Aggiornato al 05/05/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Belvedere - Numero 92

 

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Richard Harpum (1951 – Bromley - GB) – L’Alhambra a Granada

 

In Spagna tutto è saltato, Pedro Sanchez è stato bocciato dal Parlamento (las Cortes). Il Partito Socialista ha rotto con Podemos (forse meglio dire al contrario), il Partito Popolare di Mariano Rajoy (l’attuale premier) non accetta di entrare in un Governo se non presieduto dallo stesso Rajoy, Ciudadanos ha tentato una mediazione ma senza successo. Il dibattito parlamentare è stato aspro, talmente aspro da impedire qualsiasi ricucitura. Le nuove elezioni si avvicinano, forse alla fine di giugno. Naturalmente i vari gruppi politici non sentono la responsabilità di avere lasciato il loro paese senza governo. Anche in Spagna gli interessi di partito o della corrente vengono prima degli interessi dei cittadini. Il Re ha deciso di non convocare neanche i partiti tanto lo ritiene inutile, piuttosto speriamo per gli amici spagnoli che le elezioni possano risolvere qualcosa, anche se i dubbi sono tanti. La situazione è anche più complessa perché nelle amministrazioni locali le giunte tra Podemos e socialisti ora corrono il rischio di saltare e sarebbe un guaio.

In Inghilterra si allarga il fronte anti Unione Europea e questo dimostra che l’esito del referendum della fine di giugno non è assolutamente certo. La Borsa e la comunità finanziaria internazionale stanno cominciando ad organizzarsi per far fronte alla eventuale evenienza d’uscita dall’Unione. E la Scozia si prepara a rifare il referendum se l’Inghilterra decide di uscire allo scopo di rimanere nell’Unione Europea.

In Libia la situazione è caotica, nessuno può intervenire perché manca un governo legittimo e quindi ogni invasione formale sarebbe illegale per il diritto internazionale. Tutti hanno però sul territorio gruppi di guastatori, di spie, fanno azioni mirate contro l’Isis, difendono interessi ed amici. Al di là di quello che succederà fa scandalo la stampa italiana che sta utilizzando questa vicenda a scopo di battaglia politica interna, dimostrando così una grande pochezza, invece di fare analisi obbiettive e cercare di capire per i lettori la situazione con i rischi e le necessità.

Intanto bisognerebbe convincere i turisti a non andare da quelle parti (non solo in Libia) e aziende a non inviare operai o tecnici senza protezioni opportune e senza che sia assolutamente indispensabile (i giornali potrebbero svolgere un ruolo, ma alcuni hanno paura forse di perdere la pubblicità delle agenzie di viaggio o di qualche azienda).

Il fatto che Nicolas Sarkozy, dopo tutto il caos che ha creato in Libia per difendere interessi di amici suoi (cosa che ha fatto sempre e in ogni circostanza) e per giocare sul suo prestigio a livello internazionale, ha ancora la faccia di presentarsi in politica e ritentare di ridiventare Presidente della Repubblica Francese: è la dimostrazione di come è vero che certi uomini non hanno alcun pudore e si disinteressano completamente del giudizio della storia.

In Turchia ormai è regime e il nuovo dittatore c’è arrivato in poco tempo e attraverso anche qualche apparente legittimazione democratica. Bisogna prenderne atto, non ci si può intromettere negli affari di un altro paese, solo quei cittadini possono risolvere i loro fatti interni, così è la storia e guai, come in altri occasioni è stato, arrogarsi il diritto di intervenire in nome della democrazia e della libertà. Adesso bisogna conviverci nell’interesse generale, non si può né si deve isolarlo e che a nessuno venga in mente speriamo di mettere le solite sanzioni che distruggono un popolo e rafforzano chi comanda, come sempre è stato.

In Corea del Nord, il capo, figlio e nipote di caro leader, ha dichiarato che potrebbe anche lanciare qualche missile nucleare contro il Giappone e Washington a scopo preventivo. La sensazione è che più lo dice più nessuno gli crede, secondo le migliori tradizioni della favola dell’ al lupo al lupo. L’importante è lasciarlo fare, lasciarlo divertire e prima o dopo ci penseranno i cinesi, anche se lui ancora non lo sa.

I governi forti concentrati su un uomo di riferimento ormai sono tanti nel mondo e non solo in Medio Oriente o in Asia e la tendenza non è da sottovalutare. Lo si deve fare anche quando si parla dell’America del Nord (certo anche) o di quella Latina. Tante sono le ragioni come il fallimento di utopie, la democrazia nella forma attuale che non funziona, le diseguaglianze che avanzano, la dittatura dei grandi gruppi finanziari cui bisogna opporsi con armi adeguate, la tecnologia che consente di controllare tutto e tutti e sta uccidendo la privacy volenti o nolenti, la globalizzazione che abbatte barriere ma che distrugge anche speranze, la mancanza di cultura, il disinteresse per la bellezza.

Negli Stati Uniti c’è una situazione un po’ bizzarra. Donald Trump che passa di successo in successo nelle primarie per ottenere la nomination del partito repubblicano, mentre intellettuali, professionisti e la stessa struttura del partito cerca di opporsi dichiarando che il personaggio è inadeguato, impreparato, non ha lo stile necessario alla funzione, non gode del prestigio internazionale necessario e altro ancora. La verità è che le probabilità a questo punto che Donald Trump arrivi alla nomination sono molto alte (malgrado la resistenza di Ted Cruz che è più a destra di lui) e nelle elezioni di novembre quando sarà contrapposto ad Hillary Clinton può anche vincere. Perché negli Stati Uniti esiste l’America di New York o di Chicago, ma esiste anche quella profonda (quella che ha già fra l’altro superato il trauma di eleggere un nero e adesso dovrebbe superare quello di eleggere una donna).

Le primarie che si stanno svolgendo in America offrono lo spunto anche per riflettere sulla validità di questa forma di selezione della classe dirigente e di canalizzazione del consenso popolare. Forse bisogna inventare qualche altra cosa a giudicare dalla mediocrità dei personaggi che spesso finiscono per vincere (anche nel nostro paese, pur se le nostre primarie sono da considerare una forma dolce rispetto a quelle americane).

La concentrazione in un unico gruppo editoriale di importanti testate giornalistiche del paese dice molte cose. La concentrazione è sempre più necessaria se si vogliono mettere a fattor comune le esperienze e, soprattutto, in vista degli investimenti tecnologici e di marketing necessari per il futuro digitale del settore. Il gruppo di Carlo De Benedetti diventa quello più importante del paese e in grado anche di competere con iniziative europee ed internazionali. Importante il ruolo dell’amministratore delegato del gruppo, Monica Mondardini. Sicuramente migliorerà la qualità della informazione, sulla indipendenza pare inutile disquisire perché non è che la situazione attuale garantisca la obbiettività. Da sempre si dice che la stampa nel nostro paese o è partitica, o è al servizio di qualche gruppo industriale o di qualche corrente o di qualche visionario. Forse queste dimensioni potranno renderla libera e obbiettiva, oltre a consentirle la presenza diversificata e competitiva in tutti i canali della informazione. Una operazione di grande rilievo per il futuro del paese e una conferma della presenza del gruppo De Benedetti nel panorama industriale.

Certamente bisogna attendere adesso la reazione del gruppo RCS che senza alcuna mossa o alleanza qualche rischio in prospettiva lo corre. Forse il famoso calzolaio marchigiano adesso lo potrà conquistare perché ha i soldi per farlo, anche se forse non ha la cultura e il fisico adatto. Ma in questo paese circolano certi tipi cui neanche chiederesti l’ora o di recitarti Il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi, per cui va bene anche lui.

Quando c’è una banca che crolla in Borsa pesantemente (come il caso del Monte Paschi o di Carige) sicuramente dipende dall’altalena degli investitori e da tanti altri fattori. Ma diciamocelo! Anche dal fatto che alcune aziende sono state gestite alla carlona e magari sono state in mano ad alcuni ladroni che le hanno derubate per loro e per i loro amici. Nel nostro paese non era una cosa poi così strana, purtroppo.

Ma nel nostro paese quando due professionisti sono in competizione per diventare capo di una azienda (amministratore delegato) ed uno dei due è stato in McKinsey ed è amico di altri manager ex Mc Kinsey, chi riesce ad ottenere la nomina? Troppo facile la domanda forse, ma appropriata perché dimostra come è facile avere sudditanza verso qualche cosa e come è facile essere condizionati da un andazzo. Soprattutto come è facile essere prigionieri spesso di luoghi comuni non sempre e non necessariamente giustificati.

Per le elezioni comunali a Milano la sinistra della sinistra sta cercando un candidato da contrapporre a Sala, che, dovrebbe fare un po’ di folkloristico e ideologico ammoino e far perdere il candidato del PD dopo la disponibilità della Balzani di guidare una lista autonoma ma di appoggio comunque a Sala stesso. Dovrebbero cooptare anche Cofferati, grande esperto per far perdere la sinistra (si sposta ovunque per raggiungere questo scopo).  Così costoro, infatti, potranno fare opposizione contenti due volte per la cosa in sé (opporsi è il massimo piacere della vita) e per la sconfitta del PD. In fondo è il vero obiettivo della sinistra estrema, che deve e vuole tenersi lontano dal governo di qualunque cosa anche di un condominio. Dunque ogni due o tre giorni circolano nomi che stanno spingendo e sollecitando a candidarsi (anche nomi di rispettabili personaggi). Finora senza esito perché è difficile trovare qualcuno disponibile ad esporsi ad una figura triste, inutile e forse anche un po’ comica. Ma D’Alema che è uno dei personaggi che sta brigando per far perdere il PD si sta dando un da fare da matti e magari riesce in qualcosa (spinge quel bel giovanotto di Civati che è buono per qualsiasi cosa meno che per la politica), anche se sarebbe la prima volta nella sua vita (a parte il vino dove sembra il successo è grande).

Intanto nelle primarie del PD soprattutto a Roma e a Napoli vincono i candidati sostenuti dalla segreteria del partito. C’è da dire che l’affluenza cala e d’altra parte a Roma dopo quello che è successo negli ultimi tre anni non era facile convincere un romano a partecipare attivamente. Inoltre la mediocrità dei candidati un po’ dovunque non aiuta a ravvivare entusiasmi.

La storia della mediocrità dei candidati che è scesa recentemente in politica o che sta scendendo in politica per incarichi governativi o per incarichi amministrativi periferici, è una grande preoccupazione per il paese che non sembra tuttavia percepita nella sua interezza dalla classe dominante e decisionale e da quella intellettuale. È la politica che esclude le persone che sarebbero del livello adeguato e che cerca di proteggersi per paura o sono queste ultime che non intendono misurarsi con un mondo che considerano complicato, burocratico, ignorante e corrotto? In entrambi i casi il paese affidato nelle mani di sprovveduti nella migliore della ipotesi non è la migliore garanzia di sviluppo e di successo. Uscire da questo loop dovrebbe rappresentare la grande sfida per andare verso il futuro.

Adesso si sta scoprendo che tutti i deputati e senatori del Movimento 5 stelle (forse alla fine bisogna uscire dall’equivoco e chiamarli dipendenti) sono controllati e spiati (diciamo non persi di vista) dalla Casaleggio e Associati, il vero padrone di tutto il sistema da un punto di vista politico ed economico. Lo si sapeva, rientra nella filosofia dell’amministratore delegato della azienda, una cosa che non giustifica assolutamente la meraviglia di chi si meraviglia. Una dimostrazione di più che ci troviamo di fronte ad una azienda con una capacità tecnologica e di marketing assolutamente di livello e che condiziona la politica italiana. In questo contesto il famoso comico gioca più un ruolo di icona, di richiamo, è un personaggio di marketing, è il titolare del nome del movimento (insieme al suo commercialista), ma non entra nelle decisioni e nelle strategie, si limita a dire cose che il pubblico ama sentire dire come lui le sa dire. Strano che molta gente non riesce a capire ancora la identificazione tra il movimento 5 stelle e la Casaleggio Associati di Gian Roberto e figli.

Pare che il Giubileo non sta riscontrando un grande successo almeno da un punto di vista dell’afflusso dei pellegrini a Roma di gran lunga inferiore alle previsioni. Ma pare che stiano calando anche le presenze alle udienze pubbliche del mercoledì del Papa.  Questi segnali possono essere casuali o la conseguenza di cause le più varie, ma sarebbe sbagliato non seguirli. I fedeli ormai sanno quello che pensa Bergoglio e lo condividono, vorrebbero vederlo applicato concretamente nella sua Chiesa, nella loro Chiesa. La famosa rivoluzione che sembra sempre dietro l’angolo per ora rimane dietro l’angolo, purtroppo.

Nel nostro paese l’ascensore sociale è saltato definitivamente e questo, oltre a rappresentare una grande ingiustizia, non è un bel viatico per il futuro. Infatti, solo il 5% dei figli di operai con la licenza media approda alla laurea, mentre ci approda il 62% dei figli di padri benestanti e che a loro volta hanno una laurea.

Quando un politico risponde ad una domanda, può capitare che chi ha formulato la domanda non capisca nemmeno che domanda ha fatto.

Inserito il:07/03/2016 12:21:34
Ultimo aggiornamento:25/03/2016 18:08:53
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