scorta a comprare le patate, forse potrebbero fare altro, magari più produttivo per il paese.

 

Un personaggio visto da uno qualunque.

Matteo Salvini tempo addietro era un personaggio locale, nella Lega di Bossi si trovava come il topo nel formaggio, cosa che gli ha consentito di crescere, di fare pratica in Consiglio Comunale a Milano, di fare proposte campate per aria o irrealizzabili ma attraenti e pieni di pathos.
Come dire ad un tifoso della Carrarese che quest’anno la squadra vincerà lo scudetto. E così il nostro proponeva di circondare e malmenare i violenti immigrati, di non assegnare loro le nostre case, di mandarli via dal nostro territorio, di dividere sugli autobus gli immigrati dagli italiani. Come ad Atlanta in Georgia prima di Luther King.
Insomma Matteo è cresciuto ed è diventato popolare in tutti i bar della Lombardia, grazie anche al suo tifo per il Milan che lo ha portato molto vicino alle famose Fosse Rossonere, che contano su alcuni milioni di sostenitori accaniti.
L’intuizione di Matteo per le felpe risale a quel periodo e si può considerare un colpo di genio. Mettere una felpa con la scritta ad hoc in relazione ad ogni evento, ad ogni incontro, ad ogni luogo dove si trova, per testimoniare in modo plateale adesione, partecipazione, disponibilità.
Matteo inoltre ha sempre parlato un linguaggio fatto da poche parole, ripetute e collegate in modo diverso, cosa che lo ha sempre reso comprensibile a tutti indipendentemente da conoscenza e cultura.

Dopo l’apprendistato e dopo un periodo turbolento attraversato dal suo partito per brutte storie legate a comportamenti non proprio irreprensibili dei dirigenti, compreso il fondatore di tutto l’ambaradan, si è trovato ad essere l’unico che poteva prendere in mano la situazione.
Non era chiacchierato perché non faceva parte di gruppi, è giovane, forte e con una voce potente, dice sempre le stesse cose ma che sono quelle che la gente vuol sentirsi dire, disposto a viaggiare, con l’aria del bullo di periferia ma simpatico, un simpatico ed innocuo mascalzone. Adesso ha anche accresciuto la sua popolarità grazie al fidanzamento con una popolare e bella presentatrice televisiva che rilascia interviste entusiaste sul suo ragazzo.  

Matteo ha costruito un suo programma politico fatto di poche cose ma chiarissime e comprensibili: uscire dall’euro e tornare alla lira, abbandonare l’Unione Europea dopo aver rovesciato il tavolo, una imposta unica per tutti al 15% (comprensiva anche delle tasse comunali), regioni indipendenti che incassano i soldi della fiscalità e danno allo Stato centrale solo un 20% per azioni di solidarietà, blocco navale per impedire agli immigrati disperati di sbarcare, sostegno a tutte le piccole aziende, caduta del Governo Renzi perché ingombrante e sostituzione con un direttorio con connotazione prettamente amministrativa. Una ricetta che per forza deve trovare adesioni, soprattutto se esposta con aggressività ma con bonarietà da un giovanotto simpatico.

Naturalmente Matteo ha continuato ed anzi accentuato l’uso delle felpe che cambia più volte durante il giorno e va in tutte le trasmissioni televisive perché fa audience e quindi gli operatori possono vendere  buona pubblicità. Forse non tutti pensano che è lo statista che l’Italia si aspetta, ma oggi è uno dei politici più popolari, guida un movimento in crescita e che potrebbe raggiungere una percentuale anche del 15% (dite di più?).

Un risultato importante che non lo porterà al Governo, come è  anche per la sua amica Marine Le Pen in Francia, ma che gli concederà un potere di condizionamento di un certo interesse e che è esattamente quello che vuole. Inoltre lui potrà continuare ad essere quello che in fondo gli piace di più e cioè, come ormai si dice, il Cary Grant dei poveri.


Inserito il:02/04/2015 15:03:24
Ultimo aggiornamento:20/04/2015 00:23:37
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